+ Dal Vangelo secondo Matteo (18,21-19,1)
In quel tempo, Pietro si avvicinò a Gesù e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. Per questo, il regno dei cieli è simile a un re che volle regolare i conti con i suoi servi. Aveva cominciato a regolare i conti, quando gli fu presentato un tale che gli doveva diecimila talenti. Poiché costui non era in grado di restituire, il padrone ordinò che fosse venduto lui con la moglie, i figli e quanto possedeva, e così saldasse il debito. Allora il servo, prostrato a terra, lo supplicava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò ogni cosa”. Il padrone ebbe compassione di quel servo, lo lasciò andare e gli condonò il debito. Appena uscito, quel servo trovò uno dei suoi compagni, che gli doveva cento denari. Lo prese per il collo e lo soffocava, dicendo: “Restituisci quello che devi!”. Il suo compagno, prostrato a terra, lo pregava dicendo: “Abbi pazienza con me e ti restituirò”. Ma egli non volle, andò e lo fece gettare in prigione, fino a che non avesse pagato il debito. Visto quello che accadeva, i suoi compagni furono molto dispiaciuti e andarono a riferire al loro padrone tutto l’accaduto. Allora il padrone fece chiamare quell’uomo e gli disse: “Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?”. Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello». Terminati questi discorsi, Gesù lasciò la Galilea e andò nella regione della Giudea, al di là del Giordano.
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il perdono illimitato è una caratteristica cristiana, non si trova in altri contesti religiosi l’amore riconciliatorio. Neanche la cristiana e democratica America è stata capace di rispondere con il perdono e la pazienza per fermare i terroristi/mandanti che la colpirono l’11 settembre 2001.
La rivalsa americana con la famigerata guerra preventiva ha causato tutti i disastri mondiali dal 2003 in poi. Dopo l’invasione dell’Iraq per uccidere Saddam, considerato finanziatore dei talebani, l’immorale guerra preventiva ha guidato ogni altro attacco di guerra, seminando morti, odio, vendette e sperperando una valanga di dollari.
Dicono che dal 2003 ad oggi gli Stati Uniti hanno speso per le guerre in Iraq e Afghanistan oltre seimilaottocento milioni di dollari. Qualcosa come tredicimila miliardi delle vecchie lire. È una cifra stratosferica, è il denaro sperperato che ha rovinato la prima potenza mondiale.
Adesso è facile valutare le capacità minime di Obama, ma anni fa i più grandi quotidiani italiani lo consideravano come il salvatore del mondo. Gli stessi quotidiani che oggi lo accusano di incapacità e lo indicano come un nano politicamente.
La differenza tra chi prega molto e dona la sua vita a Gesù, e chi invece vive una Fede debole, sta nella capacità di discernimento. Durante le elezioni del 2008 la stragrande popolazione mondiale stravedeva per Obama, c’erano miliardi di persone annebbiate dall’incapacità di vedere oltre, di percepire la vera realtà.
C’era qualcuno che diceva ai figli spirituali di non illudersi di Obama, perché non veniva nel nome del Signore, ma era appoggiato da chi è sempre stato avverso al Signore. E le iniziative di Obama hanno colpito la Chiesa Cattolica, hanno continuato le guerre di Clinton e Bush, hanno dissanguato le già vuote casse.
Gli americani sono in ginocchio e disperati per il loro futuro.
Addirittura a Stoccolma assegnarono a Obama il premio Nobel per la pace dopo appena due mesi dal suo insediamento alla Casa Bianca. Il presidente del comitato per il Nobel per la Pace, Thorbjoen Jagland, si faceva vedere in giro con una grande foto di Barack Obama, come se si trattava di un dio incarnato. Incredibile. Il ridicolo non ha svergognato la commissione svedese del Nobel, perché per ben 27 anni l’uomo che più di tutti nella storia mondiale è stato il portatore di pace, si chiamava Giovanni Paolo II.
E la commissione non gli assegnò mai il Nobel, perché composta da massoni.
