Nell'autunno 1914 entrò nel seminario di Fürsterzbischöfliche a Bressanone; fu ordinato sacerdote il 12 maggio 1918 dal vescovo Franz Egger. Iniziò il suo lavoro come cappellano a Dornbirn (Austria) dove si occupò soprattutto dei giovani.
Nel 1930, con il sostegno finanziario del vescovo Sigismund Waitz, fu inviato a Roma per intraprendere lo studio del diritto canonico.
Tornò a Innsbruck nel 1938, anno dell’annessione dell’Austria alla Germania nazista; con l’"Anschluss" comincia per la Chiesa tirolese il tempo dell’esposizione alle misure repressive del Terzo Reich. Un anno più tardi Lampert assunse l’incarico di provicario del vescovo di Innsbruck.
Dopo l’inizio della guerra, don Carl iniziò a denunciare coraggiosamente le oppressioni naziste contro la Chiesa. Si oppone all'arresto di sacerdoti e religiosi e alla politica del Gauleiter Franz Hofer che vuole vedere un Tirolo “libero da conventi” ("klosterfrei"). Don Carl è rinchiuso in cella una prima volta nel marzo 1940, quando consegna alla Gestapo una protesta scritta contro l’esproprio di un monastero femminile di Innsbruck.
Ciò che segna più di ogni altra cosa il destino del provicario è il suo impegno in favore di don Ottone Neururer (beatificato nel 1996). Il parroco di Götzens era stato internato nel campo di sterminio di Buchenwald, torturato, appeso a testa in giù e infine ucciso. Venuto a sapere dei fatti, don Carl celebra una messa in suffragio e, sfidando i divieti, affigge un annuncio nel quale si fa chiaro riferimento alle circostanze della morte del sacerdote, ovvero il supplizio nel campo di concentramento. Per questo motivo fu tre volte arrestato e, successivamente, internato nei lager di Dachau e Sachsenhausen, dove gli fu cucito addosso il contrassegno dei prigionieri politici.
Liberato nell'agosto 1940, il provicario fu mandato al confino in Pomerania, costantemente monitorato dai servizi segreti nazisti. Il suo destino fu segnato da un trasferimento a Zinnowitz, nei pressi di Szczecin (Stettino): la parrocchia affidata a padre Lampert era situata a poca distanza dal centro di produzione dei missili V1 e V2 di Peenemünde, dove le SS ebbero gioco facile nello spiarlo, scoprendo la propaganda antinazista che il sacerdote stava diffondendo tra i suoi parrocchiani.
Fu riarrestato nel 1943, insieme ad altre 40 persone, con l’accusa di favoreggiamento ostile, diffusione di informazioni militari ed ascolto di trasmittenti nemiche. I due processi che seguirono si conclusero con la condanna a morte per spionaggio. Venne decapitato a Halle sulla Saale, in Sassonia, alle 16 del 13 novembre 1944, insieme ad altri due sacerdoti, Herbert Simoleit e Friedrich Lorenz O.M.I. (in calce il testamento scritto 3 ore prima di morire), e morì pronunciando i nomi di Gesù e di Maria. Poco prima di morire, don Carl aveva scritto : “I miei pensieri fluttuano e infuriano e vogliono quasi rompere il miserabile involucro del mio corpo prigioniero. Non è sempre facile andare avanti, con tutti questi stati d’animo tumultuosi, specialmente in certi giorni di ricordi, e il cuore umano, radicato e cresciuto con mille radici umane, si dimena e sanguina sempre come lacerato”.
Carl Lampert è stato dichiarato Beato, il 13 novembre 2011, nella chiesa di S. Martino a Dorbirn (Austria), dal vescovo di Innsbruck, Mons. Manfred Scheuer; la cerimonia è stata presieduta dal Card. Angelo Amato S.D.B., prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi, in rappresentanza di Papa Benedetto XVI.
Significato del nome Carlo: “forte, virile, libero” (tedesco arcaico).
Testamento di Padre Friedrich Lorenz scritto 3 ore prima di morire
« Che si faccia la volontà di Dio! È stata la sua volontà che la mia vita non durasse più di 48 anni e che fossi sacerdote per più di 20. Raccomando la mia anima alla misericordia e all’amore di Dio. Devolvo il mio corpo alla terra da dove è uscito. Il sangue fu sparso sulla croce. Il sangue è sparso sugli altari quanto rinnoviamo il sacrificio della Croce. A quel sangue unisco le mie povere gocce di sangue in adorazione onore e glorificazione di Dio a cui ho servito, come ringraziamento per tutte le grazie e benefici ricevuti, specialmente la grazia di esser nato, del santo battesimo, della mia prima comunione, della mia oblazione e mia ordinazione; in espiazione per i miei peccati e quelli del mondo intero, in particolare per i peccati che non ho impedito, di quelli di cui sono responsabile; in preghiera di domanda per quanti io amo e mi sono cari. Muoio come sacerdote cattolico e come Oblato di Maria Immacolata. Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen. Sia lodato Gesù Cristo e Maria Immacolata. Amen. »
P. Friedrich Lorenz, Halle/Saale, 13 novembre 1944, ore quattro del pomeriggio.
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