Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

Nulla è più urgente nel mondo d'oggi di proclamare Cristo alle genti. Chiunque tu sia, puoi, se vuoi, lasciare un tuo contributo, piccolo o grande che sia, per dire, comunicare, annunciare la persona di Gesù Cristo, unico nostro salvatore. Uno speciale benvenuto a LADYBUG che si è aggiunta di recente ai sostenitori ! *************************************************** Questo blog è sotto la protezione di N.S. Gesù Cristo e della SS Vergine Maria, Sua Madre ed ha come unica ragione di esistere di fornire un contributo, sia pure piccolo ed umile, alla crescita della loro Gloria. ***************************************************



Con Cristo non ci sono problemi, senza Cristo non ci sono soluzioni.

mi trovate anche su questo blog
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sabato 30 novembre 2013

2746 - Commento al Vangelo del 30/11/2013

+ Dal Vangelo secondo Matteo (4,18-22)
In quel tempo, mentre camminava lungo il mare di Galilea, Gesù vide due fratelli, Simone, chiamato Pietro, e Andrea suo fratello, che gettavano le reti in mare; erano infatti pescatori. E disse loro: «Venite dietro a Me, vi farò pescatori di uomini». Ed essi subito lasciarono le reti e Lo seguirono. Andando oltre, vide altri due fratelli, Giacomo, figlio di Zebedèo, e Giovanni suo fratello, che nella barca, insieme a Zebedèo loro padre, riparavano le loro reti, e li chiamò. Ed essi subito lasciarono la barca e il loro padre e Lo seguirono. 
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Nelle litanie Lauretane invochiamo la Madonna con il titolo di "Casa d'oro", recinto di fulgidissimo splendore. È il Tempio che Dio ha pensato dall'eternità per farvi dimorare il proprio Figlio per nove mesi e dargli Carne e Sangue per diventare Uomo, un Tempio Immacolato e completamente inondato dallo Spirito Santo.
Nell'Antico Testamento il primo Tabernacolo, e più tardi il Tempio, era la Casa di Dio, dove aveva luogo l'incontro del Signore con il suo popolo. Salomone decise di costruire il Tempio e fece utilizzare i migliori materiali fino a farlo rivestire d'oro. Grande importanza ebbe quel Tempio per il popolo di Israele e la loro fede in Dio. Però Dio aveva pensato da sempre ad un Tempio per abitarvi per nove mesi e ricevere la vita umana.
Quando venne la pienezza dei tempi e Dio decretò la propria venuta nel mondo, preparò in modo adeguato una Creatura, Maria, dove Egli avrebbe abitato per nove mesi, dall'Incarnazione fino alla nascita a Betlemme. In Maria Vergine Dio lasciò l'impronta del suo potere e del suo amore. La giovane Maria diede a Dio un Corpo innocente, Dio diede a Maria parte della sua santità, fino a renderla Corredentrice del genere umano e Regina dell'universo.
L'Eterno entrò nel tempo tramite Maria Vergine, sempre tramite Lei vuole entrare nelle anime e divinizzarle con il suo Spirito.
La Madonna ha anche il compito di istruirci nel cammino di perfezione, di facilitarci la vera conversione e darci quelle conoscenze indispensabili per vincere istinto e vizi per deciderci di vivere nella volontà di Dio. Chi si consacra alla Madonna e segue i suoi insegnamenti spiegati ampiamente nei messaggi di Medjugorje, con grande facilità riceve i doni dello Spirito Santo.
Come insegna la Madonna a Medjugorje, l'azione di Dio avviene sempre con soavità e non nell'agitazione o nel falso misticismo, non si avverte sul momento quanto avviene nell'anima ma l'azione dello Spirito è efficace. La persona non cade in estasi o finge di esserlo, perchè è la sua serietà a favorire la presenza dello Spirito, deve considerarsi indegna dei doni ricevuti.
Lo Spirito Santo agisce con potenza esclusivamente dove trova la presenza della sua Sposa Immacolata e l'umiltà del credente.
Oggi dobbiamo chiedere con soave insistenza alla Madonna di ricolmarci del suo Spirito, di farci visitare dallo Spirito Santo e donarci i suoi doni per amare e servire con maggiore decisione Gesù. La Vergine Maria possedette in grado altamente maggiore di qualsiasi altra creatura i doni dello Spirito di Dio.
Con il dono dell'intelletto Ella penetrò al massimo il significato nascosto delle Scritture e qui il riferimento riguarda la sua vita terrena, perchè in Cielo è tutta un'altra cosa!
Il dono di scienza accrebbe ancor più la visione della Fede di Maria. Per mezzo di questo dono sapeva giudicare il rapporto che tutte le cose e gli avvenimenti avevano rispetto al piano di salvezza.
Il dono di sapienza perfezionò nella Vergine la virtù della carità e Le consentì di gustare e sperimentare la conoscenza delle cose divine.
Il dono di consiglio perfezionò nella Vergine la virtù della prudenza e Le permise di scoprire con prontezza la volontà di Dio nelle situazioni ordinarie della vita. Sotto l'influsso di questo dono la Vergine agì sempre con facilità e come mossa da Dio.
Il dono di pietà diede alla Vergine una specie di istinto filiale che impregnava tutti i suoi rapporti con Gesù.
Con il dono di fortezza che ricevette in massimo grado, potè sopportare con pazienza le contrarietà quotidiane, i cambiamenti di programma.
Il santo timor di Dio La condusse a una costante e profonda adorazione dinanzi all'infinità di Dio, dal quale aveva ricevuto tutto.
Insieme a Sant'Andrea che festeggiamo oggi, decidiamoci con forza di lasciare le reti/trappole del mondo per lasciarci avvolgere dallo Spirito Santo e rimanere potentemente protetti nel sicuro rifugio del Cuore Immacolato di Maria. Consacriamoci a Lei ogni giorno e imitiamo le sue virtù.
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2745 - Santa Maura di Costantinopoli, Martire

Il Baronio l'ha introdotta nel Martirologio Romano al 30 novembre senza una spiegazione sufficiente, poiché non si conosce alcuna vergine e martire di questo nome né a Costantinopòli, né altrove.
Vi era tuttavia in questa città, almeno dal VI sec., nel quartiere chiamato Iustinianae, una chiesa in onore dei ss. martiri Timoteo lettore e Maura, sua moglie. Ma costoro avevano sofferto per la fede nella Tebaide, dove il governatore Arriano, voleva far loro consegnare i libri sacri e rinnegare Cristo. Avendo i due martiri opposto un rifiuto, il governatore inflisse loro diversi tormenti e infine li condannò alla crocifissione. I sinassari bizantini li menzionano al 10 novembre e al 3 maggio. Potrebbe però darsi che la confusione del Martirologi Romano derivi da altra fonte.

