Omelie sui vangeli, n°26 ; PL 76,1197
Come può essere reale il corpo del Signore, dopo la risurrezione, dal momento che ha il potere di attraversare le porte chiuse ? Ma bisogna sapere che le opere di Dio non sarebbero più mirabili se fossero comprensibili dalla nostra mente; né si ha il merito della fede quando la ragione umana fornisce le prove. Dobbiamo considerare alla luce di tutta l'opera del Redentore quelle azioni che per se stesse non si possono comprendere, affinché i mirabili fatti della sua vita offrano argomento di fede a quanto ci appare più sorprendente. Infatti il corpo del Signore che entrò nel cenacolo a porte chiuse era quello stesso che al momento della sua nascita uscì agli occhi degli uomini dal grembo intatto della Vergine. Perché dunque meravigliarsi se, dopo la risurrezione, entrava a porte chiuse già vincitore in eterno, egli che era uscito dal seno intatto della Vergine quando era venuto per morire?
Ma poiché la fede di coloro che contemplavano il suo corpo era titubante, subito mostrò loro le mani e il fianco, e fece toccare quella carne che era passata attraverso le porte chiuse... Ora ciò che si può toccare si corrompe necessariamente e ciò che non si corrompe non si può toccare. Ma in modo meraviglioso e incomparabile, il nostro Redentore mostrò, dopo la risurrezione, il suo corpo incorruttibile ma palpabile, affinché l'incorruttibilità invitasse a conquistare il premio, e la possibilità di toccarlo fosse una conferma per la fede. Si mostrò incorruttibile e palpabile anche per dimostrare che il suo corpo, dopo la risurrezione, aveva la stessa natura, ma una diversa gloria.
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