Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

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venerdì 11 gennaio 2013

2065 - Commento al Vangelo del 11/1/2013


+ Dal Vangelo secondo Luca (5,12-16)
Un giorno, mentre Gesù si trovava in una città, ecco, un uomo coperto di lebbra lo vide e gli si gettò dinanzi, pregandolo: «Signore, se vuoi, puoi purificarmi». Gesù tese la mano e lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato!». E immediatamente la lebbra scomparve da lui. Gli ordinò di non dirlo a nessuno: «Va’ invece a mostrarti al sacerdote e fa l’offerta per la tua purificazione, come Mosè ha prescritto, a testimonianza per loro». Di lui si parlava sempre di più, e folle numerose venivano per ascoltarlo e farsi guarire dalle loro malattie. Ma egli si ritirava in luoghi deserti a pregare. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Un nostro parrocchiano ha segnalato di aver trovato qualche difficoltà nell'inserire la città dove vive e la provincia. Cerco di semplificarlo meglio: non si tratta di una nuova iscrizione perché in effetti non lo è, si và nella home page del sito e si clicca Chi siamo, poi Modifica la newsletter, si inserisce il proprio nome nella prima casella, poi sotto l’indirizzo mail utilizzato per ricevere questa newsletter, ancora sotto il comune e la provincia per esteso, le parole intere. Ancora in basso si legge Iscrizione e si lascia cliccato , per poi terminare cliccando su Iscriviti. Riepilogo:
Chi siamo
Modifica la newsletter
nella prima casella il proprio nome
sotto l’indirizzo mail utilizzato per ricevere questa newsletter
ancora sotto il comune in cui si vive
la provincia per esteso (le parole intere).
Ancora in basso si legge Iscrizione e si lascia cliccato ,
per poi terminare in basso cliccando su Iscriviti.

