+ Dal Vangelo secondo Marco (16,15-20)
In quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: «Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato. Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno». Il Signore Gesù, dopo aver parlato con loro, fu elevato in cielo e sedette alla destra di Dio. Allora essi partirono e predicarono dappertutto, mentre il Signore agiva insieme con loro e confermava la Parola con i segni che la accompagnavano.
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La festa di San Marco è l’occasione per parlarvi di una teoria diffusa anticamente tra gli studiosi circa l’esistenza di un segreto messianico che raggiunge il vertice proprio nel Vangelo secondo Marco. Fu poi discusso in un libro nel 1901 da un teologo luterano, quindi protestante, William Wrede il quale affermava che tale segreto non poteva esistere e riportava altre teorie assolutamente non convincenti. Diciamo che nei secoli molti esegeti (interpreti) hanno sciupato molti anni in cavilli ininfluenti, invece di santificarsi mettendo in pratica la Parola.
Effettivamente Gesù tenne un comportamento riservato in diverse circostanze e dopo diversi miracoli invitava a non dire a nessuno quanto era avvenuto, ma la sua era prudenza non un segreto da nascondere. La rivelazione è stata graduale e completa, niente è rimasto segreto di quanto ha voluto svelare.
Il vero problema è la determinazione degli esegeti di voler spiegare quanto ha ispirato lo Spirito Santo senza possedere lo Spirito Santo. Per capire correttamente quanto Dio ha voluto rivelare è indispensabile la sua guida.
Il famoso segreto messianico che è stato evidenziato da molti studiosi in realtà non esiste, Gesù non rivelava la sua identità in alcune circostanze perché non era arrivato ancora il momento. Tutto qui, non occorre studiare decenni inutilmente per inventare questa teoria, era sufficiente pregare la Parola per ricevere illuminazione dallo Spirito. Gli esegeti studiano il dato rivelato, ma la modalità scelta è già approccio esatto o inganno completo.
Gesù non tenne assolutamente segreta la sua identità messianica, evitò di farlo sapere quando Lo volevano incoronare re, quando lo volevano scegliere come capo politico contro i romani, quando volevano e potevano confondere la sua vera missione. Sta qui il suo silenzio in diverse circostanze, anche quando esorcizzava ed imponeva ai diavoli di tacere. Il silenzio lo impose ai diavoli, inoltre lo ingiunse ai miracolati e agli Apostoli. Gesù voleva essere riconosciuto Messia secondo la sua volontà.
Un brano viene tenuto in rilievo per affermare la tesi del segreto e si trova appunto nel Vangelo di Marco: «Egli replicò: “E voi chi dite che Io sia?”. Pietro gli rispose: “Tu sei il Cristo”. E impose loro severamente di non parlare di Lui a nessuno» (8,29-30). Il comando riguardava quel periodo breve e non era assoluto.
Questa riflessione ci porta a capire meglio l’importanza della prudenza nel parlare e nell’agire. L’avventatezza è la caratteristica di chi non riesce a dominare la volontà, non mantiene un proposito, non rispetta il silenzio su qualcosa. L’opposto dell’imprudenza è la capacità di mantenere un segreto o di non fare scorgere qualcosa che si vuole celare. Ma qui non parlo di virtù cristiana, molti non credenti infatti nascondono molti segreti anche ai familiari e lo fanno con accortezza e grande abilità.
La prudenza è una virtù cristiana, ma nell’aspetto più pagano si traduce con scaltrezza, furbizia, sagacia. Sono quelli che ingannano bene.
Anche gli esegesi poco spirituali spiegano il Vangelo con molto spirito umano, essi agiscono con precipitazione, impulsività, leggerezza. Essi per esempio affermano che gli Apostoli non comprendevano la missione di Gesù, ma anche qui mostrano di non cogliere le chiare spiegazioni di San Marco riguardo l’invio degli Apostoli ad evangelizzare il mondo. “Andate in tutto il mondo e proclamate il Vangelo a ogni creatura”.
L’invio spiega la necessità della conversione dei pagani e degli appartenenti alle altre Religioni al Cristianesimo, più precisamente alla Chiesa Cattolica, unica depositaria della completa rivelazione di Gesù.
Il Signore inoltre dà un comando che non si presta ad alcuna interpretazione, gli esegeti possono modificare le parole ma non la corretta interpretazione: “Chi crederà e sarà battezzato sarà salvato, ma chi non crederà sarà condannato”. Credere non vuol dire sapere che Dio esiste, altrimenti anche i diavoli sarebbero tutti convertiti, richiede invece l’osservanza dei Comandamenti. Chi crede deve vivere come vuole Gesù. Per vivere le promesse battesimali è indispensabile credere nella Parola di Dio.
Voglio aprire una parentesi, ieri Gesù ha detto che non condanna nessuno, oggi afferma che “chi non crederà sarà condannato”. La precisazione che faccio è questa: l’uomo decide il suo futuro, chiamiamolo impropriamente destino. Gesù infatti non manda nessuno all’inferno, è sempre l’uomo a sceglierlo per i suoi errori gravi.
