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venerdì 30 agosto 2019

GS38 - Il più terribile tracollo morale

Lunedì 26 agosto 2019

 + Dal Vangelo secondo Matteo (23,13-22)
In quel tempo, Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il Regno dei Cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare. Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che percorrete il mare e la terra per fare un solo prosèlito e, quando lo è divenuto, lo rendete degno della Geènna due volte più di voi. Guai a voi, guide cieche, che dite: “Se uno giura per il tempio, non conta nulla; se invece uno giura per l’oro del tempio, resta obbligato”. Stolti e ciechi! Che cosa è più grande: l’oro o il Tempio che rende sacro l’oro? E dite ancora: “Se uno giura per l’altare, non conta nulla; se invece uno giura per l’offerta che vi sta sopra, resta obbligato”. Ciechi! Che cosa è più grande: l’offerta o l’altare che rende sacra l’offerta? Ebbene, chi giura per l’altare, giura per l’altare e per quanto vi sta sopra; e chi giura per il tempio, giura per il tempio e per Colui che lo abita. E chi giura per il cielo, giura per il trono di Dio e per Colui che vi è assiso». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Gesù continua a svelare l’identità degli scribi e dei farisei celata sotto i filattèri e le frange, dietro una ritualità fatta di annunci e di un’osservanza religiosa inesistente. Da qui si comprende l’inefficacia delle parole senza Fede e questo oggi viene percepito dai cristiani che non trovano né ascoltano una spiritualità coerente al Vangelo.
Non sono le parole che si pronunciano ad esprimere la presenza della Fede di un cristiano, è la sua retta vita, le opere buone che compie.
La vanità, l’inutile ostentazione degli scribi e dei farisei non bisogna considerarle come una condotta da applicare solamente a loro, anche se loro venivano disapprovati da Gesù. Anche la nostra generazione ha i suoi ipocriti, quegli impostori vestiti di abiti sacri che tradiscono il Signore per l’ambizione e le ricompense dei potenti.
Gesù prima di questa nuova invettiva contro scribi e farisei, aveva precisato che farsi chiamare rabbi, che significa «maestro mio» o «padre», era per Lui un abuso di autorità perché uno solo ha diritto d’essere chiamato «Padre» ed è Dio, e uno solo è il vero Maestro, il Cristo, che è la Parola del Padre.
Questo ammonimento era diretto agli scribi e ai farisei e non ai Sacerdoti cattolici, Gesù non aveva ancora istituito il sacerdozio. Nella Chiesa Cattolica sono chiamati Padri i Religiosi solo perché, come Sacerdoti della Nuova Alleanza rappresentano il Signore.
Il Sacerdote cattolico è un Alter Christus.
L’ammonimento di Gesù agli scribi e ai farisei, metteva in guardia tutti sulle messinscene spettacolari proprio di coloro che erano chiamati ad essere di esempio al popolo, chiamati a mostrare con la vita onesta e le buone opere l’esistenza di Dio.
Qui emerge il distacco totale tra la propria immaginazione e la vita reale, tra l’idea che si ha di sé e il valore della persona davanti a Dio.
Si scende sempre più in basso nella vita spirituale quando si tralascia l’osservanza dei Comandamenti e non si prega più con il cuore, quando la preghiera è solo routine, considerata più come una pratica da completare presto che un incontro amorevole con Gesù.
Questo svuotamento spirituale non avviene di solito in modo consapevole ma si è sempre responsabili, è il punto in cui il cristiano ha già perduto la bussola della sua vita e non sa più da dove e come ricominciare. Si è perduta la comunione con Gesù e la Madonna, la vita scorre senza l’impegno di compiere nella giornata quanto c’è di più importante: pregare.
Gesù è Amore e Misericordia, contro scribi e farisei fu costretto a proferire dei «guai», smascherandone tutte le grettezze ipocrite, e questo dovrebbe intimorire soprattutto quei Ministri di Dio che non osservano più la sana dottrina e preferiscono occuparsi del sociale trascurando Dio e i poveri della parrocchia.
I guai lanciati da Gesù a scribi e farisei indicano l’irrimediabilità della loro condotta di vita. Eppure si consideravano i puri e perfetti di Israele, gli unici che potevano insegnare e addirittura anche correggere gli ebrei. Invece davanti a Dio erano solo dei disgraziati.
Quanti cardinali, vescovi e sacerdoti della Chiesa presumono superbamente di essere come dei... mentre la loro è una condizione disgraziata?
I Sacerdoti devono pregare molto nella giornata fino a diventare essi stessi preghiera, con una vita retta e la piena osservanza dei Comandamenti.
Apro una parentesi per valutare la possibilità dell’attenuante: sono consapevoli della vita traviata e del cammino verso la disperazione?
La risposta esatta su essi la conosce solo Dio, di sicuro la perdita della Grazia divina rende anche gli ostinati peccatori cristiani che seguono Gesù Cristo, come dei pagani perché non vivono la Fede, non osservano i Comandamenti, non riescono a frenare i pensieri instabili che portano ad una vita dissoluta.
Molti cristiani abbandonano la preghiera e la Santa Messa perché l’aridità li svuota e non sanno cosa fare, non avvertono più alcun interesse verso Dio e non pregano né Lo adorano più.
Quando si perde il gusto della preghiera e si smarrisce la comunione con Gesù e Maria, l’intelletto confuso non permette di dare conto a Dio delle opere e scelte, tanto che questi cristiani si stabilizzano nella mentalità in cui trovano l’appagamento dei loro capricci.
Nella Chiesa è in atto il più terribile tracollo morale causato dai prelati e dai sacerdoti smarriti tra vanità e piaceri, oramai privi di Fede.
Sono come ciechi che non vedono più il Bene e conoscono solo la strada della corruzione.
«Guai a voi, guide cieche. (…) Ciechi! (…) Ipocriti».
Questa cecità colpisce anche i cristiani che hanno abbandonato l’osservanza dei Comandamenti e non si curano più della vita spirituale. Può avvenire ai laici ma anche ai cardinali, vescovi e sacerdoti. Nessuno è escluso, anzi, chi più ha avuto dal Signore più grande sarà la responsabilità davanti a Lui.
«Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che chiudete il Regno dei Cieli davanti alla gente; di fatto non entrate voi, e non lasciate entrare nemmeno quelli che vogliono entrare». 
Recitiamo con grande fiducia e regolarità il Santo Rosario per l’amata Chiesa, la conversione dei prelati e dei sacerdoti, di tutti i peccatori.
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