+ Dal Vangelo secondo Matteo (13,10-17)
In quel tempo, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del Regno dei Cieli, ma a loro non è dato. Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. Così si compie per loro la profezia di Isaìa che dice:
“Udrete, sì, ma non comprenderete, guarderete, sì, ma non vedrete.
Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi
e hanno chiuso gli occhi, perché non vedano con gli occhi, non ascoltino con gli orecchi
e non comprendano con il cuore e non si convertano e io li guarisca!”.
Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. In verità Io vi dico: molti Profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù parlava in parabole, in queste si trova il suo insegnamento più vivace. La parabola era un genere letterario caro agli ebrei, Gesù ne fece un vero ed efficacissimo strumento per spiegare i suoi insegnamenti. Anche i più semplici potevano comprendere la sua dottrina, però in questa pagina notiamo l'intenzione manifesta di Gesù di non far comprendere a tutti alcuni insegnamenti.
Per quale ragione il Signore non spiegò chiaramente ai peccatori le sue parole, quando era venuto per salvare tutti i peccatori?
È una domanda provocatoria, perché solo Gesù faceva tutto perfettamente e anche in questa circostanza aveva motivazioni validissime. Alla domanda dei discepoli sul motivo delle parabole insegnate ai peccatori e la loro incapacità di comprenderle, Gesù rivelò una verità drammatica: "Guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono". Non era Gesù a rifiutare la Parola di salvezza, erano induriti i cuori dei peccatori e ogni spiegazione sarebbe stata inutile.
In un altro passo del Vangelo di Matteo Gesù afferma: "Non date le cose sante ai cani e non gettate le vostre perle davanti ai porci, perché non le calpestino con le loro zampe e poi si voltino per sbranarvi" (Mt 7,6).
La risposta alla domanda sulle parabole insegnate ai pagani è questa: tali cose devono essere dette e Io ve le dico e ve ne spiego il significato; ad altri non è dato di comprenderle perché non lo meritano, non meritano di essere risanati.
Come si spiega allora la misericordia infinita di Dio? L'ho scritto alcuni giorni fa, essa è davvero infinita per tutti coloro che non abusano di questa misericordia, perché sono molti quelli che in nome della misericordia di Dio vivono nei peccati più obbrobriosi e si illudono di salvarsi senza alcun merito. È uno dei peccati contro lo Spirito Santo, è la presunzione di salvarsi senza merito.
Quando il credente non mette alcun impegno per non ricadere in determinati peccati, respinge e abusa della misericordia di Dio.
Non spiegando le parabole ai peccatori, Gesù dava un primo castigo dovuto però alla durezza dei loro cuori. Lo affermava anche Isaia: "Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile, sono diventati duri di orecchi e hanno chiuso gli occhi".
Molti ebrei avevano davanti ai loro occhi la Scrittura aperta e chiara eppure non osservavano la Legge e i Comandamenti.
Gesù parlava chiaramente e senza filtri, davanti a questi peccatori non rivelava il significato della parabola e così in realtà usava misericordia verso essi. Erano persone dirette alla dannazione e non volevano assolutamente osservare i Comandamenti né gli insegnamenti del Vangelo.
Se Gesù avesse rivelato loro la spiegazione delle parabole, i loro cuori si sarebbero ancora di più induriti, ma il fatto grave era un altro: avrebbero dovuto patire maggiori pene nell'inferno. Gesù amava infinitamente anche quei peccatori e non volle appesantire il loro carico di peccati che li avrebbe torturati nell'inferno e per l'eternità.
Gesù risparmiò a quei peccatori il raddoppio delle pene eterne, che essi con la loro ostinazione avevano scelto.
Dobbiamo riflettere sull'eternità, sulla vita interminabile dopo questo pellegrinaggio e così ci distaccheremo da tantissime vanità e dai vizi miserabili. È il momento di fermarci a riflettere sulla nostra condizione presente e sulla vita eterna, che non avrà mai fine.
Dove stiamo andando e quali sono i veri valori della vita? Stiamo davvero mettendo Gesù al centro? Se non c'è Lui, chi ci aiuterà?
Se il nostro cuore rimane indurito e rimaniamo indifferenti alle parole del Vangelo, ed anche i miei inviti rimangono inascoltati?
Gesù dice anche una parola scandalizzante: "A colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha". A chi non ha interesse per le cose di Dio né volontà di servirlo, parlare del Regno di Dio sarebbe fatica sprecata. I farisei avevano visto innumerevoli miracoli di Gesù eppure non si convertirono.
Molti cattolici leggono il Vangelo, conoscono i miracoli di Gesù ma non si convertono veramente al Vangelo del Signore.
Sperano forse nella misericordia? E se non ne hanno meriti? Gesù è immensamente buono ma non si può abusare della sua bontà.
Non è automatica la vera conversione e non è una conversione la frequenza alla Messa festiva per poi vivere nelle trasgressioni!
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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