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lunedì 6 gennaio 2014

2829 - Commento al Vangelo del 6/1/2014, Epifania del Signore

+ Dal Vangelo secondo Matteo (2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è Colui che è nato, il Re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul Bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il Bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il Mambino con Maria sua Madre, si prostrarono e Lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. 
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Epifania significa manifestazione, quella che meditiamo oggi è la prima manifestazione di Dio ai pagani in un piccolo Corpo, furono i tre Magi a ricevere il grande dono di vedere il Messia promesso. Molto spesso con leggerezza si parla dei Magi senza attribuire ad essi meriti enormi, vengono presentati e considerati come grandi scienziati che osservarono una stella e si misero in cammino per capire il suo segnale. Tutto qui, ma è davvero riduttivo.
Nei Magi sono rappresentati i popoli di ogni lingua e Nazione che, chiamati da Dio, si mettono in cammino per adorare Gesù.
I sacrifici compiuti da loro tre furono innumerevoli, è stato un cammino faticoso e pericoloso, si spostarono dal lontano Oriente per andare a vedere il Messia. Quindi, essi sapevano che la stella li avrebbe portati davanti al Re, non tanto per la conoscenza sapienziale delle Scritture, furono avvisati misteriosamente e compresero che era una ispirazione divina.
I Magi si misero in cammino perchè decisi ad adorare il Messia, avevano una volontà determinata e il grande desiderio di incontrare il Bambino. A moltissimi cristiani di oggi manca il desiderio di incontrare Gesù e la loro volontà è orientata verso altre scelte non spirituali. Le scelte si assumono responsabilmente e ognuno ne trae le conseguenze.
La decisione di mettersi in cammino, nonostante le intemperie e le gelate invernali, mostrano nei Magi una fermezza esemplare!
Non andavano a riscuotere doni materiali, al contrario portavano doni al Bambino, però furono loro a ricevere grandi Grazie spirituali. I Magi mostrarono una grande Fede per avere seguito la stella già dal suo sorgere, finchè si fermò sopra il luogo dove si trovava il Bambino. Al vedere la stalla essi provarono una grande gioia. Fermiamoci a riflettere su questo punto molto importante.
I Magi non si meravigliarono di essere stati condotti a un borgo sperduto, o che la stella si sia fermata sopra una casa piccola e modesta. Invece si riempirono di gioia perchè davvero avevano incontrato Dio. Forse i cristiani più cercatori di segni avrebbero elevato lamentele o avrebbero cercato un'altra stella da seguire. Immagino la scena con tre cristiani di oggi che bramano vedere segni, davanti alla grotta povera e fredda di Betlemme che accusano la stella di avere sbagliato luogo.
Il grosso guaio dei cristiani che cercano i segni che piacciono a loro, è di lamentarsi con Dio quando Lui si presenta secondo la sua volontà e non secondo i loro desideri. Sappiamo che per molti cristiani non sono mai sufficienti i segni che Dio manifesta.
Ognuno si chieda cosa avrebbe fatto davanti alla povera grotta di Betlemme dopo un lungo viaggio e dopo l'aspettativa di vedere grandi cose. Riflettete su questo punto perchè è importante. C'è da capire cosa vogliamo noi o pretendiamo noi, rispetto a quello che Dio ci vuol donare o che in realtà ci spetta. Se vogliamo fare un cammino autentico e secondo il Vangelo storico, non possiamo mai lamentarci se ci ritroviamo davanti alla povera grotta invece che nella reggia di Erode.
I Magi hanno dato un esempio enorme di spirito di sacrificio e di grande desiderio di adorare il Bambino Gesù.
È riduttivo pensare ai Magi solo per i doni portati a Gesù o per il viaggio. Essi hanno affrontato sacrifici immani per arrivare davanti al Bambino e inginocchiarsi in atto di piena adorazione. Non interessava dove si trovava il Bambino, essi cercavano il Bambino, Lui solo era il centro del loro interesse.
Provarono una grande gioia davanti alla grotta e non rimasero delusi perchè cercavano Gesù, essi si riempirono di gioia quando Lo videro. Quindi, ogni via che porta a Gesù è sempre piena di gioia, non può esserci spazio per la delusione, altrimenti si tratta di un cammino umano, senza la Grazia di Dio.
Davanti alla povera grotta i Magi hanno gioito senza avere visto il Bambino, questo aspetto li rende ancora più importanti, poi si inginocchiarono davanti a Lui, senza chiedersi il perchè della nascita nella povertà o in quella grotta o in inverno o vicino agli animali. Credettero e basta, senza porsi continue domande e senza cercare di investigare nelle cose di Dio. La loro Fede era grande.
Dio era nascosto in un Bambino apparentemente innocuo, i Magi Lo adorarono con pieno trasporto e si resero suoi servi, senza porsi domande sul significato della manifestazione di Dio. Era il Messia e loro credevano senza nutrire un minimo dubbio.
Oggi nel Tabernacolo Dio è nascosto ma ci è sempre vicino, si presenta a noi sotto l'insignificante presenza di un pezzo di pane e non ci rivela la sua gloria, perchè non si impone irresistibilmente, aspetta la nostra risposta che è autentica se piena di semplicità e di verità.
I Magi donarono a Gesù i doni più preziosi dell'Oriente, aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Chiediamoci cosa doniamo noi a Gesù quando andiamo davanti al Tabernacolo e partecipiamo alla Messa! Siamo proprio sicuri di aprire il cuore e di donargli quanto abbiamo di più amorevole?
L'oro è simbolo di regalità, l'incenso è il profumo bruciato ogni sera sull'altare e simboleggiava la speranza del Messia. La mirra indica che Dio incarnato prenderà su di sè le nostre miserie, si farà carico dei nostri dolori. La mirra è il sacrificio che non deve mai mancare nella vita cristiana. La mortificazione non è pessimismo, non è grettezza d'animo, al contrario essa è in stretta relazione con l'allegria, con la carità, col rendere la vita gradevole agli altri.
Riporto uno scritto di San Escrivà: "La mortificazione non consisterà ordinariamente in grandi rinunce, sarà composta di piccole vittorie ripetute: sorridere a chi ci importuna, negare al corpo capricciosi desideri superflui, abituarsi ad ascoltare gli altri, far fruttare il tempo che Dio ci mette a disposizione e tante altre piccole cose apparentemente senza senso, mentre sono consistenti vittorie spirituali".
 
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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