venerdì 29 novembre 2013

2744 - Commento al Vangelo del 29/11/2013

+ Dal Vangelo secondo Luca (21,29-33)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola: «Osservate la pianta di fico e tutti gli alberi: quando già germogliano, capite voi stessi, guardandoli, che ormai l’estate è vicina. Così anche voi: quando vedrete accadere queste cose, sappiate che il Regno di Dio è vicino. In verità Io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto avvenga. Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno». 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In questo 1° giorno della Novena consideriamo il disegno di Dio sulla Vergine Maria evidenziato nelle profezie dell'Antico Testamento. Ella era annunciata e prefigurata nelle profezie e nelle donne eroine che agivano nella volontà dell'Eterno. Maria Santissima era indicata come la Stella che annunciava l'arrivo della Luce, la Stella apparsa in mezzo all'oscurità in un mondo immerso nelle tenebre.
La Beata Vergine Maria era stata annunciata agli inizi stessi della rivelazione, si parla di Lei quando si annunciava la salvezza dopo la caduta di Adamo ed Eva. Dio mentre condannava il serpente pensava già alla Donna che avrebbe partorito il Redentore: "Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe: questa ti schiaccerà la testa e tu le insidierai il calcagno" (Gn 3,15).
La Donna è Maria, è la nuova Eva, dalla quale nascerà Cristo, definitivo vincitore del demonio simboleggiato dal serpente. Di fronte al suo potere il demonio non potrà nulla. Proprio in Maria Vergine si avrà la più grande inimicizia che si possa concepire sulla terra tra la Grazia e il peccato.
Il Profeta Isaia indicava la Vergine Maria come la Madre verginale del Messia.
La Chiesa pure applica a Maria Santissima l'elogio che il popolo di Israele rivolse a Giuditta, sua salvatrice: "Tu sei la gloria di Gerusalemme, tu magnifico vanto d'Israele, tu splendido onore della nostra gente. Tutto questo hai compiuto con la tua mano, egregie cose hai operato per Israele, di esse Dio si è compiaciuto. Sii sempre benedetta dall'onnipotente Signore" (Gdt 15,9-10).
Le citazioni dell'Antico Testamento prefiguravano quella Donna come la prescelta dall'eternità, infatti quando Dio pensò al Figlio Redentore pensò anche alla Madre, socia perfetta in ogni sua opera e, quindi, Corredentrice ma subordinata al Redentore.
Troviamo la Madonna presente all'alba della Redenzione e agli inizi stessi della rivelazione, così si trova sempre agli inizi della nostra conversione a Cristo, della nostra santità e della nostra salvezza.
Però Maria Santissima non ha una luminosità sua propria, una luminosità che venga da Lei, ma riflette quella del Redentore suo e nostro e gli da gloria. La presenza della Madonna rimane inevitabile nel cammino spirituale, è Lei che conduce con facilità verso il Cuore di Gesù.
Maria Vergine è la Madre della speranza perchè consola e dona quella forza necessaria per resistere nelle prove e nelle sofferenze.
Ella è la Benedetta fra le donne, non solo perchè divenne la Tutta Santa per volontà di Dio, ma per avere risposto perfettamente a tutto quanto Le veniva chiesto. In Lei la docilità al piano di Dio è stata naturale, non pensava alla sua vita perchè l'aveva donata pienamente a Dio. In Lei troviamo la Maestra per imparare a vivere il Vangelo, ad amare Gesù e a scoprire la necessità del rinnegamento per crescere nell'amore verso Dio.
Meditiamo oggi un messaggio dato dalla Madonna al gruppo di preghiera di Medjugorje il 30 ottobre 1983: ci permette di comprendere meglio la sua capacità nell'indicarci le soluzioni migliori per vivere in pace e nella gioia. Rimanere bloccati nella vita spirituale dipende dalla poca preghiera e da moltissime dissipazioni, ma c'è il rimedio per vincere la pigrizia o accidia spirituale. Queste le parole della Madonna:
«Perché non vi abbandonate a me? So che pregate a lungo, ma abbandonatevi veramente e completamente a me. Affidate a Gesù le vostre preoccupazioni. Ascoltate ciò che Egli vi dice nel Vangelo: “Chi di voi, per quanto si dia da fare, può aggiungere un’ora sola alla sua vita?”. Pregate anche la sera, al termine della vostra giornata. Sedetevi nella vostra stanza e dite il vostro grazie a Gesù. Se alla sera guardate a lungo la televisione e leggete i giornali, la vostra testa si riempirà solo di notizie e di tante altre cose che vi tolgono la pace. Vi addormenterete distratti e al mattino vi sentirete nervosi e non avrete voglia di pregare. E in questo modo non c’è più posto per me e per Gesù nei vostri cuori. Se invece alla sera vi addormentate nella pace e pregando, al mattino vi sveglierete col cuore rivolto a Gesù e potrete continuare a pregarlo nella pace».
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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2743 - San Saturnino di Tolosa, Vescovo e martire

Saturnino, vescovo di Tolosa, è uno dei santi più popolari in Francia e in Spagna, dov'è considerato protettore delle corride. La Passio Saturnini è oltretutto un documento molto importante per la conoscenza dell'antica Chiesa della Gallia. Secondo l'autore della Passio, che scrisse tra il 430 e il 450, Saturnino fissò la sua sede a Tolosa nel 250, sotto il consolato di Decio e Grato. In quell'epoca, riferisce l'autore, in Gallia esistevano poche comunità cristiane, composte di un esiguo numero di fedeli, mentre i templi pagani rigurgitavano di folle che sacrificavano agli dei. Saturnino, arrivato da poco a Tolosa, probabilmente dall'Africa (il nome è infatti africano) o dall'Oriente, come si legge sul Missale Gothicum, aveva già raccolto i primi frutti della sua predicazione, guadagnando alla fede in Cristo un buon numero di cittadini. Il santo vescovo, per raggiungere un piccolo oratorio di sua proprietà, passava tutte le mattine davanti al Campidoglio, cioè al principale tempio pagano, dedicato a Giove Capitolino, dove i sacerdoti pagani offrivano in sacrificio al dio pagano un toro per averne i responsi chiesti dai fedeli.
A quanto pare la presenza di Saturnino rendeva muti gli dei e di ciò i sacerdoti incolparono il vescovo cristiano, la cui irriverenza avrebbe urtato la suscettibilità delle divinità pagane. Un giorno la folla circondò minacciosamente Saturnino e gli impose di sacrificare un toro sull'altare di Giove. Al rifiuto del vescovo di immolare l'animale, che poco dopo sarebbe stato lo strumento inconscio del suo martirio, e più ancora di fronte a quello che i pagani ritenevano un provocatorio oltraggio alla divinità, avendo affermato Saturnino di non aver paura dei fulmini di Giove, impotente perchè inesistente, gli inferociti astanti lo afferrarono e lo legarono al collo del toro, pungolando poi l'animale che fuggì infuriato giù per le scale del Campidoglio, trascinandosi dietro il vescovo. Saturnino, straziato nelle membra, morì poco dopo e il suo corpo venne abbandonato in mezzo alla strada, dove lo raccolsero due pietose donne, dandogli sepoltura "in una fossa molto profonda". Su questa tomba un secolo dopo S. Ilario costruì una cappella in legno, che andò presto distrutta e si perdette per qualche tempo lo stesso ricordo, finchè nel secolo VI il duca Leunebaldo, rinvenute le reliquie del martire, vi fece edificare sul luogo la chiesa dedicata a S. Saturnino, in francese Saint Sernin-du-Taur, che nel Trecento assunse l'attuale nome di Notre-Dame du Taur.

