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lunedì 2 settembre 2013

2564 - Commento al Vangelo del 2/9/2013

Dal Vangelo secondo Luca (4,16-30)
In quel tempo, Gesù venne a Nàzareth, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del Profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione
e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all'inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di Lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di Grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il Figlio di Giuseppe?». Ma Egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità Io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità Io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elìa, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elìa, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del Profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e Lo cacciarono fuori della città e Lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma Egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Mi trovo obbligato a spendere ancora qualche parola sulla discussione del Rosario per la Siria. Mi è stato detto che ci sono discussioni intense sul web, ognuno dà la sua versione e si dibatte sulla veridicità o meno delle parole pronunciate dalla Madonna. Eppure non si trattava di chiarire un’eresia o un messaggio contraddittorio che avrebbe dato di Medjugorje una connotazione negativa, l’invito era di recitare una Corona del Rosario. Tutto qui!
La maturità spirituale è quella consapevolezza che in un caso del genere più che voler avere ragione a tutti i costi, si prega…
Molti hanno perduto molto tempo sia a scrivere che a leggere molti commenti, quando invece avrebbero potuto (o dovuto perchè cattolici) cominciare a pregare. Dovrebbero domandarsi chi è stato a condurli su questa falsa pista di scoprire con molta angoscia la vera provenienza del messaggio.
Ci sono due versioni e tutte e due arrivano da Medjugorje, a me però non interessa affatto capire se lo ha detto la Madonna o non lo ha detto, perché si tratta solo di pregare per la pace nel mondo, cosa che già facciamo e che è stato chiesto migliaia di volte, e la Madonna può chiedere questo come quando ripeteva richieste simili durante la guerra nella ex Jugoslavia. Non si ricordano più quelle richieste di preghiere per fare terminare la guerra?
Nei giorni scorsi la richiesta riguardava la preghiera del Rosario, non metteva in dubbio il Vangelo o una Verità di Fede. Cosa ci vuole a capire la necessità di pregare invece di perdere tempo prezioso in dispute inutili?
A chi è servito tutto questo dibattito inconcludente? Non certo alla causa della Madonna, a qualcun altro sì. Anche da queste considerazioni ognuno manifesta la propria spiritualità, pur agendo in buonafede ciò che viene evidenziato è la determinazione di prevalere sugli altri e di stabilire ciò che deve dire e fare la Madonna. Ma la Madonna proprio a Medjugorje non ha insegnato questo, proprio ieri abbiamo meditato sull’umiltà.
Non è sufficiente sapere che l’umanità si trova ad un passo dal conflitto mondiale?
Oggi intorno alle 13 un comunicato del Vaticano manifestava la preoccupazione per una guerra mondiale causata dall’attacco alla Siria.
Non voglio più perdere tempo con queste precisazioni che tolgono anche a me tempo prezioso che devo dedicare al Vangelo.
San Luca distingue due momenti contrastanti e il lettore rimane sorpreso per il repentino mutamento dei nazaretani dopo avere festeggiato inizialmente Gesù, l’importante concittadino. Forse la sua improvvisa notorietà dà fastidio a quanti vivevano nel turbamento, essi non accettano le lodi compiaciute a Gesù e dopo avere fatto silenzio all’inizio, dopo alcune parole del Signore vengono allo scoperto con la loro cattiveria. Arrivano al punto di voler gettare Gesù dal ciglio del monte.
Questi i fatti: danno a Gesù il rotolo per leggere le Scritture, vi trova l’annuncio di Isaia e lo proclama, fin qui i paesani accettano e Lo benedicono perché ha ricordato il tempo della venuta del Messia. Si tratta di una compiacenza ipocrita o non pienamente sincera, infatti subito dopo Gesù espone due esempi dell’Antico Testamento, i protagonisti sono il Profeta Elia e il Profeta Eliseo, i quali ottennero miracoli non per i connazionali ma per gli stranieri, la vedova di Sarepta e il siro Naaman il lebbroso.
Un discorso molto chiaro, non si ottengono miracoli perché abitanti in Israele ma per l’amore a Dio, quindi per Fede!
I nazaretani avvertono chiaramente che l’ammonimento di Gesù è diretto a loro e reagiscono con molta cattiveria.“Tutti nella sinagoga furono pieni di sdegno”, si spingono fino a volerlo uccidere precipitandolo in un precipizio. Poco prima avevano osannato Gesù, “tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di Grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano”. Lo invitano a manifestare nella sinagoga del suo paese le sue capacità miracolose. Ma in essi non c’è sincerità.
“Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”. Gesù è costretto a rispondere con molta chiarezza e senza rispetto umano, cioè, non teme le loro reazioni e le conseguenze di queste parole che seguono: “In verità Io vi dico: nessun Profeta è bene accetto nella sua patria”. Riportando i due esempi dei Profeti Elia e Eliseo scoppia la reazione dei nazaretani e tutta la loro invidia diventa odio.
Oggi il Vangelo ci insegna che dobbiamo provare grande gioia quando altri si avvicinano a Gesù e cominciano un santo cammino di Fede. Non deve esserci un senso quasi di possessione o di proprietà di Gesù, tutti siamo chiamati a seguirlo e a salvarci eternamente. L’invidia e la diceria presenti nei gruppi di preghiera e nelle comunità ecclesiali sono un male da debellare, un impedimento alla preghiera e alla conversione.
I nazaretani mostrano di accogliere Gesù fino a quando spiega la profezia di Isaia, non appena indica che si sta realizzando in Lui non sono più d’accordo e cercano di ucciderlo. All'inizio pensano di controllare Gesù, quel povero giovane che se ne stava sempre silenzioso, quando svela di essere Lui il Messia si rompe l’ipocrita facciata e scoppia il puro odio.
Di chi è Gesù? Sono molti quelli che credono di avere un certo dominio e di controllare tutto. Si agitano se qualcuno prega di più o segue Gesù con piena fedeltà. Ma questi che si agitano in realtà non sono veri seguaci di Gesù, altrimenti cercherebbero di farlo conoscere a tutti, certo se possedessero lo Spirito Divino.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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