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sabato 8 gennaio 2011

844 - Vita di Gesù (paragrafi 1-2)

Comincia con questo post la pubblicazione dell'opera del 1941 di Giuseppe Ricciotti. E' un ampio studio sulla figura di Gesù Cristo, divisa in 640 paragrafi più un testo finale, che verrà proposto un poco alla volta.
I paragrafi fino all'86 costituiscono una sorta di prologo introduttivo per meglio comprendere l'ambiente in cui Gesù è nato, quelli dall'87 al 93 sono per inquadrre le fonti non cristiane, quelli dal 94 al 104 per inquadrare quelle cristiane e finalmente a partire dal 105 si parla della vita di Gesù.
Il fatto che il testo sia del 1941 (antecedente quindi alla creazione dello stato di Israele), aiuta a capire meglio i primi paragerafi.
Confidando di fare una cosa gradita ai lettori, sono disposto a ricevere tutti i vostri commenti.
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I Il Paese di Gesù
§ 1. La regione ove Gesù visse è in sostanza quel tratto della costa mediterranea che unisce la Siria meridionale con l'Egitto. Lungo i secoli questa regione geografica fu chiamata con vari nomi e racchiu­sa entro differenti limiti; oggi è chiamata, come già in Erodoto, Pa­lestina, e i suoi limiti sono in parte naturali e in parte convenzionali. Ai suoi due fianchi la Palestina ha limiti naturali: ad occidente è limitata dal Mediterraneo, e ad oriente dal deserto siriaco-arabo. In alto e in basso i limiti naturali non sono cosi' precisi. Tuttavia, a settentrione, un distacco abbastanza netto è segnato dalla catena del Libano, che scende parallela al Mediterraneo e all'interno è fiancheggiata dall'Antilibano, al quale fa da avanguardia l'Hermon: la stretta fra l'Hermon e il Libano può considerarsi come il limite settentrionale della Palestina. A mezzogiorno il limite geografico è rappresentato genericamente dall'Idumea e dalle regioni desertiche che si estendono immediatamente sotto Beersheva e il Mar Morto. Sono i due limiti, settentrionale e meridionale, designati frequentemente nell'Antico Testamento con l'espressione da Dan fino a Beer­sheva, per comprendere la Palestina abitata dagli Ebrei. Questa striscia di costa mediterranea è dunque compresa fra i gradi 31-32,20 di latitudine nord, e 34,20-36 di longitudine Greenwich. La sua lunghezza, dalle falde meridionali del Libano (Nahr el-Qa­simijje) fino a Beersheva, è di circa 230 chilometri; la larghezza, dal Mediterraneo fino al fiume Giordano, va da un minimo di 37 chilometri a nord, fino a un massimo di circa 150 sotto il Mar Morto. La superficie della porzione di qua dal Giordano (Cisgiordania) è di 15.643 chilometri quadrati; quella della porzione di là dal Giordano (Transgiordania) di 9.481. La superficie totale della Palestina è dunque di 25.124 chilometri quadrati, cioè poco minore di quella della Sicilia (25.461 Km2.): la quale piccolezza materiale, sproporzionata all'importanza morale, già faceva esclamare a S. Gi­rolamo: Pudet dicere latitudineri terrae repromissionis, ne ethnicts occasionem blasphemandi dedisse videamur (Epist., 129, 4).

§ 2. L'intera regione è divisa, nelle due porzioni testé accennate, dal profondo avvallamento dentro cui scorre il Giordano e che è un fenomeno geologico unico sul globo. Questo avvallamento, prolun­gandosi giù dal Tauro attraverso la Celesiria, si deprime sempre più avanzandosi nella Palestina, raggiunge il suo punto più profondo dentro il Mar Morto, e continuando a oriente della penisola Sinai­tica raggiunge il Mar Rosso. Sopra a Dan il livello dell'avvalla­mento è ancora di 550 metri più alto del Mediterraneo; ma dopo una decina di chilometri, dov'era il lago di el-Hule, il livello è sceso a soli 2 metri sul mare, e dopo un'altra decina di chilometri, al lago di Tiberiade, il livello d'acqua è a 208 metri sotto il mare, mentre il fondo del lago è di 45 metri più in basso; infine, all'im­boccatura del Mar Morto il livello d'acqua è a 394 metri sotto il Mediterraneo, e dentro il Mar Morto il fondo è a 793 metri sotto il Mediterraneo, costituendo cosi la più profonda depressione continentale conosciuta sul globo. Questo singolare avvallamento è percorso in lungo dal solo fiume importante della Palestina, il Giordano, che nasce dall'Hermon e, dopo aver superato il lago di Tiberiade, si espande nel Mar Morto e ivi muore senza sboccare nel mare grande. Il che è espresso da Tacito con la sua solita maniera scultoria: Nec Jordanes pclago accipitur sed unum atque alterum lacurn (el-Hule e Tiberiade) in­teger perfluit, tertio retinetur (Mar Morto) (Hist., v, 6). Dalla confluenza delle sue varie sorgenti fino al lago di el-Hule il Giordano percorre una quarantina di chilometri. Il lago di el-Hule, ora prosciugato, aveva una lunghezza di circa 6 chilometri. Subito dopo il Giordano, percorsa una rapida discesa di 17 chilometri, for­ma il lago di Tiberiade, chiamato più anticamente di Gennesareth. Questo lago, di forma quasi ovale, ha la larghezza massima di 12 chilometri e la lunghezza di 21. Dall'uscita dal lago di Tiberiade fino all'entrata nel Mar Morto, il Giordano s'avanza per Km. 109, mentre il suo percorso reale è più del doppio a causa della tortuosità del letto; a principio ha una larghezza media di 25 metri con una profondità da 2 a 3 e si avanza tra rive coperte di lussureggiante vegetazione selvaggia, ma ad una decina di chilometri prima del Mar Morto la vegetazione va scemando, l'acqua diventa salmastra e la corrente si fa meno profonda e più larga (metri 75).
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