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venerdì 24 giugno 2011

995 - Commento al Vangelo di oggi 24/6/2011

+ Dal Vangelo secondo Luca (1,57-66.80)
Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccarìa. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante si aprirono la sua bocca e la sua lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: «Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui. Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
C’è un’affermazione di Gesù su Giovanni Battista abbastanza eloquente, un’attestazione di stima e piena fiducia. D’altronde era stato Dio a sceglierlo come Precursore, a santificarlo nel grembo della madre Elisabetta, quando la Madonna, sua cugina, si recò a casa sua perché aveva saputo dallo Spirito che era incinta. Non appena la Madre di Dio salutò la cugina Elisabetta, il suo bambino sussultò nel grembo, fu santificato per svolgere al meglio l’importante missione che Lo attendeva.
Oggi è il compleanno di Giovanni Battista, è l’unico Santo di cui festeggiamo anche la nascita (oltre la Madonna), appunto un Santo molto speciale, un uomo penitente e contemplativo che sceglie il deserto per lunghi anni di silenzio e digiuni o mangiando locuste e miele selvatico.
Sua madre non poteva avere figli, la nascita di Giovanni è già miracolosa per questo. Lui e Gesù, cugini e figli di donne, impossibilitate per la natura ad avere figli: una sterile e l’altra Vergine!
L’affermazione di Gesù su Giovanni Battista la pronuncia dopo avere dato importanti insegnamenti ai soli Apostoli, che leggiamo nel capitolo 10 di San Matteo. Subito dopo partirono per insegnare e predicare nelle loro città. Frattanto Giovanni era ancora in carcere a causa della sua predicazione, e i suoi discepoli cominciavano ad inquietarsi sulla venuta del Messia. Così li manda a chiedere garanzie a Gesù: “Sei tu colui che deve venire o dobbiamo attenderne un altro?” (Mt 11,3).
“Gesù rispose: Andate e riferite a Giovanni ciò che voi udite e vedete: I ciechi ricuperano la vista, gli storpi camminano, i lebbrosi sono guariti, i sordi riacquistano l'udito, i morti risuscitano, ai poveri è predicata la buona novella, e beato colui che non si scandalizza di me” (Mt 11,5-6).
Questa risposta conferma a Giovanni che non aveva atteso invano il Messia. I suoi discepoli se ne andarono, e Gesù si mise a parlare di Giovanni alle folle: «Che cosa siete andati a vedere nel deserto? Una canna sbattuta dal vento? Che cosa dunque siete andati a vedere? Un uomo avvolto in morbide vesti? Coloro che portano morbide vesti stanno nei palazzi dei re! E allora, che cosa siete andati a vedere? Un profeta? Sì, vi dico, anche più di un profeta. Egli è colui, del quale sta scritto: Ecco, io mando davanti a te il mio messaggero che preparerà la tua via davanti a te. In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel regno dei cieli è più grande di lui. Dai giorni di Giovanni il Battista fino ad ora, il regno dei cieli soffre violenza e i violenti se ne impadroniscono” (Mt 11,7-12).
L’affermazione di Gesù che vi annunciavo è contenuta in questo discorso elogiativo al Precursore: “In verità vi dico: tra i nati di donna non è sorto uno più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel Regno dei Cieli è più grande di Lui” (Mt 11,11).
Gesù definisce la grandezza e la missione di Giovanni Battista, incaricato dallo Spirito Santo a preparare l’umanità alla venuta del Messia e a condurla alle soglie del Vangelo.
È Precursore, perché prepara, precede uno più grande di Lui. Sarà Lui a indicare “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”. Toccherà a Lui impartire un battesimo di penitenza che preparava alla conversione, per poi arrivare al vero Battesimo nello Spirito Santo, istituito da Gesù.
Giovanni Battista è stato grande perché si è annientato dinanzi la venuta di Gesù, era premuroso nel cercare di scomparire per lasciare tutta la scena al Signore. La sua umiltà si può paragonare a un albero con radici profondissime che non si vedono all’esterno. Per questo Gesù Lo indica come il più grande tra i nati di donna. L’indicazione riguarda il periodo dell’Antico Testamento fino alla venuta di Gesù, perché proprio la figura del Battista pone termine all’antica Alleanza tra Dio e il popolo eletto.
Un Profeta di questa levatura è la separazione tra le due Alleanze, e la nuova sarà compiuta da Gesù con un nuovo popolo, quello cristiano. Giovanni partecipa perché annuncia l’arrivo di Colui che è molto più grande di Lui. “Ecco l’uomo di cui io dissi: Colui che viene dopo di me mi è passato avanti, perché era prima di me”.
Giovanni sa che il Messia esisteva come Dio ben prima di Lui, per questo afferma: “Era prima di me”. Sa che il suo mandato sarebbe terminato con la presenza del Signore e con vera umiltà si scherniva quando Lo scambiavano per il Messia: “Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a Lui. Egli deve crescere e io invece diminuire”.
La figura di Giovanni Battista è una roccia, non teme nessuno e predica apertamente tutta la verità, perché così voleva Dio. Gesù successivamente condannerà gli ipocriti: “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che rassomigliate a sepolcri imbiancati: essi all'esterno son belli a vedersi, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni putridume” (Mt 23,27).
Non ha paura di gridare i peccati della società di quel tempo, lo fa perché compie la volontà di Dio, non ha agito da sprovveduto e con spirito ribelle. Dio Lo ha chiamato a predicare la verità a quel popolo, per preparare la venuta del Figlio eterno.
La Chiesa oggi ha bisogno di tanti Giovanni Battista, è urgente predicare la Verità del Vangelo così come l’ha trasmessa Gesù Cristo, far conoscere le strutture di peccato, quelle condizioni di vita che conducono all’abbraccio mortale con ogni forma di perversione. E poi rimane difficilissimo liberarsene. Solo la Grazia di Dio potrà dare la forza.
Giovanni Battista è Santo perché ha una forte capacità di sintesi, ci insegna con poche parole a cercare quello che veramente vale nella vita.
Ogni cristiano deve sentirsi coinvolto nell’opera di evangelizzazione della società, con le sue capacità e i suoi tempi. Dobbiamo trasmettere la nostra Fede agli altri e questo la irrobustirà, perché la Fede è un dono da trasmettere. Più la doni agli altri e più ti aumenta.Con la preghiera, la testimonianza sincera ed autentica, la parola giusta e fedele al Vangelo, si potranno toccare molti cuori e condurli a Gesù. Vediamo un po’ ovunque molte edificanti conversioni. Giovanni Battista ci infonde speranza per il futuro, ci invita ad avere fiducia di Gesù perché insieme a Lui il nostro avvenire sarà migliore. Lui lo ha vissuto pienamente, arrivando a donare la sua vita per testimoniare la verità.
Il nome Giovanni è significativo: Dio fa Grazia. Ognuno di noi è frutto della Grazia. Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.

Proposito
Oggi pregherò con la preghiera del Magnificat e mi soffermerò soprattutto, a meditare la frase “ha guardato l’umiltà della sua serva”.

Pensiero
L’umiltà è come la catena del Rosario: se la catena si rompe, i granelli se ne vanno. Se cessa l’umiltà, tutte le virtù spariscono. (Don E. Poppe)
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