Oggi sono pochissimi gli americani che si fidano di Obama, per molti giornalisti è passato da semidio a semipirla. Obama con quel suo motto che ha illuso miliardi di confusi, ha fallito pienamente e non è stato migliore di Bush. Contro Bush i no-global italiani organizzavano sfilate, manifestazioni, piazzate. Contro Obama c’è silenzio… Ed è preferibile questo silenzio ad ogni disordine, come sta avvenendo a Londra.
Ieri i telegiornali hanno dato una grave notizia poi smentita, che la Francia era stata declassata dal Rating come è avvenuto giorni fa agli Stati Uniti. È una notizia che aumenta la preoccupazione per le sorti dell’economia mondiale, adesso la crisi ha coinvolto le potenze europee insieme all’America. Negli ultimi cinque giorni è avvenuto un autentico terremoto economico. Ed è solo l’inizio.
Proprio la Francia con il suo agitato presidente ha voluto l’inutile guerra in Libia, sperperando centinaia di milioni di euro e costringendo molte Nazioni tra cui l’Italia.
Noi cristiani siamo contro ogni guerra preventiva o vendicativa, ci possiamo difendere ed attaccare solamente quando effettivamente si tratta di legittima difesa, per la salvaguardia della vita personale o di altri. Leggiamo alcuni capitoli dal nuovo Catechismo.
«Il quinto Comandamento proibisce la distruzione volontaria della vita umana. A causa dei mali e delle ingiustizie che ogni guerra provoca, la Chiesa con insistenza esorta tutti a pregare e ad operare perché la bontà divina ci liberi dall'antica schiavitù della guerra.
Si devono considerare con rigore le strette condizioni che giustificano una legittima difesa con la forza militare. Tale decisione, per la sua gravità, è sottomessa a rigorose condizioni di legittimità morale. Occorre contemporaneamente:
— che il danno causato dall'aggressore alla Nazione o alla comunità delle Nazioni sia durevole, grave e certo;
— che tutti gli altri mezzi per porvi fine si siano rivelati impraticabili o inefficaci;
— che ci siano fondate condizioni di successo;
— che il ricorso alle armi non provochi mali e disordini più gravi del male da eliminare.
Nella valutazione di questa condizione ha un grandissimo peso la potenza dei moderni mezzi di distruzione.
Questi sono gli elementi tradizionali elencati nella dottrina detta della “guerra giusta”» (2307.2309).
Per comprendere meglio questo concetto, leggiamo il numero 2321: “La proibizione dell'omicidio non abroga il diritto di togliere, ad un ingiusto aggressore, la possibilità di nuocere. La legittima difesa è un dovere grave per chi ha la responsabilità della vita altrui o del bene comune”.
Quindi, se non c’è un vero pericolo non ci può essere una guerra. Per evitare le guerre, occorre avere la capacità di perdonare, per fare questo è indispensabile conoscere, amare, adorare Gesù Cristo. Non è possibile perdonare almeno nel cuore, uno che ha compiuto del male.
Il Vangelo di oggi ci ha spiegato proprio questo: se tu ricevi il perdono da Gesù, devi a tua volta perdonare qualsiasi altra persona. Se la tua colpa davanti a Gesù era altissima e ti è stata perdonata, tanto più devi perdonare un fratello che ha commesso un errore inferiore al tuo.
Oggi è Santa Chiara d’Assisi, prima pianticella dei figli di San Francesco, donna forte e umile, contemplativa e obbediente. Lei fu capace di perdonare e di amare i suoi nemici, e quando i Saraceni (musulmani) nel 1240 stavano entrando nel monastero di San Damiano per uccidere le monache, prontamente prese l’ostensorio con l’Eucaristia, l’innalzò e rimase ferma, osservando la fuga dei terrorizzati Saraceni. Erano musulmani che distruggevano Chiese e quanto trovavano di cristiano.
Nel nostro cuore ci sia sempre l’amore verso tutti. Facciamo del bene, facciamolo bene.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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