Discorsi sul vangelo, 23
Due discepoli di Gesù erano in cammino e pur non credendo in lui, parlavano di lui. Il Signore apparve, senza tuttavia mostrarsi a loro sotto un'apparenza che essi potessero riconoscere. Il Signore quindi realizzò esternamente, agli occhi del corpo, ciò che in loro si adempiva all'interno, agli occhi del cuore. All'interno, i discepoli amavano e dubitavano contemporaneamente; all'esterno, il Signore era loro presente, senza tuttavia manifestare chi egli fosse. A coloro che parlavano di lui, offriva la sua presenza; ma a coloro che dubitavano, nascondava il suo aspetto familiare, che avrebbe permesso loro di riconoscerlo. Ha scambiato delle parole con loro, ha rimproverato loro la lentezza a capire, ha spiegato loro i misteri della santa Scrittura che lo riguardavano. Eppure, nel loro cuore egli rimaneva uno straniero, per mancanza di fede; fece dunque come se dovesse andare più lontano... La Verità che è semplice, non fece nulla con doppiezza; si è semplicemente manifestata ai discepoli nel suo corpo così come era nel loro spirito.
Mettendoli così alla prova, il Signore voleva vedere se coloro che non lo amavano in quanto Dio, erano almeno capaci di amarlo in quanto viaggiatore? La Verità camminava con loro; non potevano dunque rimanere estranei all'amore: gli proposero l'ospitalità, come si fa per un viaggiatore. Perché, d'altronde, diciamo che gli proposero, mentre sta scritto: «Loro insistettero»?
Questo esempio ci mostra bene che non dobbiamo soltanto offrire l'ospitalità ai viaggiatori, bensì farlo con insistenza.I discepoli apparecchiano dunque la tavola, offrono da mangiare; e Dio, che loro non avevano riconosciuto nello spiegare la Santa Scrittura, lo riconoscono nello spezzare il pane.
Non è dunque ascoltando i comandamenti di Dio che sono stati illuminati, bensì mettendoli in pratica.
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