+ Dal Vangelo secondo Matteo (7,6.12-14)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi. Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro: questa infatti è la Legge e i Profeti. Entrate per la porta stretta, perché larga è la porta e spaziosa la via che conduce alla perdizione, e molti sono quelli che vi entrano. Quanto stretta è la porta e angusta la via che conduce alla vita, e pochi sono quelli che la trovano!».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Una Parola con tre insegnamenti precisi, anche se spesso molti hanno difficoltà a capire la vera identità dei loro interlocutori. Il dialogo in famiglia scorre con chiarezza, mentre nei luoghi di lavoro e in altri contesti non è facile arrivare a conoscere la sincerità degli interlocutori.
Dei tre insegnamenti, il primo è più complicato, Gesù ci comanda di non dare le perle ai porci. Egli non vuole offendere nessuno, usa queste categorie per distinguere i suoi insegnamenti (le perle) da quanti intenzionalmente invece vogliono distruggerli (anticlericali). Se la predicazione e l’annuncio della salvezza in Gesù Cristo, sono la missione dei testimoni della sua presenza, bisogna anche evitare di esporre il Vangelo al disonore. La missione di ogni cristiano deve assumere la caratteristica di fedeltà e di prudenza. Anche se prioritario, non è importante solamente l’annuncio della Parola, occorre anche verificare chi è l’interlocutore, perché se il suo cuore è chiuso ermeticamente a qualsiasi religiosità, è fiato sprecato rimanere a parlare.
Non è difficile capire quando l’interlocutore è spiritualmente impenetrabile.
Comprendo la sorpresa di qualcuno, penserà che il Vangelo è riservato solo agli eletti o che non è giusto parlare di Dio anche agli atei. Non possiamo modificare la Parola di Gesù, è Lui a dire di non dare le perle ai porci, ma c’è da fare una distinzione importante.
Ci sono atei disponibili al confronto e sinceramente pronti ad un’eventuale tocco della Grazia di Dio. Perché la conversione avviene quando la Grazia tocca la persona.
E ci sono invece atei ferocemente prevenuti contro Gesù, la Chiesa, la Madonna e ogni riferimento sacro. Dialogare con essi è inutile, diventano più accaniti e scontrosi, si irrigidiscono contro Gesù e in cuor loro Lo bestemmiano.
Esporre gli insegnamenti del Vangelo a persone che lo odiano, significa deprezzarlo, disonorare la Parola di Dio dinanzi a quanti Lo oltraggiano anche con i soli pensieri. Sono i nemici accaniti di Gesù, schierati in trincea come in una guerra contro Dio. La loro vita scorre tra odio e progetti malefici contro Dio e la sua Chiesa.
Sembra assurdo un comportamento del genere, invece sono molti gli inferociti nemici di Dio. Certo, molti sono astuti e non manifestano mai l’odio e la bestemmia contro Dio, tutti però manifestano occhi spenti, di ghiaccio, freddi. Occhi calcolatori, che manifestano una contorta mente. Considerando il loro stato negativo, è bene evitare qualsiasi discorso su Gesù. Si dovrà rimanere in silenzio sempre? No, innanzitutto si comincia a pregare per loro e si attende il momento favorevole, magari in un loro momento di difficoltà o di sofferenza. Gesù conosce perfettamente tutti i cuori, Lui ci fa comprendere quando è il momento di parlare, dobbiamo però chiederglielo nella preghiera, magari davanti l’Eucaristia. Chiediamo di aprire i cuori induriti, di fare ascoltare chi è sordo e tale vuole rimanere, di illuminare le coscienze oscurate dall’orgoglio e dall’egoismo.
Mentre il secondo insegnamento ci invita a corrispondere agli altri quello che desideriamo noi. “Tutto quanto volete che gli uomini facciano a voi, anche voi fatelo a loro”. Quanto chiediamo per noi, dobbiamo donarlo agli altri, non possiamo pretendere diritti e dimenticare i doveri. Se chiediamo amore, rispetto, verità, dobbiamo donare lo stesso e anche più. Poi, Gesù ci indica che la porta del Paradiso è molto stretta, si richiede una riduzione di quei vizi che rendono la persona “abbondante”. Attraversare questa porta non è affatto scontato, occorrono le condizioni spirituali. Occorre innanzitutto il desiderio della salvezza, e non è la celebrazione o la partecipazione alla Santa Messa a garantire rettamente questo desiderio.
Si tratta di trovare la strada della vera vita, della corrispondenza alla Grazia di Dio, di vivere le promesse battesimali. La nostra vita cristiana deve seguire le orme del Maestro, diventa indispensabile conoscere bene la Persona di Gesù, perché è Lui la Porta su cui entrare, e la Via è il Vangelo.
Oggi circola anche una falsa dottrina protestante che si è affermata in molti cuori e in molte parrocchie. Il pensiero che ha invaso mente e cuore di moltissimi è la convinzione del Paradiso aperto a tutti, non occorre alcuna opera buona per salvarsi, ignorando la rivelazione di Gesù e la lunga storia del Cristianesimo. Chi afferma questo non è in buonafede, manipola il Vangelo e non lo serve. Se fosse vero questo, non servirebbe a nulla l’osservanza dei Comandamenti e delle Beatitudini, sarebbero superflui i Sacramenti, a nulla varrebbero le preghiere e le buone opere. L’uomo senza Dio si illude di manipolare il Vangelo, proclamando una salvezza indipendentemente dalla Fede e dalle buone opere, ma Gesù lo ha detto chiaramente, la sua Verità è inequivocabile. Chi si mette fuori dal Vangelo non può salvarsi, non cammina nella Verità.
È vero che Gesù richiede un impegno, ma ci dona abbondante Grazia per raggiungere la meta. Se troviamo impegnativo il cammino, c’è la Madonna ad aiutarci e a sostenere la nostra vita spirituale. Rivolgiamoci a Lei ogni giorno, consacriamoci al suo Cuore Immacolato, recitiamo il Rosario, potentissima arma che vince e ci ottiene Grazie. Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
Proposito
Oggi pregherò con la preghiera del Magnificat e mi soffermerò soprattutto, a meditare la frase “ha guardato l’umiltà della sua serva”.
Pensiero
L’umiltà è come la catena del Rosario: se la catena si rompe, i granelli se ne vanno. Se cessa l’umiltà, tutte le virtù spariscono. (Don E. Poppe)
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