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giovedì 28 novembre 2013

2742 - Commento al Vangelo del 28/11/2013

+ Dal Vangelo secondo Luca (21,20-28)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. Allora coloro che si trovano nella Giudea fuggano verso i monti, coloro che sono dentro la città se ne allontanino, e quelli che stanno in campagna non tornino in città; quelli infatti saranno giorni di vendetta, affinché tutto ciò che è stato scritto si compia. In quei giorni guai alle donne che sono incinte e a quelle che allattano, perché vi sarà grande calamità nel paese e ira contro questo popolo. Cadranno a fil di spada e saranno condotti prigionieri in tutte le nazioni; Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti. Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’Uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina». 
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il Vangelo continua a presentarci il capitolo 21 e fa aumentare l'agitazione in chi non ha ancora compreso che Gesù proteggerà i suoi veri seguaci e santificherà le loro anime. Oggi il Signore si sofferma su Gerusalemme, la città santa per tre anni Lo aveva rifiutato ed arriverà a tradirlo prima di crocifiggerlo. Gesù lancia la sua condanna per il grande rifiuto pronunciato contro Lui e predice tempi tremendi per la città: "Gerusalemme sarà calpestata dai pagani finché i tempi dei pagani non siano compiuti".
Puntualmente dopo circa quarant'anni (73) l'esercito romano, guidato da Tito Flavio Vespasiano (il futuro imperatore Tito) assediò e conquistò la città di Gerusalemme, occupata dai ribelli ebrei sin dall'inizio della rivolta, nel 66. Ecco come sintetizza il tutto Giuseppe Flavio: "La città di Gerusalemme venne abbattuta dalla rivoluzione, poi i Romani abbatterono la rivoluzione, che era molto più forte delle sue mura; e di questa disgrazia si potrebbe attribuirne la causa all'odio di chi si trovava al suo interno, ai Romani il merito di aver ripristinato la giustizia. Ma ognuno può pensarla come crede, vedendo come accaddero i fatti realmente"(Giuseppe Flavio, Guerra giudaica, V 6.1.257)
La profezia su Gerusalemme si è verificata, il resto dovrà ancora avvenire e nessuno conosce la data, chi lo afferma è un falso e Dio non è in lui o lei. Leggiamo quanto ha detto proprio Gesù a Catalina, la mistica della Bolivia che ha ricevuto molti messaggi approvati poi nel 1998 dall'Arcivescovo Renè Fernandez Apaza.
Nel Vangelo di oggi Gesù dice queste profezie: "Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’Uomo venire su una nube con grande potenza e gloria".
Questa parte di un messaggio dato a Catalina che leggiamo adesso è proprio un commento al Vangelo. Sono le parole di Gesù:
"I perseguitati a causa della giustizia e le anime giuste, non hanno da temere, perchè Io li salverò. L'umanità sta vivendo tempi peggiori di quelli del grande diluvio... Dal Cielo cadranno fiamme che distruggeranno tutti i peccatori e con loro, l'opera del maligno. Terremoti, voragini, montagne di lava in fusione, inghiottiranno popoli interi. Ci saranno inondazioni, tempeste elettriche, mari in burrasca, suicidi ed epidemie. La mia mano sinistra indica l'Avvertimento e la mia mano destra indica il Miracolo. Prega, piccola mia, ripara le ferite del mio Sacro Cuore".
Gesù annuncia quello che accadrà per colpa degli uomini ma allo stesso tempo tranquillizza i suoi seguaci: li proteggerà.
Domani inizia la Novena all'Immacolata Concezione e vogliamo viverla con una vicinanza a Lei come mai avvenuto in precedenza. Si ama la Madonna se si frequenta, quindi se si conosce, e il metodo migliore è quello di restare dinanzi una sua statua o immagine che avete in casa o che avete nel computer, e parlate con Lei, aprite il cuore come se fosse presente. Ella è sempre presente quando viene invocata con amore, aspetta di essere chiamata.
Quando si apre il cuore alla Vergine Maria si comincia ad istaurare un'amicizia profonda, questo fa aumentare la fiducia in Lei e un amore che si prova nel cuore, come se si trattasse della vera mamma. Ella è la vera Madre di ognuno di noi, lo è stata anche dei nostri genitori e lo sarà di ogni essere umano.
Rimanere ogni giorno davanti una sua immagine -e sul web ce ne sono di bellissime-, sia in preghiera che nella contemplazione delle sue grandezze, fa aumentare nell'anima una maggiore stima e fiducia in Lei, si diventa sicuri della sua materna bontà e si ricorre a Lei con premura e gioia. Così hanno fatto i Santi e le anime mistiche, non ci può essere un intenso cammino spirituale senza la presenza della Madonna.
Oltre le preghiere del Rosario, durante il giorno è importante recitare giaculatorie o brevi atti di amore verso Lei e invocarla.
Non c'è aiuto più importante della Madonna per arrivare a Gesù e conoscerlo profondamente, è la Madre a svelare le qualità del Figlio, è il Figlio a chiederci di rivolgerci alla Madre per ricevere da Ella gli insegnamenti migliori per un cammino intenso di santità.
In questa Novena che inizia domani dobbiamo crescere nell'amore verso Immacolata e dedicare più tempo alla preghiera del cuore.
Vi invierò la Novena da recitare ogni giorno e per nove giorni, le Grazie spirituali che riceverete saranno sicuramente importanti. Vi invito a pregare per me mentre recitate la Novena, ricordate alla Madre di Dio questo suo figlio sempre bisognoso di aiuti e di protezioni.
Ringrazio tutti quelli che nella Novena si ricorderanno di me e reciteranno una Ave Maria per me.
Come anche ringrazio tutti i benefattori che con le loro donazioni ci hanno permesso di ottemperare il pagamento anche se con ritardo. Però la Divina Provvidenza si è fatta presente, come sempre accade quando si lavora esclusivamente per dare gloria a Dio. Ci sono spese mensili da coprire e ringrazio chi ha espresso la volontà di inviare mensilmente una somma stabilita, 50 oppure 100 euro, sono commosso per chi è spinto da questa santa ispirazione.
Ogni mese abbiamo diverse migliaia di euro di spese da coprire senza considerare la volontà di creare un luogo per le conferenze e gli incontri di preghiera. Sarà la Divina Provvidenza a guidare la generosità dei benefattori per realizzare l'Opera Mariana per incontrarci periodicamente e seguire le catechesi tenute da me.
Le catechesi riguardano la sana dottrina e i dieci Comandamenti, faccio una profonda analisi sui miracoli e le parabole di Gesù. Non immaginate la gioia che si prova quando si scoprono in ogni miracolo e in ogni parabola moltissimi spunti spirituali che elevano il cuore e la mente in alto e si scopre con grande gioia che l'Amore di Gesù è veramente meraviglioso.
Aiutate l'Opera Mariana per creare il luogo delle conferenze, catechesi, incontri di preghiera, ritiri spirituali.
 
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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2741 - San Giacomo della Marca, Religioso e sacerdote



" Padre, io vado a predicare a Gubbio - disse Fra Giacomo a Fra Bernardino da Siena. ~ E voi dove andrete? ". " lo me ne andrò nel Regno " rispose il popolarissimo predicatore.
Fra Giacomo pensava che Bernardino andasse a predicare nel Regno (di Napoli, come allora si diceva), ma il senese intendeva nel Regno dei cieli; pochi giorni dopo, infatti, seppe che il suo grande e amato maestro era partito per un altro Regno. Interruppe la predica e fece recitare a tutti gli astanti un Miserere. Poi disse: " In questo momento cade in terra una grande colonna ". In quel momento, infatti, moriva San Bernardino da Siena.
Non si può parlare di San Giacomo della Marca senza ricordare il Santo senese che ebbe attorno a sé una corona di portentosi predicatori: San Giovanni da Capestrano, Alberto da Sarteano, Matteo di Girgenti e Giacomo della Marca.
Giacomo si chiamava della Marca, perché era nato, nel 1394, a Monteprandone, in provincia di Ascoli Piceno, e, a 22 anni, in Santa Maria degli Angioli, aveva ricevuto il saio francescano proprio da San Bernardino. " 0 buon padre - dirà poi - io mi ricordo quand'ero novizio e tu mi tagliasti con le tue mani la mia prima tunica ".
Si diede, come il maestro, alla predicazione, con grande successo, non solo in Italia, ma in Bosnia, in Boemia, in Polonia. Stava mangiando, quando gli giunse l'ordine del Papa di partire per l'Ungheria. Si alzò immediatamente, senza neppure finire di bere. L'obbedienza veniva da lui interpretata nella più assoluta e istantanea maniera.
La sua vita era di estrema penitenza. Faceva sette quaresime durante l'anno, e negli altri giorni il suo cibo era formato da una scodella di fave cotte nell'acqua. Per quanto castissimo, tormentato da tentazioni, si disciplinava durante la notte. Malato, ebbe sei volte l'Estrema Unzione. Eppure resistette fino agli ottanta anni, nella faticosa vita dei predicatore volante.
I temi della sua predicazione erano quelli stessi di San Bernardino, e nei temi morali, San Giacomo della Marca insisteva su quello dell'avarizia, e più che altro dell'usura.
L'usura era la piaga di quei tempi, nei quali la mercatura portava alla formazione di ricchezze nelle mani di pochi intraprendenti fortunati. Le classi più povere dovevano ricorrere a prestiti, fatti da usurai, chiamati da San Bernardino " succhiatori del sangue di Cristo ".
Per combattere l'usura, San Giacomo della Marca ideò i Monti di Pietà, dove i miseri potevano impegnare le proprie cose, non più all'esoso tasso preteso dai privati usurai ma ad un interesse minimo.
Un altro Santo, che prese il nome del predicatore senese, Bernardino da Feltre, sarebbe diventato poi il più efficace propagatore dei Monti di Pietà, ideati da San Giacomo della Marca.
Colto da terribili coliche, il magro e quasi distrutto predicatore marchigiano temeva soltanto una cosa: che il dolore fisico lo distraesse dalla preghiera, nelle ultime ore della sua vita. Ai confratelli chiedeva insistentemente perdono per il cattivo esempio che aveva dato. Morì a Napoli, nel 1476, dicendo: " Gesù, Maria. Benedetta la Passione di Gesù ".
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mercoledì 27 novembre 2013

