+ Dal Vangelo secondo Giovanni (10,22-30)
Ricorreva, in quei giorni, a Gerusalemme la festa della Dedicazione. Era inverno. Gesù camminava nel tempio, nel portico di Salomone. Allora i Giudei gli si fecero attorno e gli dicevano: «Fino a quando ci terrai nell'incertezza? Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente». Gesù rispose loro: «Ve l’ho detto, e non credete; le opere che Io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore. Le mie pecore ascoltano la mia voce e Io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La liturgia oggi presenta un brano del capitolo 10 ma non è la continuazione del Vangelo di ieri. Dal versetto 11 al versetto 21 non sono presenti ed è la prosecuzione della spiegazione fatta dal Signore sul Buon Pastore, sono concetti già contenuti in quel Vangelo e nella parte finale di quello di oggi.
L’indicazione dei mercenari la troviamo nei versetti 11 e 12: “Io sono il Buon Pastore. Il Buon Pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde”.
La parte mancante del Vangelo approfondisce il significato del Buon Pastore, non è una ripetitività inutile, può sembrare stancante per chi non si vuole impegnare nella meditazione, ma chi l’approfondisce scopre un tesoro nella Parola di Dio. Infatti è una spiegazione molto importante, occorre farla propria per iniziare a comprendere l’Amore infinito che Gesù ha per ognuno, soprattutto per le pecore che Lo seguono.
La Verità che Gesù rivela è grande e non è sufficiente una sola spiegazione per inculcare il profondo significato della Porta che bisogna attraversare e che è proprio Lui quella Porta. Gesù molti concetti li ripete spesso per imprimerle nei cuori di chi ascolta la sua voce.
Da quello che si sente da molti cattolici smarriti nel modernismo e nelle nuove false dottrine, si capisce che essi non passano attraverso questa Porta e rimangono fuori da ogni Bene soprannaturale. Sono smarriti e non se ne accorgono.
Ricordate le parole di Gesù su quanti si illudono di fare grandi cose? “Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei Cieli” (Mt 7,21).
I cristiani che contano sulle loro opere senza confrontarsi con Gesù, non conoscono la Porta per entrare nel cammino di perfezione e poi nella salvezza eterna. C’è una Porta da attraversare per iniziare la vera vita, c’è una nuova mentalità da acquisire per abbattere il vecchio uomo con la mentalità corrotta. Non c’è altra possibilità per entrare nel cammino spirituale se non si passa per la Porta del Vangelo storico.
E non è facile, occorre determinarsi per farlo, farsi violenza nel superamento delle tentazioni e nella mortificazione degli istinti che si ribellano quando ancora non si pratica il rinnegamento.
Chi non passa attraverso la Porta, non può vivere da buon cristiano, perché non riesce ad elevarsi, lo dice Gesù, anche se questa Parola è riferita ai suoi Ministri: “Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demoni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità” (Mt 7,22-23).
Chi intende Gesù quando accusa questi operatori di iniquità? Forse i non credenti oppure quanti non Lo pregano più?
Lo dice in un altro passo di San Luca: “Perché mi chiamate: Signore, Signore, e poi non fate ciò che dico?” (6,46).
L’indurimento del cuore è l’aspetto più grave per un cristiano, egli non avverte più l’esigenza di Dio, non sente la sua presenza e le sue azioni sono dissolute, perché non ha più un riferimento morale. Diventa un cristiano incerto anche della Divinità di Gesù, è confuso e nel suo intimo ripete: “Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente”.
È vero che il cristiano di oggi non ha assistito ai grandi miracoli di Gesù, ma chi diceva questa domanda aveva da poco assistito alla guarigione di un uomo cieco dalla nascita, come indicato nel capitolo 9. Eppure ha avuto la sfrontatezza di sfidare Gesù.
La risposta che dà Gesù è chiara ed è valida per ogni persona che si avvicina a Lui: “Ve l’ho detto e non credete; le opere che Io compio nel nome del Padre mio, queste danno testimonianza di me. Ma voi non credete perché non fate parte delle mie pecore”. Questo è il motivo per cui molti cristiani che vanno a Messa non credono veramente in Gesù. Credono in un Vangelo immaginario, hanno una idea personale e sbagliata di Gesù.
Essi non hanno ancora trovato la Porta che introduce nella vita spirituale e rimangono fuori, senza Fede e con molta presunzione.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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