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giovedì 23 giugno 2011

994 - Commento al Vangelo di oggi 23/6/2011

+ Dal Vangelo secondo Matteo (7,21-29)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”. Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande». Quando Gesù ebbe terminato questi discorsi, le folle erano stupite del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come i loro scribi.

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In pochi giorni, da martedì a oggi, giovedì, abbiamo letto alcuni insegnamenti davvero importanti per la nostra vita. Voglio trascrivere alcune frasi di questi giorni per meditarli nel silenzio della contemplazione, magari si possono stampare le frasi e mettere il foglio sulla scrivania o accanto al letto, in modo da poterlo leggere spesso, anche ogni giorno.
I Santi sono diventati tali perché memorizzavano gli insegnamenti di Gesù e si sforzavano di attuare nella giornata, quei propositi scaturiti dalla meditazione. Non si improvvisa il cammino di conversione o di santità.
Vediamo i tre insegnamenti più interessanti da martedì a oggi: “Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!” (martedì).
“Dai loro frutti li riconoscerete. Si raccoglie forse uva dagli spini, o fichi dai rovi? Così ogni albero buono produce frutti buoni e ogni albero cattivo produce frutti cattivi; un albero buono non può produrre frutti cattivi, né un albero cattivo produrre frutti buoni” (mercoledì).
«Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel Regno dei Cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei Cieli» (giovedì).
Non avvertiamo la sensazione che Gesù si stia rivolgendo ad ognuno di noi?
Possiamo immaginare con quale dolcezza e fermezza Gesù ha spiegato questi insegnamenti, quale premura e preoccupazione conservava nel Cuore, per tutti i peccatori. La nostra risposta deve essere operativa, dobbiamo manifestare a Gesù, Lui che ci vede sempre e ci conosce perfettamente, fino la più piccola fibra, che vogliamo diventare creature nuove, persone splendide dentro, rinnovati nel cuore e nelle opere.
Martedì ci ha detto che la porta per entrare nella sua Vita Divina è stretta, e rimane impossibile stabilire una profonda comunione con Lui se camminiamo sulla via larga.
Mercoledì ci ha insegnato che dalle nostre opere si riconosce la nostra anima. L’identità.
Giovedì, oggi, ci dice che non basta ripetere preghiere ed invocazioni estatiche, o fare ritiri ed incontri di preghiera, se non si compie la volontà di Dio. Nel mio libro “Sacerdote, chi sei Tu”, ho scritto che un Sacerdote può anche compiere il giro del mondo a piedi, predicando che Gesù è il Signore, ma se non è volontà di Dio, tutto è inutile. Forse Dio lo chiamava a servirlo in una parrocchia di un piccolo paese sconosciuto per renderlo umile…
Invece, un piccolo gesto compiuto secondo la volontà di Dio, è una grande cosa.
Ma l’uomo è debole, i suoi propositi spesso rimangono propositi, non riesce a realizzarli perché manca la forza spirituale. Questa capacità spirituale arriva dai Sacramenti e dalla preghiera, dalla richiesta umile a Gesù e alla Madonna di sostenere gli sforzi.
Tra l’uomo debole e l’uomo che parla con ipocrisia del Signore, che ostenta una Fede che non ha, certamente il primo quantomeno è sincero con se stesso. Infatti Gesù afferma che annunciare il suo Nome per strumentalizzarlo, non è una buona cosa. “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.
È molto brutto predicare se stessi, voler essere protagonisti, succede anche ai laici.
Ma la Parola che oggi ci induce una forte riflessione, è soprattutto la casa costruita sulla roccia e la casa costruita sulla sabbia. Molte persone si smarriscono dinanzi una sofferenza, si disperano ed accusano Dio per le prove che manda, non vanno più a Messa e quasi perdono la Fede. Evidentemente la loro casa spirituale era costruita sulla sabbia, alla prima acqua è crollata.
Al contrario, quanti hanno costruito l’edificio spirituale sulla Parola di Gesù e osservano i Comandamenti, si sforzano di vincere i vizi e praticare le virtù, nonostante le cadute e le fermate, gioiscono quando la tempesta della sofferenza sbatte sulla loro casa senza procurare agitazioni e abbattimenti.
Si rimane vicini a Gesù quando costruiamo il presente e il futuro sulla sua Persona.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.

Proposito
Oggi pregherò con la preghiera del Magnificat e mi soffermerò soprattutto, a meditare la frase “ha guardato l’umiltà della sua serva”.

Pensiero
L’umiltà è come la catena del Rosario: se la catena si rompe, i granelli se ne vanno. Se cessa l’umiltà, tutte le virtù spariscono. (Don E. Poppe)
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Medaglia di San Benedetto