2740 - Udienza di Papa Francesco del 27/11/2013

Cari fratelli e sorelle,
buongiorno e complimenti perché siete coraggiosi con questo freddo in piazza. Tanti complimenti.
Desidero portare a termine le catechesi sul “Credo”, svolte durante l’Anno della Fede, che si è concluso domenica scorsa. In questa catechesi e nella prossima vorrei considerare il tema della risurrezione della carne, cogliendone due aspetti così come li presenta il Catechismo della Chiesa Cattolica, cioè il nostro morire e il nostro risorgere in Gesù Cristo. Oggi mi soffermo sul primo aspetto, «morire in Cristo».
1. Fra noi comunemente c’è un modo sbagliato di guardare la morte. La morte ci riguarda tutti, e ci interroga in modo profondo, specialmente quando ci tocca da vicino, o quando colpisce i piccoli, gli indifesi in una maniera che ci risulta “scandalosa”. A me sempre ha colpito la domanda: perché soffrono i bambini?, perché muoiono i bambini? Se viene intesa come la fine di tutto, la morte spaventa, atterrisce, si trasforma in minaccia che infrange ogni sogno, ogni prospettiva, che spezza ogni relazione e interrompe ogni cammino. Questo capita quando consideriamo la nostra vita come un tempo rinchiuso tra due poli: la nascita e la morte; quando non crediamo in un orizzonte che va oltre quello della vita presente; quando si vive come se Dio non esistesse. Questa concezione della morte è tipica del pensiero ateo, che interpreta l’esistenza come un trovarsi casualmente nel mondo e un camminare verso il nulla. Ma esiste anche un ateismo pratico, che è un vivere solo per i propri interessi e vivere solo per le cose terrene. Se ci lasciamo prendere da questa visione sbagliata della morte, non abbiamo altra scelta che quella di occultare la morte, di negarla, o di banalizzarla, perché non ci faccia paura.
2. Ma a questa falsa soluzione si ribella il “cuore” dell’uomo, il desiderio  che tutti noi abbiamo di infinito, la nostalgia che tutti noi abbiamo dell’eterno. E allora qual è il senso cristiano della morte? Se guardiamo ai momenti più dolorosi della nostra vita, quando abbiamo perso una persona cara – i genitori, un fratello, una sorella, un coniuge, un figlio, un amico –, ci accorgiamo che, anche nel dramma della perdita, anche lacerati dal distacco, sale dal cuore la convinzione che non può essere tutto finito, che il bene dato e ricevuto non è stato inutile. C’è un istinto potente dentro di noi, che ci dice che la nostra vita non finisce con la morte.
Questa sete di vita ha trovato la sua risposta reale e affidabile nella risurrezione di Gesù Cristo. La risurrezione di Gesù non dà soltanto la certezza della vita oltre la morte, ma illumina anche il mistero stesso della morte di ciascuno di noi. Se viviamo uniti a Gesù, fedeli a Lui, saremo capaci di affrontare con speranza e serenità anche il passaggio della morte. La Chiesa infatti prega: «Se ci rattrista la certezza di dover morire, ci consola la promessa dell’immortalità futura». Una bella preghiera della Chiesa questa! Una persona tende a morire come è vissuta. Se la mia vita è stata un cammino con il Signore, un cammino di fiducia nella sua immensa misericordia, sarò preparato ad accettare il momento ultimo della mia esistenza terrena come il definitivo abbandono confidente nelle sue mani accoglienti, in attesa di contemplare faccia a faccia il suo volto. Questa è la cosa più bella che può accaderci: contemplare faccia a faccia quel volto meraviglioso del Signore, vederlo come Lui è, bello, pieno di luce, pieno di amore, pieno di tenerezza. Noi andiamo fino a questo punto: vedere il Signore.
3. In questo orizzonte si comprende l’invito di Gesù ad essere sempre pronti, vigilanti, sapendo che la vita in questo mondo ci è data anche per preparare l’altra vita, quella con il Padre celeste.  E per questo c’è una via sicura: prepararsi bene alla morte, stando vicino a Gesù. Questa è la sicurezza: io mi preparo alla morte stando vicino a Gesù. E come si sta vicino a Gesù? Con la preghiera, nei Sacramenti e anche nella pratica della carità. Ricordiamo che Lui è presente nei più deboli e bisognosi. Lui stesso si è identificato con loro, nella famosa parabola del giudizio finale, quando dice: «Ho avuto fame e mi avete dato da mangiare, ho avuto sete e mi avete dato da bere, ero straniero e mi avete accolto, nudo e mi avete vestito, malato e mi avete visitato, ero in carcere e siete venuti a trovarmi. …Tutto quello che avete fatto a uno solo di questi miei fratelli più piccoli, l’avete fatto a me» (Mt 25,35-36.40). Pertanto, una via sicura è recuperare il senso della carità cristiana e della condivisione fraterna, prenderci cura delle piaghe corporali e spirituali del nostro prossimo. La solidarietà nel compatire il dolore e infondere speranza è premessa e condizione per ricevere in eredità quel Regno preparato per noi. Chi pratica la misericordia non teme la morte. Pensate bene a questo: chi pratica la misericordia non teme la morte! Siete d’accordo? Lo diciamo insieme per non dimenticarlo? Chi pratica la misericordia non teme la morte. E perché non teme la morte? Perché la guarda in faccia nelle ferite dei fratelli, e la supera con l’amore di Gesù Cristo.
Se apriremo la porta della nostra vita e del nostro cuore ai fratelli più piccoli, allora anche la nostra morte diventerà una porta che ci introdurrà al cielo, alla patria beata, verso cui siamo diretti, anelando di dimorare per sempre con il nostro Padre, Dio, con Gesù, con la Madonna e con  i santi. 
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2739 - Commento al Vangelo del 27/11/2013