Mi è arrivata una mail di una mamma che ha la figlia ricoverata al Niguarda, chiede di incontrare nostri parrocchiani di Milano o provincia per pregare insieme qualche volta. Lancio un appello a chi vive in quella zona e di adoperarsi per portare all’ammalata un po’ di consolazione e di affetto. Chi vuole fare l’esperienza di visitare la figlia della nostra parrocchiana Donatella, me lo comunichi e darò il suo indirizzo mail.
La visita agli ammalati è poco avvertita da quasi tutti i cattolici, eppure è una grande opera di misericordia corporale, è un gesto di amore straordinario che Gesù ricompensa con molte benedizioni. Uno dei consigli che do alle persone che hanno raggiunto un elevato grado di spiritualità, è proprio quello di visitare gli ammalati negli ospedali e di parlare di Gesù e della Madonna. Di pregare un po’ insieme.
Così si trasmette agli ammalati la vicinanza affettuosa che arreca ad essi molta consolazione ed alleggerisce la sofferenza. Si parla ad essi con amore e si fa conoscere il Vangelo, aggiungendo i consigli di confessarsi, partecipare alla Santa Messa, recitare il Santo Rosario, riflettere sulla presenza di Gesù vivo e vero.
Si potrebbe dedicare un’ora settimanale oppure ogni quindici giorni, comunque è un’opera che si deve compiere con molto amore.
Ma oggi la società è malata di egoismo, non solo non ha tempo per visitare ammalati sconosciuti, non si pensa proprio agli ammalati. Ci sono persone che non si preoccupano dei loro familiari, ma questi non li possiamo considerare seguaci di Gesù. Chi ha scoperto il Vangelo avverte interiormente la necessità di fare qualcosa per gli altri, è lo Spirito di Dio a spingere verso le opere di amore.
Ne approfitto per farvi rileggere le sette opere di misericordia corporale: 1) Dar da mangiare agli affamati. 2) Dar da bere agli assetati. 3) Vestire gli ignudi. 4) Alloggiare i pellegrini. 5) Visitare gli infermi. 6) Visitare i carcerati. 7) Seppellire i morti.
Capite che non possiamo considerarci veri seguaci di Gesù se non mettiamo in pratica il suo Vangelo, chiaramente ognuno secondo la sua capacità e forza, ma deve sempre esserci una viva tensione accompagnata o infiammata da un amore sincero per chi soffre. Dobbiamo fare ogni giorno qualcosa in più per i lontani da Dio, per quelli che soffrono nel corpo o nello spirito.
Oltre la visita agli ammalati o l’aiuto a chi soffre per altre ragioni, c’è anche un altro mezzo per aiutare il prossimo, quanti soffrono e non trovano alcuna consolazione: donare un buon libro spirituale o dei pieghevoli con preghiere toccanti. Mi ha commosso la testimonianza che leggiamo insieme:
“Ave Maria! Innanzitutto la mia stima ed il mio più sincero Amore per Padre Giulio e per il suo santo sforzo di evangelizzazione e custodia della vera Chiesa di Cristo. Leggere le sue parole e sapere che è con noi mi dà fiducia, Fede e mi aiuta a superare i momenti di angoscia e negatività. Vorrei ricevere tutti i libri proposti nell'apposita pagina del sito che vorrei leggere e regalare alla mia parrocchia a disposizione per tutti coloro che avranno la voglia e la Grazia di leggerli. Vi farei un pagamento di 100 euro tramite bollettino postale (me lo potete indicare per favore) per una copia di ciascun libro e di quelle del Santo Rosario meditato che vorrete mandarmi in più per poterle regalare. L'indirizzo a cui vi chiedo l'invio è (…) Luca Lorenzoni di Reggio Emilia. Appena riceverò il conto corrente postale vi farò il bollettino. Dio vi benedica”.
Questo è un grande gesto di amore, in questo modo si diffonde il Vangelo e la sana dottrina, ma non ci sono solamente i miei libri da regalare, esistono anche altri testi spirituali che fanno molto bene, a cominciare dal Vangelo stesso, “non plus ultra”. Questa locuzione latina letteralmente significa non più avanti, indica il limite estremo, cioè il massimo della perfezione. E il Vangelo è il massimo della spiritualità.
Tutti voi dovete proporvi qualcosa di spirituale da compiere per gli altri, gesti di amore che attirano la misericordia di Gesù su voi, anche per fare scendere le Grazie dal Cielo. Non si fa del bene pensando alla ricompensa, si fa del bene gratuitamente, per amore, perché siamo cristiani, seguaci del Cristo. Tutte le persone che soffrono nel corpo o nello spirito, cercano di dire a Dio una frase simile: “Signore, se vuoi, puoi purificarmi”. Il Vangelo ci dice che Gesù immediatamente accontentò il lebbroso, ma se non avesse incontrato il Signore sarebbe morto dopo poco tempo a causa della malattia incurabile.
Quelli che soffrono e non trovano Gesù, muoiono senza essere in Grazia di Dio.
Molti lebbrosi nell’anima vivono nel mondo, è una lebbra invisibile perché non è una malattia della pelle ma è visibile nei volti spenti e incattiviti. La lebbra spirituale di oggi causa molti più danni di quelli che pativa il lebbroso del Vangelo, lui soffriva nel corpo, i peccatori senza Dio soffrono nel corpo e, soprattutto, interiormente. Provano nell'intimo un senso di vuoto che abbatte e sgomenta, cercano inutilmente di coprirlo con ogni sorta di vizio.
L’anima deformata dai vizi e dall’immoralità diventa lebbrosa, brutta e non più gradita a Gesù. 
Se gli ammalati e le persone provate nello spirito per vari problemi non riescono ad aprirsi a Gesù, non hanno la capacità di pregare per inesperienza o per i peccati commessi che deturpano l’anima e la rendono brutta, noi dobbiamo diventare mediatori e suscitare in essi la Fede in Gesù. Dobbiamo parlare con le parole dettate dall'amore, con la gioia di trasmettere la nostra Fede e la pace che portiamo dentro.
Questo è il cammino che dobbiamo fare noi della Parrocchia virtuale, Gesù ci chiede di fare qualcosa per gli altri. Perché Gesù vuole guarire tutti, vuole liberare tutti da ogni negatività demoniaca. Portare il Vangelo e l’Amore di Gesù a quanti soffrono è una grande opera spirituale.
Quando avviciniamo una persona ammalata nel corpo o nello spirito, «Gesù tende la mano e la tocca dicendo: “Lo voglio, sii guarita!”».

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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