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lunedì 11 novembre 2013

2702 - Commento al Vangelo del 11/11/2013

+ Dal Vangelo secondo Luca (17,1-6)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli. State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: “Sono pentito”, tu gli perdonerai». Gli apostoli dissero al Signore: «Accresci in noi la fede!». Il Signore rispose: «Se aveste fede quanto un granello di senape, potreste dire a questo gelso: “Sradicati e vai a piantarti nel mare”, ed esso vi obbedirebbe». 
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il tema del perdono è interessante ma abbastanza difficile da comprendere, soprattutto da quanti non hanno fatto il passaggio della vera conversione interiore. I cristiani nella stragrande maggioranza sono fermi alla conversione esteriore, la pratica spesso meccanica della Fede, bloccati nella prima tappa del cammino spirituale. Le cause sono diverse, può dipendere anche da altri fattori ma la responsabilità principale è da attribuire ad essi.
Se non si passa dalla visione materialista della vita a quella spirituale, è impossibile perdonare gli altri, se non per tornaconti.
Il perdono sincero può nascere solo dall'amore verso il prossimo, un amore presente nei cuori che seguono fedelmente Gesù e non in coloro che si barcamenano in mezzo alle tempeste e rimangono ingannevolmente convinti di stare bene. Il perdono è un dono che si offre agli estranei ma anche ai parenti, un dono per gli altri e non per se stessi. Il vero perdono è un sacrificio, non impossibile ma è sempre uno sforzo da compiere.
Quando anche la ragione stabilisce che gli altri non meritano il perdono, la Fede illumina e spiega che nel perdono si vive da cristiani, è principalmente il perdono la carta di credibilità dei seguaci di Gesù. I laici possono fare molte cose in parrocchia e nell'apostolato, il Sacerdote può predicare con parole toccanti e mostrarsi disponibile per aiutare, ma se tutti non donano il perdono ai loro nemici non vanno da nessuna parte.
È facile perdonare i familiari non per vero amore ma per passionalità, per la carne. Non è difficile questo, non è un sacrificio.
Oggi Gesù utilizza parole dure verso quanti commettono scandali, il monito non riguarda solo i cristiani, è rivolto a tutti. Scandalizzare è far cadere, essere occasione di peccato, di rovina spirituale per l'altro con la parole, le opere, le omissioni. E i piccoli sono i bambini nella cui innocenza si riflette in modo particolare l'immagine di Dio, ma anche le persone semplici, quelle più esposte a inciampare nella pietra che ingombra il loro cammino.
«È inevitabile che vengano scandali, ma guai a colui a causa del quale vengono. È meglio per lui che gli venga messa al collo una macina da mulino e sia gettato nel mare, piuttosto che scandalizzare uno di questi piccoli».
Gli scandali arrivano in modo potentissimo dai mass-media, la televisione e lo spettacolo hanno sgretolato il Bene in miliardi di persone, diventate idolatriche e seguaci di ogni trasgressione, molto spesso vissuta in segreto. Le famiglie e i giovani sono colpiti da ogni parte, gli insegnamenti negativi riempiono le loro giornate e non riescono a liberarsi da queste catene per la poca spiritualità e la mancata volontà.
I genitori che non vanno a Messa e non seguono il Vangelo non hanno mai trasmesso i valori cristiani ai loro figli.
Di chi sarà poi la vera responsabilità quando cadono nei peccati e vivono come salme, senza valori e con l'anima agonizzante?
Oggi in pochi pensano all'eternità e cercano di sfruttare ogni occasione per praticare ogni forma di immoralità. Nelle ultime settimane abbiamo conosciuto notizie squallide di genitori senza cuore, preoccupati solo dei loro piaceri e hanno lasciato i figli abbandonati ad ogni forma di corruzione.
Abbiamo sentito di una mamma che faceva prostituire la figlia minorenne a Roma e altri casi miseri che hanno visto le mamme prostituirsi insieme alle figlie minorenni. Queste ragazze senza formazione religiosa e umana si lasciano attrarre da ogni desiderio, non conoscono il limite del peccato, non sanno la gravità dell'offesa a Dio.
Sono venute fuori storie aberranti di ragazzine di 13/14 anni che si prostituiscono per una ricarica telefonica nelle scuole di Roma e Milano, questo è stato accertato mentre i casi sono estesi un pò ovunque. Perchè queste ragazzine sono ridotte a prostituirsi e non trovano un freno inibitore?
Non lo hanno trasmesso i genitori, non hanno ricevuto buoni esempi dai loro genitori, così questi giovani hanno potuto vedere in tutti i mass-media che questa vita immorale è l'unica che conta. Senza valori, senza una buona formazione religiosa i giovani sono colpiti ininterrottamente da messaggi immorali e il peccato è stato innalzato quasi a divinità. Tutto ciò che è trasgressivo è interessante e non hanno più alcun pudore.
Leggiamo queste parole di una nostra parrocchiana:
"Caro Padre Giulio, ho sentito al telegiornale le notizie sulle minorenni che si prostituivano e non mi sono meravigliata, oggi le notizie vengono pubblicate ma prima rimanevano segrete. Circa dieci anni fa alle scuole medie sentivo da una mia compagna di tredici anni che faceva cose poco oneste con un parente in cambio di soldi. Era anche prostituzione. Questa ragazza non riceveva buoni esempi dai genitori i quali non pregavano e non la invitavano ad andare a Messa. Anzi la madre parlava sempre male del parroco che era anziano ma era un bravo Prete. Solo che la madre doveva sempre dire male di lui, forse per scusare i suoi peccati, i cattivi esempi che dava alla figlia e la frequentazione di una maga del paese. Così la mia compagna per colpa della madre non veniva a Messa e arrivò a odiare tutti i parroci per le accuse meschine della madre. Mi è stato detto che questa ragazza è diventata non credente. Chiedo a Lei, caro Padre, che responsabilità ha davanti a Dio la figlia e quale la madre. Grazie di cuore e che Gesù Le doni quanto desidera per tutto il bene che ha fatto a me e alla mia famiglia con le sue catechesi. Antonella Livorsi".
Lo sa solo Dio il grado di responsabilità dell'una e dell'altra, di sicuro la madre ha una enorme responsabilità.
Lei doveva formare, aiutare, essere modello alla figlia, invece scandalizzava la ragazza anche con le accuse verso il parroco per giustificare se stessa. Non funziona così, non si può assolutamente rovinare una ragazza con immotivate diffamazioni perchè il successivo rifiuto della figlia di andare a Messa cade sulla testa della madre. Ogni scelta peccaminosa della figlia ricadrà sulla madre, colpevole degli scandali con le sue false accuse.
È poi inutile piangere quando un figlio/a vive nella depravazione, si droga o prostituisce o ha tanti idoli che accompagnano giù...
Oggi i genitori hanno la possibilità di rimediare, ricominciare un nuovo cammino con i figli ma devono pregare di più, mettere al centro della vita Gesù e fare scelte spirituali. La vanità gonfia e si rimane sempre vuote interiormente, la vera vita comincia quando si muore all'amor proprio e alle frivolezze di una società tornata pagana e scandalosa.
 
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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