+ Dal Vangelo secondo Luca (21,12-19)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e governatori, a causa del mio Nome. Avrete allora occasione di dare testimonianza. Mettetevi dunque in mente di non preparare prima la vostra difesa; Io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere. Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici, e uccideranno alcuni di voi; sarete odiati da tutti a causa del mio Nome. Ma nemmeno un capello del vostro capo andrà perduto. Con la vostra perseveranza salverete la vostra vita».
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il capitolo 21 di San Luca presenta la profezia dei segni premonitori, indica la fine dei tempi dominati dall'odio e dalla violenza di satana. Il Vangelo di ieri, martedì, (vv. 5-11) riportava sia le modalità dell'inizio di questi tempi di sofferenza causati dagli uomini sia la risposta di Dio. "Si solleverà popolo contro popolo e regno contro regno, e vi saranno di luogo in luogo terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandi dal cielo".
Mentre lunedì abbiamo conosciuto dalla testimonianza di un appartenente a quella organizzazione che effettivamente è stata programmata una guerra per ridurre la popolazione mondiale e determinare la necessità di un unico governo mondiale. Tutti i capi delle Nazioni lo vogliono e ci riusciranno. Solo la nostra fiduciosa preghiera potrà contenere il loro odio e darci la vittoria in tutte le circostanze.
Questo piano lo conoscevamo da molti anni, in questi giorni l'abbiamo ripresentato in coincidenza con nuovi elementi che emergono dalle strategie politiche internazionali.
Oggi il Vangelo mette in guardia i cristiani, "prima di tutto questo metteranno le mani su di voi e vi perseguiteranno, consegnandovi alle sinagoghe e alle prigioni, trascinandovi davanti a re e a governatori, a causa del mio Nome". Non bisogna allarmarsi, Gesù è buono e potente, non permetterà che i più deboli ricevano alcuna persecuzione e darà la forza necessaria per superare le prove causate dai cattivi.
Sarà un tempo di testimonianza e di pentimento per gli errori commessi, ognuno si troverà a conoscersi come mai prima e si determinerà a seguire Gesù con molto coraggio. Dopo tanti aiuti che ci ha donato la Madonna e le numerose preghiere rivolte, nel momento più delicato Ella non abbandonerà i suoi devoti.
Anche se le parole di Gesù mettono timore, bisogna leggerle con Fede e credere che niente potrà succedere a chi prega con fiducia.
La riflessione principale deve porsi su queste parole di Gesù: "Io vi darò parola e sapienza, cosicché tutti i vostri avversari non potranno resistere né controbattere". Questo indica che Lui ci sarà sempre vicino e non permetterà ai nostri nemici di prevalere. È una questione di Fede, d'altronde Gesù ha anticipato questi tempi per incoraggiarci e non per avvilirci. Lui è sempre la Misericordia che ama tutti e desidera la salvezza anche dei peccatori più ostinati.
C'è una frase che suscita più apprensione in molti credenti: "Sarete traditi perfino dai genitori, dai fratelli, dai parenti e dagli amici". Quel tradimento in realtà è già presente adesso per la loro indifferenza religiosa e le vessazioni che vi procurano quando andate a Messa o se pregate il Rosario. Già adesso vi sono un pò contrari perchè pregate, quando verranno i tempi indicati da Gesù lo faranno con maggiore decisione.
Il Signore parla addirittura di odio verso i cristiani, ma non è nuovo questo comportamento dei cattivi. Gesù stesso venne ucciso per l'odio che nutrivano gli ebrei, da duemila anni il Cristianesimo è sottoposto ad una ininterrotta persecuzione istigata dai diavoli, perché vedono solo nella Chiesa Cattolica tutta la Verità rivelata da Dio.
"Sarete odiati da tutti a causa del mio Nome". L'Amore di Gesù è infinitamente più grande dell'odio di chi non ci ama, allora con coraggio e gioia dobbiamo proseguire il cammino e testimoniare la nostra Fede, sicuri che questo Amore Divino colmerà la nostra sete di verità e di pace.
Gesù e la Madonna sono sempre vicini ai credenti che pregano con fiducia e umiltà.
 
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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2738 - San Virgilio (Vigilio?) di Salisburgo, Vescovo

Onorato da vivo e da morto, ma poi dimenticato, questo santo è stato riscoperto nella sua diocesi quasi cinque secoli dopo, e canonizzato. Poi, per altri cinque secoli, rieccolo ancora “precario”, prima di essere infine registrato nel Martirologio romano. Virgilio (Vergilius) è la trasposizione latina di Fergal, il suo nome d’origine nella lingua celtica dell’Irlanda, l’isola,che non è stata mai soggetta all’Impero romano e che è diventata cristiana con la predicazione di san Patrizio (morto nel 461). Qui ha preso vita una Chiesa non strutturata su diocesi e parrocchie, bensì sui monasteri e i loro abati, guide spirituali dei monaci e delle popolazioni. Anche Virgilio percorre questo cammino, monaco e poi abate, legato alle regole che nel monachesimo irlandese sono molto dure; come del resto è dura la vita della gente.
Numerosi monaci d’Irlanda hanno poi continuato l’opera di Patrizio in direzione opposta: dall’Irlanda raggiungevano la Scozia e l’Inghilterra, o sbarcavano in Europa, nelle regioni non ancora stabilmente cristianizzate: in Francia, in Germania e in Italia, dove il monaco Colombano, morto nel 615, fonda il monastero di Bobbio (Piacenza). La tradizione “continentale” dei monaci d’Irlanda continua con l’abate Virgilio. Durante uno dei suoi viaggi-pellegrinaggi in Francia, si ferma a studiare nel monastero di Quierzy-sur-Oise, presso Laon. E in quest’occasione viene presentato al nuovo padrone della Francia: Pipino, detto “il Breve” perché è piccoletto, il quale ha messo fine al potere dei sovrani merovingi.
Pipino ha esteso la sua sovranità anche alla Baviera e a parte dell’Austria, e vuole fare di Virgilio il vescovo di Salisburgo. Lui accetta subito. Anzi, comincia a fare il vescovo ancora prima di essere consacrato. Ma lì sul posto viene subito combattuto come abusivo da chi non gradisce il suo dinamismo e il suo rigore. (Sembra che debba poi correre a Roma per la consacrazione). Lavora a Salisburgo e nelle campagne come in Irlanda, su due priorità: istruzione religiosa e soccorso ai poveri. E usa le sue solite forze di prima linea: i monaci. Specialmente quelli di Innichen (San Candido, AltoAdige) e del Kremsmünster, in diocesi di Linz. L’efficacia del suo lavoro è documentata dal fatto più convincente: lui, il forestiero accolto con diffidenza, ora è richiesto da tante parti; città e paesi vogliono i suoi missionari. A Salisburgo fa costruire la cattedrale, centro solenne e stabile di una comunità che va facendosi adulta. E quando muore, viene sepolto lì, con grandi onoranze. Onorato e poi dimenticato.
Quattrocento anni circa dopo la morte, un incendio distrugge la cattedrale: e, negli scavi per la ricostruzione, ecco emergere la sua bara. È come se Virgilio fosse appena morto: si diffondono voci di miracoli, si raduna gente in preghiera. La figura del vescovo d’Irlanda riemerge dal silenzio: se ne richiede la canonizzazione. Nel 1230 il processo canonico incomincia, si raccolgono le testimonianze da mandare a Roma. Nel 1233, Gregorio IX proclama santo il vescovo Virgilio. Nel 1740 il suo nome sarà accolto nel Martirologio romano.
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martedì 26 novembre 2013

2737 - Nuovo Ordine Mondiale

video 1

video 2
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2736 - Commento al Vangelo del 26/11/2013

