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lunedì 1 aprile 2013

2231 - Commento al Vangelo del 1/4/2013


+ Dal Vangelo secondo Matteo (28,8-15)
In quel tempo, abbandonato in fretta il sepolcro con timore e gioia grande, le donne corsero a dare l’annuncio ai suoi discepoli. Ed ecco, Gesù venne loro incontro e disse: «Salute a voi!». Ed esse si avvicinarono, gli abbracciarono i piedi e lo adorarono. Allora Gesù disse loro: «Non temete; andate ad annunciare ai miei fratelli che vadano in Galilea: là mi vedranno». Mentre esse erano in cammino, ecco, alcune guardie giunsero in città e annunciarono ai capi dei sacerdoti tutto quanto era accaduto. Questi allora si riunirono con gli anziani e, dopo essersi consultati, diedero una buona somma di denaro ai soldati, dicendo: «Dite così: “I suoi discepoli sono venuti di notte e l’hanno rubato, mentre noi dormivamo”. E se mai la cosa venisse all'orecchio del governatore, noi lo persuaderemo e vi libereremo da ogni preoccupazione». Quelli presero il denaro e fecero secondo le istruzioni ricevute. Così questo racconto si è divulgato fra i Giudei fino a oggi. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il lunedì dell’Angelo (detto anche lunedì di Pasqua o, impropriamente, Pasquetta) è il giorno dopo la Pasqua, arriva dal ricordo dell’incontro dell’Angelo con le donne giunte al sepolcro. Il Vangelo racconta che Maria di Magdala, Maria madre di Giacomo e Giuseppe, e Salomè andarono al sepolcro, dove Gesù era stato sepolto, portavano degli olii aromatici per imbalsamare il Corpo di Gesù. Arrivate trovarono il grande masso davanti alla tomba spostato, una visione che confuse le donne ed è comprensibile il loro smarrimento, ma in loro aiuto apparve un Angelo: “Non abbiate paura, voi! So che cercate Gesù il crocifisso. Non è qui! È risorto come aveva detto; venite a vedere il luogo dove era deposto” (Mc 16,1-7).
La Tradizione ha spostato questi fatti dalla mattina di Pasqua al giorno successivo, quindi al lunedì, sia per quanto indicano i Vangeli con “il giorno dopo la Pasqua”, sia per l’evidente allusione alla Pasqua ebraica, che cadeva di sabato. Oggi per noi non è solamente un giorno festivo, è liturgicamente il ricordo della presenza dell’Angelo nel Sepolcro che annuncia la Risurrezione del Signore. Gli Angeli visibilmente furono ovviamente presenti alla vittoria di Gesù sulla morte, sui diavoli, sul peccato. Oggi però non è giorno di precetto.
È un giorno di gioia per i cristiani, soprattutto i credenti oggi devono gioire per la speranza che non li abbandona mai e che affiora nei momenti di tribolazione. La nostra speranza è Gesù, è Lui ad infonderci la vera gioia della vita, una gioia presente anche quando si soffre. La gioia è anche consolazione, conforto, letizia, dolcezza, compatibili pienamente con qualsiasi forma di tribolazione.
La gioia non esprime la convinzione che la tribolazione è cosa buona ma che si può sopportare con amore e serenità solamente se si rimane uniti a Gesù e alla Madonna. Qui sta la differenza.  
Gesù con la sua Risurrezione ha portato nel mondo anche la vera gioia spirituale, conosciuta prima di Lui solo dai pochi Santi che avevano condotto una vita ascetica distaccata dalla materia. La gioia cristiana è presente in tutto l’anno liturgico, infatti tutto in un modo o nell’altro si riferisce alla solennità pasquale. Una gioia che fonda la sua forza nella presenza del Signore risorto, nella vittoria contro ogni forma di avversità, nello Spirito Santo che Lui ha inviato prima di salire al Cielo.
La nostra gioia è grande dopo la Risurrezione di Gesù perché abbiamo la certezza che non siamo mai soli, la sua presenza percepibile nella pace interiore che ci trasmette e in altri modi soprannaturali, ci ricarica di continuo, ci spinge ad amare tutti uscendo da noi stessi e abbandonando la mentalità umana.
Il Vangelo ci racconta le apparizioni di Gesù risorto agli Apostoli, precisa che essi erano pieni di gioia. Quindi, la vera gioia si conosce quando si sta insieme a Gesù, si adora, si prega e si ascolta. La loro grande gioia scaturiva dal sapere che il Signore era vivo e vero, che tutto aveva compiuto di quanto profetizzato. Così per noi la gioia è grande per la vicinanza a Gesù e l’osservanza della sua Parola.
Dobbiamo distinguere l’illusoria gioia del mondo fondata sul benessere materiale e dall’evitare le sofferenze, questa infatti è una falsa gioia, è un entusiasmo di facciata dovuto a qualcosa che appassiona e fa dimenticare i problemi. Per molti questa falsa gioia è la realizzazione della loro vita, ma non appena arriva una tribolazione crollano e ricorrono alle droghe, all’alcool, al tradimento coniugale, ad azioni immorali.
Quando si trovano in queste situazioni non riescono a riflettere sulla rovina e sulla condizione sciagurata, non hanno la forza per risorgere. Qualcuno dovrà pregare per loro, ecco l’importanza della preghiera di intercessione per i peccatori e quanti non conoscono Gesù.
Invece la gioia vera ha origine solamente in Gesù, nell’Amore che Lui ha per ognuno di noi e nella nostra corrispondenza con l’amore che possiamo donare. Nessuna cosa potrà abbatterci quando incontriamo veramente Gesù e viviamo nella sua gioia. Tutto ciò che di doloroso terrorizza gli altri, noi l’affrontiamo con piena serenità e con grande letizia interiore.
Questo lunedì liturgicamente è significativo per l’annuncio dato dagli Angeli, un annuncio che viene ribadito a tutti, perché la salvezza è aperta a tutti. Gli Angeli vogliono guidare i loro assistiti verso il Vangelo storico, ma non sempre le loro ispirazioni arrivano alle persone a causa della loro insensibilità causata dai molteplici peccati. L’aumento dei peccati gravi non riparati fa aumentare la corruzione in una persona, quindi l’offuscamento dell’intelletto e la lontananza da Dio.
Gli Angeli ripetono a tutti che Gesù è vivo ed è risorto veramente, è Lui che bisogna cercare e non i falsi idoli del mondo.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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