+ Dal Vangelo secondo Giovanni (10,27-30)
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e Io le conosco ed esse mi seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In poche parole Gesù afferma, appunto in una sintesi precisa, la vita del cristiano autentico. Molti pagani non credono in Dio o non conoscono Gesù, ma tra i cristiani ci sono pure quelli che non vivono la Fede come un dono da coltivare e si dibattono tra la ricercata mondanità e qualche volta il ricordo di Dio. Anche se Gesù afferma che conosce le sue pecore, sono molti cristiani a non conoscere Lui. La vera conoscenza presuppone l’accoglienza degli insegnamenti.
Sono poche parole che contengono diverse tematiche:
1) solamente i cristiani autentici ascoltano la voce di Gesù, da Lui chiamati amorevolmente le mie pecore;
2) ovviamente Gesù li conosce ma è una conoscenza non identificativa, li conosce intendendo che essi Lo seguono;
3) Gesù assicura la vita eterna a quanti Lo seguono con amore anche se si ritrovano spesso a cadere nei peccati ma si rialzano con la Confessione;
4) Gesù con la vita eterna assicura che non finiranno all’inferno, questa è la più grande vittoria per un essere umano;
5) sono cristiani autentici che Gesù difende da ogni male e non permetterà ai diavoli di tormentarli oltre il limite imposto;
6) addirittura nessuno li potrà strappare dal suo Cuore.
Poche ma consolanti parole ci rilascia oggi il Vangelo. È un parlare chiaro questo di Gesù, non solo perché veniamo da una settimana in cui ha intensamente spiegato il vero significato del Pane disceso dal Cielo e che noi abbiamo meditato nel capitolo 6 di San Giovanni, è anche un parlare essenziale per un seguace di Gesù, sono concetti molto belli e che vengono accolti con grande gioia.
La vera gioia la sperimentano solamente i cristiani autentici che ascoltano la voce di Gesù e Lo seguono.
Ci sono milioni di cristiani che ascoltano la proclamazione del Vangelo della Messa o leggono personalmente il Vangelo, però l’insegnamento non viene poi tradotto in vita, quindi non tutti quelli che vanno a Messa seguono veramente Gesù. Comprendiamo così che non è sufficiente andare a Messa o conoscere la Parola di Dio, deve esserci una conseguenza, una risposta, il Vangelo deve incarnarsi nella vita del cristiano.
Non è impossibile questo né bisogna confondersi, il cammino spirituale non và mai affrontato nella confusione o nell’avventatezza, è indispensabile rientrare in sé e conoscersi nell’esame di coscienza giornaliero. È impegnativo questo esame e se non c’è una buona motivazione non ci sarà mai costanza nella preghiera. Bisogna decidersi nel voler seguire Gesù e la Madonna, seguirli vuol dire fare quello che dicono Loro.
È una santa decisione mettere al centro Gesù, chi compie questa scelta vede trasformarsi la vita sempre in meglio. Nella riflessione personale che si compie ogni giorno o l’esame interiore, compiuto nel silenzio e in una situazione di serenità, si ha la possibilità di valutare i vari comportamenti e la pratica dei vizi o delle virtù. Gradualmente si cresce nello spirito e si sottomette la carne alla Fede, si entra sempre più nella sfera spirituale.
Così si segue Gesù, si è in grado di ascoltare la sua voce, perché molti si illudono di fare grandi cose mentre sono ancora distanti.
Solo a questi cristiani che si sforzano secondo le loro possibilità di seguire Gesù, Egli dice di conoscerli, perché Lui vede la sua immagine in questi cristiani, vede l’Amore che emana il suo Cuore, sente in essi l’odore della Fede.
Molti restano delusi quando chiedono una Grazia e l’attesa è vana, non hanno la capacità di capire il loro distacco da Gesù e la preghiera arida che recitano. Però sono pure incalcolabili le Grazie che ricevono quanti si avvicinano a Gesù improvvisamente e chiedono aiuto come possono, e la loro preghiera carica di sofferenza è sincera e molto fiduciosa. È nella sofferenza che si comprende l’importanza di Gesù e la necessità di invocarlo con tutte le proprie forze.
Quando si invoca Gesù con fiducia, le forze spirituali si moltiplicano e le avversità si guardano con molta serenità, non c’è mai inquietudine o senso di sconfitta, perché nella comunione con il Signore si affida ogni cosa e si prega con fervore per la buona riuscita.
Con quanta più fiducia si prega per ottenere qualcosa, ancora più grande sarà la risposta di Gesù.
Le avversità fanno parte della vita, chi non ne ha non segue Gesù… Soprattutto i cristiani sono colpiti da molte avversità e si sa che un buon numero si abbatte e rifiuta di lottare. Le avversità spesso arrivano dall’ambiente che si frequenta, dalla stessa famiglia e dal lavoro, inclusa la parrocchia. Arrecano sofferenze le avversità ma spingono a pregare con maggiore fiducia e purificano il cuore corrotto.
Se da una considerazione pagana le avversità sono una sciagura, non lo sono per i cristiani. Essi non le maledicono ma cercano di superarle con preghiera e l’amore. La vita di Gesù è stata piena di avversità, così è avvenuto ai grandi Santi. Anche noi dobbiamo affrontare le avversità con fiducia e profonda preghiera.
Lottando le avversità i cristiani si purificano e diventano come quelle pecorelle buone e gradite a Gesù. Le avversità diventano un mezzo di purificazione, anche le stesse intenzioni diventeranno buone e si compirà tutto per amore di Gesù senza più cercare gratificazioni e ricompense umane.
In questa domenica riflettiamo sulla necessità di ascoltare interiormente la voce di Gesù per vivere la sua Parola, osservare il suo Vangelo. La ricompensa piena di gioia e amore che ci prepara Gesù è infinita, appunto è eterna.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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