+ Dal Vangelo secondo Luca (21,5-11)
In quel tempo, mentre alcuni parlavano del tempio, che era ornato di belle pietre e di doni votivi, Gesù disse: «Verranno giorni nei quali, di quello che vedete, non sarà lasciata pietra su pietra che non sarà distrutta». Gli domandarono: «Maestro, quando dunque accadranno queste cose e quale sarà il segno, quando esse staranno per accadere?». Rispose: «Badate di non lasciarvi ingannare. Molti infatti verranno nel mio nome dicendo: “Sono io”, e: “Il tempo è vicino”. Non andate dietro a loro! Quando sentirete di guerre e di rivoluzioni, non vi terrorizzate, perché prima devono avvenire queste cose, ma non è subito la fine». Poi diceva loro: «Si solleverà nazione contro nazione e regno contro regno, e vi saranno in diversi luoghi terremoti, carestie e pestilenze; vi saranno anche fatti terrificanti e segni grandiosi dal cielo. 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Come abbiamo sentito dai video ieri, (post 2737) organizzazioni segrete creano anche falsi veggenti per diffondere notizie sensazionalistiche e convincere l'umanità che le guerre che vogliono preparare per ridurre la popolazione mondiale, sono volute da Gesù. È una grande falsità e viene confermata indirettamente dalla stessa organizzazione.
È una contraddizione applicare a Dio la volontà di causare guerre e di creare altri modi per decimare l'umanità, al contrario Gesù vuole salvare ogni essere umano e invia sua Madre a chiedere preghiere nelle apparizioni considerate autentiche. Gesù è Amore e Misericordia, non guerra e violenza.
Finora sono stati considerati falsi tutti quei veggenti che per protagonismo, potere, denaro, problemi mentali, hanno diffuso messaggi falsi e hanno affermato di avere apparizioni. Vi ho già ampiamente spiegato in diversi scritti che un veggente autentico non si fa pubblicità e non agisce con frenesia, ma ascolta Gesù ed esegue i suoi comandi. Vi ho spiegato anche che i messaggi falsi presentano sempre parole che incutono terrore, presentano un Gesù vendicativo.
Non seguite più questi messaggi, non sono buoni e rischiate di assorbire negatività pericolose che causano forti danni.
Dunque è arrivata la conferma che diversi veggenti in realtà fanno parte di organizzazioni segrete e hanno il compito di seminare terrore in tutto il mondo, travisano gli avvenimenti e manipolano cose future. La strategia di morte è voluta dagli uomini potenti non da Gesù, è vero invece che Lui interverrà per fermare il piano criminale e dare ad ognuno quello che merita. Ai buoni che Lo seguono darà Grazie particolari e la protezione da ogni avversità.
Gesù non dimentica i suoi seguaci autentici, non lascerà nella confusione quanti Lo pregano con amore e fiducia.
Gesù si rivela dove c'è umiltà e amore, silenzio e verità.
Si comprende l'autenticità di un veggente o di un'anima santa dai frutti buoni, dalla pace che trasmette e infonde nei cuori.
La frequenza di falsi veggenti invece arreca sempre danni spirituali e spesso anche fisici. Come prima causa si rompe l'armonia familiare, mettendo agitazione in tutti e di conseguenza scoppiano litigi incomprensibili. Lo stesso vale per chi frequenta la magia o lo ha fatto qualche suo familiare. Qui addirittura il sacro si oscura, le forti tentazioni di satana fanno vedere la realtà in modo opposto e spingono a non pregare più.
La magia porta negatività tremende, a causa del legame che si crea, satana martella la testa della persona colpita per allontanarla dalla preghiera, farla cadere di continuo nei peccati. Dovete pregare per i familiari e i conoscenti che soffrono sotto la cappa delle tentazioni, non sono consapevoli di quanto compiono e la responsabilità è sicuramente attenuata. Sono colpevoli della poca preghiera, del mancato sforzo di pregare di più per vincere le negatività.
Vi presento una testimonianza che fa riflettere, si descrive la conversione dell'uomo dopo avere visto la moglie frequentare magi.
«Buongiorno Padre, Le scrivo perchè mi sento nella disperazione più totale in seguito alla richiesta di separazione di mia moglie, che mi ha lasciato 2 mesi fa dopo 19 anni di matrimonio, durante i quali mi ha amato profondamente. Anche se ultimamente ci eravamo un pò appiattiti, l'amore e l'affetto reciproco non è mai venuto meno.
Da circa 3 anni però abbiamo abbandonato totalmente Dio, la preghiera e la Messa ed inoltre, mia moglie ha frequentato medium per spiritismo e scacciamalocchio.
Io vorrei chiederle (visto e considerato che mia moglie da quando mi ha detto una sera che non mi ama più, che mi vuole solo bene e che ciò non è sufficiente per un rapporto di coppia ed ha iniziato a trattarmi con cattiveria, risentimento, ritenendomi responsabile di averle fatto perdere gli anni più belli della vita), potrebbe essere stata contaminata dal demonio assistendo allo spiritismo oppure al fatto che si è allontanata dai Sacramenti.
Purtroppo lei non vuole ricorrere ad uno psichiatra nè a un sacerdote. Io dal mio canto ho ripreso la Confessione, la Comunione, la Messa e la recita del Santo Rosario ogni giorno, come intenzione chiedo la Grazia di riabbracciare mia moglie e di liberarla dal male. (Antonello)».
Questo è uno degli effetti tremendi causati dalla magia occulta, per orgoglio si lascia entrare satana e scombussola la vita.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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2735 - San Leonardo da Porto Maurizio, Sacerdote



Giovane francescano, Leonardo aveva chiesto di andare missionario in Cina. Il Cardinale Colloredo gli aveva risposto: " La tua Cina sarà l'Italia ".
E alla fine del Seicento, l'Italia aveva abbastanza miserie e sufficienti disgrazie per essere considerata terra di missione.
Leonardo era ancora studente a Roma, quando un compagno gli propose di andare a udire una predica. Fatti pochi passi, trovarono un impiccato che ciondolava dalla forca. " Ecco la predica " dissero i due giovani.
Pochi giorni dopo, il figlio del capitano marittimo di Porto Maurizio, in Liguria, seguì due figure di frati che salivano verso il convento di San Bonaventura, sul Palatino, dove vestì l'abito dei Francescani detti " della riformella ", o " scalzati ".
Datosi alla predicazione, forse ricordando quel suppliziato pendente dalla forca, fra Leonardo ebbe sempre in mente l'altro suppliziato, pendente dalla Croce. Perciò, il suo tema preferito fu quello della Via Crucis, devozione tipicamente francescana, alla quale egli dette la più grande diffusione.
La sua predicazione aveva qualcosa di drammatico e di tragico, spesso al lume delle torce e con volontari tormenti, ai quali fra Leonardo si sottoponeva, ora ponendo la mano sulle fiaccole accese, ora flagellandosi a sangue.
Folle immense accorrevano ad ascoltarlo e rimanevano impressionate dalla sua bruciante parola, che richiamava alla penitenza e alla pietà cristiana. " E’ il più grande missionario del nostro secolo " diceva Sant'Alfonso de' Liguori. Spesso l'uditorio intero, durante le sue prediche, scoppiava in singhiozzi.
Predicò in tutta l'Italia, ma la regione più battuta fu la Toscana, a causa del freddo giansenismo, ch'egli voleva combattere prima di tutto con l'ardore del suo cuore, poi con i suoi temi più efficaci, e cioè quello del Nome di Gesù, della Madonna e della Via Crucis.
In una sua missione in Corsica, i briganti dell'isola tormentata scaricarono in aria i loro archibugi, gridando: " Viva frate Leonardo, viva la pace! ".
Tornato in Liguria, fu messa in mare una galera, intitolata, in suo onore, San Leonardo. Ma di lui, gravemente ammalato, i marinai dicevano: " La barca fa acqua ".
Consumato dalle fatiche missionarie, venne infine richiamato a Roma, dove, con le sue appassionate prediche, alle quali assisteva anche il Papa, preparò il clima spirituale per il Giubileo del 1750. In quella occasione, piantò la Via Crucis nel Colosseo, dichiarando quel luogo sacro per i Martiri. Gli storici hanno dimostrato poi che nel Colosseo non furono mai martirizzati cristiani, ma la predicazione ~ in buona fede - di San Leonardo impedì l'ulteriore rovina del monumento, considerato fino allora come una cava di buona pietra.
Fu l'ultima sua fatica. Morì l'anno dopo, e a San Bonaventura al Palatino occorsero i soldati, per tenere indietro la folla che voleva vedere il Santo e portar via le sue reliquie. " Perdiamo un amico sulla terra - disse il Papa Lambertini - ma guadagnamo un protettore in Cielo ".
Fu lui a proporre la definizione del dogma mariano dell'Immacolata Concezione, mediante una consultazione epistolare con tutti i pastori della Chiesa.
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lunedì 25 novembre 2013

2734 - Messaggio di Medjugorje del 25 novembre 2013

Cari figli! 
Oggi vi invito tutti alla preghiera. 
Aprite profondamente la porta del cuore, figlioli, alla preghiera, preghiera del cuore e allora l’Altissimo potrà operare nella vostra libertà e inizierà la vostra conversione. 
La fede diventerà forte così che potrete dire con tutto il cuore: ‘Mio Dio e mio tutto’. 
Comprenderete, figlioli, che qui sulla Terra tutto è passeggero. 
Grazie per aver risposto alla mia chiamata".
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2733 - Non allontanatevi per seguire vanità

Michea 6,8
Uomo, ti e' stato insegnato ciò che e' buono e ciò che richiede il Signore da te: praticare la giustizia, amare la pietà, camminare umilmente con il tuo Dio.