Non c’è assolutamente contrasto tra le due citazioni, riporto le parole del Vangelo di ieri: “Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, Io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo. Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la Parola che ho detto lo condannerà nell’ultimo giorno”.
Oggi Gesù completa questa affermazione con la precisazione che è l’uomo arbitro di se stesso: “Chi non crederà sarà condannato”.
Nel Vangelo di Marco presentato oggi, troviamo il comando missionario dato agli Undici, Gesù manifesta la sua continua assistenza nell’apostolato. In questi decenni si è assistito ad un apostolato moderno e che riduce una persona Consacrata a comportarsi come una pagana qualsiasi in nome del coinvolgimento dei laici. Non comprendono che le conversioni vengono da una vita penitente e dalla prolungata adorazione di Gesù Eucaristia…
Fare apostolato senza la presenza di Gesù è oramai una moda in molti casi e i frutti spirituali sono inesistenti.
Gesù agli Apostoli conferisce poteri straordinari, opereranno nel suo Nome e con la sola loro presenza susciteranno i peccatori alla conversione perché è lo Spirito ad agire. Penso al grande San Bernardo di Chiaravalle vissuto nel 1100, quando stava per attraversare un paese per spostarsi in un altro monastero, tutti gli abitanti di quel paese scappavano dentro le loro case e si chiudevano, perché bastava solo vederlo per lasciare la famiglia e andare con lui in monastero per diventare monaco. Non era paura ma insicurezza, non prevedevano l’effetto dell’incontro con un Santo, portatore dello Spirito di Dio.
“Questi saranno i segni che accompagneranno quelli che credono: nel mio Nome scacceranno demoni, parleranno lingue nuove, prenderanno in mano serpenti e, se berranno qualche veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi guariranno”.
Ogni Sacerdote in potenza è chiamato a compiere queste opere, occorre una Fede grande. Tutto è possibile per chi crede!
Chiudo con una breve spiegazione del Vangelo di San Marco, importante per conoscere questo breve ma intenso Libro.
Il Vangelo secondo Marco nella versione pervenutaci è scritto in greco e, secondo l’ipotesi maggiormente condivisa dagli studiosi, la sua redazione definitiva risale attorno al 70 a Roma.
È composto da 16 capitoli e come gli altri Vangeli narra il ministero di Gesù, descrivendolo in particolare come il Figlio di Dio con numerose precisazioni rivolte ai Romani.
La solenne proclamazione iniziale permette di cogliere due grandi cicli narrativi.
* il primo si conclude con il riconoscimento, da parte di Pietro, di Gesù come “Cristo” (cfr.8,27-30)
* il secondo con l’attestazione del centurione sotto la Croce di Gesù come “Figlio di Dio” (cfr:15,39)
In tal modo il Vangelo si presenta come un itinerario che vuole portare a scoprire la profonda e misteriosa identità di Gesù.
Il primo ciclo narrativo è segnato progressivamente dagli interrogativi su Gesù. Dopo una breve introduzione sul ministero di Giovanni Battista, sul Battesimo e sulle tentazioni di Gesù la prima sezione presenta:
* la proclamazione del Vangelo in Galilea
* la risposta dei primi discepoli
* l’insegnamento operato con gesti “potenti e nuovi”, a cui fa da contrappunto:
* la contestazione dell’autorità di Gesù
* il rifiuto della novità del messaggio di Gesù
* il rifiuto della Persona di Gesù.
Nel secondo ciclo narrativo, Gesù prende più chiaramente l’iniziativa di istruire i compagni. In una prima sezione, mentre è sulla strada verso Gerusalemme, predice per tre volte ai discepoli che non Lo comprendono, la sua Passione e Risurrezione e li istruisce sulle condizioni per seguirlo. Un cieco guarito diventa il discepolo esemplare che Lo segue sulla strada della Croce.
Nella seconda sezione (capp. 11-13) Gesù è a Gerusalemme soprattutto nel Tempio, dove si scontra con i suoi avversari sui temi della propria identità di Messia della stirpe di Davide e del rapporto con Dio. È ancora nel Tempio che pronuncia il grande discorso escatologico (cap.13).
L’ultima sezione narra gli eventi preparatori e la Passione: Gesù appare come il Messia condannato, e rinnegato, come il “re dei Giudei” rifiutato e deriso, e infine come il “crocifisso Figlio di Dio”.
Nell'epilogo, le donne appaiono come le discepole esemplari che ne osservano la morte e la sepoltura, e accolgono con timore riverente e silenzioso l’annuncio della sua Risurrezione.
Nel suo insieme il Vangelo di Marco rappresenta il percorso offerto ai credenti perché scoprano il mistero di Gesù e si dispongano a seguirlo sulla sua strada.
Marco mette in guardia la comunità perché sia perseverante, non legga l’imminente distruzione di Gerusalemme come la fine e non si lasci fuorviare da false dicerie sulla venuta del Messia Il Signore verrà inaspettatamente come il contadino che mette improvvisamente mano alla falce perché la messe è matura, ma prima occorre che si realizzi l’evangelizzazione universale.
Nel frattempo occorre che la comunità viva nella vigilanza e nella fedeltà al suo Signore.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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