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lunedì 1 aprile 2013

2229 - Beato Lodovico Pavoni, Sacerdote, fondatore : “Figli di Maria Immacolata”


Lodovico Pavoni nacque a Brescia l'11 settembre 1784, primo di cinque figli del nobile Alessandro e della nobile Lelia Poncarali. Ricevette il battesimo nella Parrocchia di S. Lorenzo il 13 dello stesso mese coi nomi di Lodovico Tommaso Maria Giuseppe, ed ebbe a padrino il nobile Signor Carlo Bocca.
Visse in un'epoca caratterizzata da profondi rivolgimenti politici e sociali: la Rivoluzione francese (1789), quella giacobina (1797), il dominio napoleonico con le sue diverse denominazioni e infine, dal 1814, quello austriaco.
Egli si rivela subito un ragazzo vivace e geniale, dotato di buona intelligenza, aperto a molti interessi (pittura, caccia, equitazione, meccanica...), sensibile ai problemi sociali.
Ordinato sacerdote da Mons. Dolfin, l'11 febbraio 1807 nella Chiesa di S. Pietro in Oliveto a Bergamo, si dedica subito ad un´intensa attività catechetica, fondando presto un suo Oratorio per l´educazione cristiana dei ragazzi più poveri, precorrendo i moderni centri educativi diurni e l´associazionismo giovanile.
Nel 1812 il vescovo Gabrio Nava lo nomina suo Segretario, pur concedendogli di continuare la direzione dell´Oratorio, divenuto assai fiorente.
Nel 1818 lo nomina Canonico del Duomo e lo autorizza a dedicarsi interamente alla fondazione di un “privato Istituto di beneficenza” con annesso “Collegio d´arti”, che dal 1821 si chiamerà “Pio Istituto S. Barnaba”, per adolescenti e giovani poveri o abbandonati, ai quali in seguito si aggiunge una sezione di sordomuti.
Fra le arti, la più importante fu la tipografia, voluta dal Pavoni come «Scuola Tipografica», che si può considerare la prima Scuola grafica d'Italia e che ben presto divenne una vera Casa Editrice.
Con il passare degli anni si moltiplicarono i mestieri insegnati al San Barnaba: nel 1831, il Pavoni elenca otto officine esistenti: Tipografia e Calcografia, Legatoria di libri, Cartoleria, Argentieri, Fabbriferrai, Falegnami, Tornitori, Calzolai.
Nei trent´anni che seguono, Lodovico Pavoni :
*  sviluppa un suo “metodo educativo”, che lo pone all'avanguardia dei pedagogisti più illuminati dell´800 (ragionevolezza, amore, prevenzione, centralità della fede, importanza del lavoro: elementi che verranno ripresi e sviluppati da don Bosco);
*  organizza un modello di istruzione e di avviamento al lavoro che prelude alle attuali scuole professionali;
*  dà inizio ad una fiorente attività tipografica ed editoriale, precorrendo l´apostolato contemporaneo dei mass media;
*  introduce nel mondo del lavoro riforme di assoluta novità, anticipando di mezzo secolo la dottrina sociale della “Rerum Novarum”, di Papa Leone XIII, (dignità del lavoro, salario familiare, assistenza nelle malattie, licenziamento solo per giusta causa e con preavviso, partecipazione del lavoratore agli utili di azienda);
*  fonda, infine, la Congregazione dei “Figli di Maria Immacolata” (Pavoniani), che appare così audace e nuova (i “frati-operai”) da lasciare a lungo perplesse autorità civili e religiose (sacerdoti e religiosi laici collaborano “alla pari” come educatori della fede, come maestri d´arte e di umanità).
Lodovico Pavoni muore il 1° aprile 1849 a Saiano, presso Brescia, vittima eroica del suo prodigarsi per portare in salvo i suoi ragazzi dal pericolo dei combattimenti per l'insurrezione dei Bresciani contro gli Austriaci (le Dieci Giornate di Brescia).
La Chiesa ha riconosciuto l´eroicità delle sue virtù e lo ha proposto come modello di vita cristiana il 5 giugno 1947; il Beato Giovanni Paolo II (Karol Józef Wojtyła, 1978-2005) lo ha elevato agli onori dell'altare il 14 aprile 2002.
Significato del nome Lodovico: “combattente valoroso” (franco-tedesco).
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