Salmi 24,3-4
Chi salira' il monte del Signore, chi stara' nel suo luogo santo?
Chi ha mani innocenti e cuore puro, chi non pronunzia menzogna, chi non giura a danno del suo prossimo.

Salmi 15,2-3
Colui che cammina senza colpa, agisce con giustizia e parla lealmente, non dice calunnia con la lingua, non fa danno al suo prossimo e non lancia insulto al suo vicino.

Galati 6,7-7
Non vi fate illusioni; non ci si puo' prendere gioco di Dio. Ciascuno raccogliera' quello che avra' seminato.
Chi semina nella sua carne, dalla carne raccogliera' corruzione; chi semina nello Spirito, dallo Spirito raccogliera' vita eterna.

Romani 8,5.8-9
Qu elli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito.
Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio.
Voi pero' non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.

1Samuele 12,21a
Non allontanatevi per seguire vanità che non possono giovare né salvare.

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2732 - Commento al Vangelo del 25/11/2013

+ Dal Vangelo secondo Luca (21,1-4)
In quel tempo, Gesù, alzati gli occhi, vide i ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro del tempio. Vide anche una vedova povera, che vi gettava due monetine, e disse: «In verità vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato più di tutti. Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo. Ella invece, nella sua miseria, ha gettato tutto quello che aveva per vivere».
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
"Tutti costoro hanno gettato come offerta parte del loro superfluo", questo lo diceva Gesù duemila anni fa, mentre oggi moltissimi ricchi non danno neanche parte del superfluo ai poveri e per estendere l'apostolato cattolico in tutte le parti del mondo. Maria Simma è stata una mistica austriaca, per circa cinquant'anni ha avuto apparizioni delle Anime del Purgatorio e la sua testimonianza è riportato in un interessante libro.
Le Anime andavano da lei a chiedere preghiere e sacrifici per aiutarle ad espiare presto la rimanente pena da riparare, le dissero anche che bisogna sostenere con donazioni di denaro l'apostolato per la diffusione del Vangelo e le missioni cattoliche nel mondo. Gesù e la Madonna chiedono di sostenere l'apostolato. Pochi sono quelli che si sforzano di capire l'importanza dell'apostolato, preferiscono sperperare in cose inutili e si tirano indietro quando si parla della diffusione della sana dottrina. Forse perchè non comprendono la necessità di fare apostolato.
L'unico dato che non si può smentire è che il 99% di chi fa donazioni utilizza una piccola parte del superfluo, non tutto il superfluo come insegna Gesù. È una parola stonata per i benestanti innamorati del denaro più della vita stessa. Sappiamo anche che ci sono benefattori che donano per le opere cattoliche il superfluo perchè nutrono grande fiducia in Gesù. Sono avanti nella vita spirituale, si fidano di Dio come la vedova povera indicata da Gesù nel Vangelo di oggi.
È grande amore a Gesù fare donazioni per accrescere l'apostolato che vuole Lui. Così si porta il Vangelo ovunque.
Mi ritorna in mente la solennità di ieri, Cristo Re dell'Universo. Il mondo di oggi non segue questo Re Divino ma innumerevoli altri padroni diventati idoli di intere generazioni, c'è una schiavitù passionale diffusa un pò ovunque. Anche tutte quelle persone buone, potenzialmente chiamate alla Consacrazione religiosa non la seguono per mancanza di formazione spirituale, non hanno ricevuto durante la fanciullezza una educazione religiosa.
Le vocazioni religiose scarseggiano anche in Italia non solo per gli idoli e la vita trasgressiva che si permette ai giovani, anche per una mancata educazione alla preghiera in famiglia, alla mancanza di buon esempio da parte dei genitori, impegnati in tante cose anche mondane tranne che a formare spiritualmente i figli.
Ognuno deve fare una verifica per trovare tante cose superflue presenti nel cuore e tante scelte sbagliate che tolgono tempo prezioso alla preghiera. La verifica interiore è molto importante se si vuole vincere l'attrazione dei vizi e della vita rilassata. Per conoscerci meglio dobbiamo innanzitutto comprendere la necessità di stare con Gesù per dare un senso alla vita, per trovare la vera dimensione esistenziale.
La pace interiore, la gioia che illumina anche nella sofferenza, possono permanere nell'anima quando si eliminano gli aspetti superflui della vita e si lascia spazio all'azione dolce e silenziosa dello Spirito Santo.
Chiediamo alla Madonna ogni giorno di aiutarci a cercare l'essenzialità della vita.
 
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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2731 - Santa Caterina d'Alessandria, Martire

Questa è la Caterina inafferrabile, senza notizie sicure della vita e della morte. Ed è la Caterina onnipresente in Europa, per la diffusione del suo culto, che ha poi influito anche sulla letteratura popolare e sul folclore. Parlano di lei alcuni testi redatti tra il VI e il X secolo, cioè tardivi rispetto all’anno 305, indicato come quello della sua morte. Ed ecco come emerge la sua figura da questi racconti pieni di particolari fantasiosi. Caterina è una bella diciottenne cristiana, figlia di nobili e vive ad Alessandria d’Egitto.
Qui, nel 305, arriva Massimino Daia, nominato governatore di Egitto e Siria (che si proclamerà “Augusto”, cioè imperatore, nel 307, morendo suicida nel 313). Per l’occasione si celebrano feste grandiose, che includono anche il sacrificio di animali alle divinità pagane. Un atto obbligatorio per tutti i sudditi, e quindi anche per i cristiani, ancora perseguitati. Caterina si presenta a Massimino, invitandolo a riconoscere invece Gesù Cristo come redentore dell’umanità, e rifiutando il sacrificio.
Massimino allora convoca un gruppo di intellettuali alessandrini, perché la convincano a venerare gli dèi. Ma è invece Caterina che convince loro a farsi cristiani. Per questa conversione così pronta, Massimino li fa uccidere tutti, poi richiama Caterina e le propone addirittura il matrimonio. Nuovo rifiuto, sempre rifiuti, finché il governatore la condanna a una morte orribile: una grande ruota dentata farà strazio del suo corpo.
Un nuovo miracolo salva la giovane, che poi viene decapitata: ma gli angeli portano miracolosamente il suo corpo da Alessandria fino al Sinai, dove ancora oggi l’altura vicina a Gebel Musa (Montagna di Mosè) si chiama Gebel Katherin. Questo avviene il 24-25 novembre 305. E alcuni studiosi ritengono che il racconto leggendario indichi, trasfigurandola, un’effettiva traslazione del corpo sul monte, avvenuta però in epoca successiva. Dal Gebel Katherin, infine, e in data sconosciuta, le spoglie furono portate nel monastero a lei dedicato, sotto quel monte.
A una sua biografia così poco attendibile si contrappone la realtà di un culto diffuso anche fuori dall’Egitto. La troviamo raffigurata nella basilica romana di San Lorenzo, in una pittura dell’VIII secolo col nome scritto verticalmente: Ca/te/ri/na; a Napoli (sec. X-XI) nelle catacombe di San Gennaro, e più tardi in molte parti d’Italia, così come in Francia e nell’Europa centro-settentrionale, dove ispira anche poemetti, rappresentazioni sacre e “cantari”.
La sua festa annuale è vista principalmente come la festa dei giovani. In Francia, Caterina diviene la patrona degli studenti di teologia e la titolare di molte confraternite femminili; e, in particolare, la protettrice delle apprendiste sarte, che da lei prenderanno il nome destinato a durare a lungo anche in Italia: “Caterinette”.
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domenica 24 novembre 2013

2730 - Commento al Vangelo del 24/11/2013,dom. 34^ t.ord. Cristo Re

+ Dal Vangelo secondo Luca (23,35-43)
In quel tempo, [dopo che ebbero crocifisso Gesù,] il popolo stava a vedere; i capi invece deridevano Gesù dicendo: «Ha salvato altri! Salvi se stesso, se è Lui il Cristo di Dio, l’eletto». Anche i soldati Lo deridevano, gli si accostavano per porgergli dell’aceto e dicevano: «Se Tu sei il Re dei Giudei, salva Te stesso». Sopra di Lui c’era anche una scritta: «Costui è il Re dei Giudei». Uno dei malfattori appesi alla croce Lo insultava: «Non sei Tu il Cristo? Salva Te stesso e noi!». L’altro invece lo rimproverava dicendo: «Non hai alcun timore di Dio, tu che sei condannato alla stessa pena? Noi, giustamente, perché riceviamo quello che abbiamo meritato per le nostre azioni; Egli invece non ha fatto nulla di male». E disse: «Gesù, ricordati di me quando entrerai nel tuo Regno». Gli rispose: «In verità Io ti dico: oggi con Me sarai nel Paradiso». 
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Meditando il Vangelo di questa ultima domenica prima dell'Avvento, colpisce la derisione dei capi degli scribi a Gesù, dopo che Lo avevano crocifisso. Non erano stanchi ancora di perseguitarlo e di esprimere un odio non umano. Però quella derisione non si è fermata sotto la Croce, ancora oggi Gesù subisce grande disprezzo soprattutto dai cristiani, per intenderci quelli che Lo hanno venduto in cambio di convenienze personali.
Non gridano contro Gesù restando sotto la Croce, proprio essa è ignorata da loro e la vedono come un supplizio passato, che riguarda solo il Signore e non i cristiani. La Croce è vista come una maledizione e fuggono dalla sua presenza, non conoscono la spiritualità della Croce che ha portato alla santità schiere di anime grandi.
Non hanno bisogno di gridare, anzi rimangono in silenzio ignorando la vera dottrina della Chiesa sulla Passione di Gesù. Non hanno capito che proprio sulla Croce Gesù ha mostrato di essere Re, non solo per l'incredibile capacità di sopportazione dei terribili dolori, Egli era inchiodato su un Trono e da lì diede insegnamenti insuperabili. Per questo la liturgia ci presenta oggi il Vangelo della crocifissione e non racconta qualche miracolo compiuto da Gesù.
Sulla Croce Gesù fece il miracolo che non possono comprendere quanti non vivono nel Regno di Gesù, non è affatto visibile. Morendo sulla Croce Gesù riportò l'amicizia tra il Padre e l'umanità, riaprì il Paradiso, sconfisse satana, la morte e il peccato. Per tre lunghe ore Gesù rimase sulla Croce come il più grande Re della storia.
Poche ore prima della sua crocifissione, Pilato gli rivolse alcune domande tra curiosità personale e la sua indagine, ed è interessante leggere le risposte di Gesù. Alla prima domanda di Pilato: "Tu sei il re dei giudei?", Gesù rispose: "Il mio Regno non è di questo mondo; se il mio Regno fosse di questo mondo, i miei servitori avrebbero combattuto perché non fossi consegnato ai Giudei; ma il mio Regno non è di quaggiù" (Gv 18,36).
Sentendo parlare di regno, Pilato ribadì: "Dunque tu sei re?", rispose Gesù: "Tu lo dici; Io sono Re. Per questo Io sono nato e per questo sono venuto nel mondo: per rendere testimonianza alla Verità. Chiunque è dalla Verità, ascolta la mia voce" (Gv 18,37). Effettivamente Gesù parlava di regno ma il suo è un Regno di giustizia e di amore, non mostrò alcuna forza di conquistatore, non si alleò con il potere politico perchè il mondo si salva nella Verità.
Molti pensano che un re è importante perchè tutto è sotto il suo dominio, però potrebbe essere odiato dai sudditi e non suscitare alcuna ammirazione. Un re è grande per l'amore sincero che porta al popolo, la sua viva religiosità, l'intelligente protezione del suo regno, lo sviluppo e la crescita dell'economia, l'invito a tutti all'osservanza dei valori cristiani.
Gesù dalla Croce ama e perdona: "Padre perdona loro". Chi può fare questo nel momento più violento della sua vita?
Gesù dalla Croce prega anche per i suoi carnefici "perchè non sanno quello che fanno".
Gesù sulla Croce espia i peccati degli uomini, anche di quelli che Lo avrebbero continuato a tradire nei secoli futuri.
Gesù sulla Croce ha una dolcezza impressionante e non reagisce con nessuno dei suoi assassini. Manifesta una bontà infinita.
Gesù sulla Croce addirittura conforta un uomo pure crocifisso e dinanzi alla sua richiesta pentita dei peccati commessi, gli promette il Paradiso lo stesso giorno. Alla sua destra stava uno dei due malfattori, difendeva Gesù e rimproverava l'altro ladrone che continuava a dileggiare il Signore. Il malfattore che si era pentito dei suoi peccati, chiese a Gesù una proposta enorme: entrare nel suo Regno con Lui.
Illuminato dalla Grazia il peccatore ebbe una contrizione perfetta, il dispiacere dei peccati commessi, il pentimento insieme a un perfetto atto di amore di Dio. È questo atto di amore a permettere questa contrizione che annulla tutti i peccati in quanto alla colpa e alle pene. È abbastanza raro questo perfetto atto di amore e chi lo compie non sa di averlo fatto. Chi non riesce a compierlo per tantissimi motivi, nel pentimento della Confessione compie un atto di contrizione imperfetta
«Tra gli atti del penitente, la contrizione occupa il primo posto. Essa è "il dolore dell'animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire". Quando proviene dall'amore di Dio amato sopra ogni cosa, la contrizione è detta "perfetta" (contrizione di carità). Tale contrizione rimette le colpe veniali; ottiene anche il perdono dei peccati mortali, qualora comporti la ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale.
La contrizione detta "imperfetta" (o "attrizione") è, anch'essa, un dono di Dio, un impulso dello Spirito Santo. Nasce dalla considerazione della bruttura del peccato o dal timore della dannazione eterna e delle altre pene la cui minaccia incombe sul peccatore (contrizione da timore).
Quando la coscienza viene così scossa, può aver inizio un'evoluzione interiore che sarà portata a compimento, sotto l'azione della Grazia, dall'assoluzione sacramentale. Da sola, tuttavia, la contrizione imperfetta non ottiene il perdono dei peccati gravi, ma dispone a riceverlo nel Sacramento della Penitenza».
Questo è l'insegnamento della Chiesa espresso nel Catechismo. Tornando al peccatore, egli meritò il Paradiso per il suo pentimento dei peccati e uno stupefacente atto di amore a Gesù, credette nel suo Regno in modo perfetto. Il dono imprevisto fatto da Gesù al malfattore venne causato dal dolore profondo che questi avvertiva guardando il Signore, avvertendo la sua piena innocenza e la divina sopportazione di tremendi supplizi.
Il malfattore si dispose interiormente e Gesù lo ricolmò della sua Grazia, che lo liberò da colpa e pene, fino a donargli il Paradiso.
L'uomo che "rubò" il Paradiso pochi istanti prima di morire ci dice che la salvezza è aperta a tutti ma necessita un pentimento sincero.
Tutti i nemici deridevano Gesù, tra coloro che non erano suoi seguaci uno solo Lo riconobbe Re, l'uomo morente in croce con Lui.
Noi che conosciamo la vera identità di Gesù vogliamo che Lui regni in primo luogo nella nostra intelligenza, nella nostra volontà, in tutto il nostro agire. Glielo dobbiamo ripetere ogni giorno, Lui vuole questo ma aspetta la nostra disponibilità. Quando si libera il cuore da tanti affetti effimeri, Gesù viene a regnare e a trasformare la vita del credente. Attende con pazienza di trovare il cuore libero e desideroso del suo Amore.
Possiamo aiutare Gesù ad estendere il suo Regno, diffondendo la sua dottrina, invitando gli altri alla Confessione e alla Messa.
 
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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Medaglia di San Benedetto