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domenica 25 agosto 2019

GS36 - Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi

Sabato 24 agosto 2019
San Bartolomeo Apostolo

+ Dal Vangelo secondo Giovanni  (1,45-51)
In quel tempo, Filippo trovò Natanaèle e gli disse: «Abbiamo trovato Colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il Figlio di Giuseppe, di Nazaret». Natanaèle gli disse: «Da Nazaret può venire qualcosa di buono?». Filippo gli rispose: «Vieni e vedi». Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Natanaèle gli domandò: «Come mi conosci?». Gli rispose Gesù: «Prima che Filippo ti chiamasse, Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi». Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il Re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità Io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli Angeli di Dio salire e scendere sopra il Figlio dell’Uomo». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
È bellissima l’affermazione che Gesù spende per un uomo che incontra durante il cammino di nome Natanaèle, poi Bartolomeo: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Non è un sempliciotto Natanaèle, al contrario è dotto e preparato sulle Sacre Scritture, le conosce così bene da affermare: «Da Nazareth può venire qualcosa di buono?».
Una cittadina conosciuta per la sua inconsistenza sociale, mentre il Messia era stato profetizzato come nativo di Betlemme, per cui Natanaèle non trovava alcun riscontro con l’Uomo che veniva indicato da Filippo come il Messia. «Abbiamo trovato Colui del quale hanno scritto Mosè, nella Legge, e i Profeti: Gesù, il Figlio di Giuseppe, di Nazareth».
Contrariamente agli orgogliosi e agli ostinati inflessibili, spesso paragonabili alla testardaggine dei muli, Natanaèle mostra immediatamente una intelligenza superiore e umile, non è sufficiente infatti essere solamente intelligenti. Anche i diavoli sono intelligenti come lo sono molti personaggi occulti che agiscono per corrompere tutti.
Filippo avvisò Natanaèle dell’arrivo di Gesù e in un minuto la sua vita cambiò, le parole del Signore lo sconvolsero: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità». Parole che danno di Natanaèle un’immagine perbene, parole che ognuno di noi vorrebbe sentire per se stesso, e che vengono riferite nella verità dalle persone oneste intellettualmente.
Natanaèle è sincero e umile, non c’è finzione in lui come quanti amano adulare gli altri per averne vantaggi anche al solo fine relazionale.
O quelle persone che amano lodarsi di continuo e cercano affannosamente negli altri più che l’amicizia, l’elogio, una ricompensa umana pagata appunto già in questa vita e che non dovranno mai più cercarla davanti a Gesù Cristo.
Qui si nota facilmente la mancanza di autostima e la presenza di una ricerca affannosa di continue gratificazioni umane, denotando comunque, lo scarso equilibrio psicofisico. L’aspetto psichico e fisico nello stesso tempo è quello riguardante i rapporti tra processi psichici e fenomeni fisici.
Tristezza, rabbia, angoscia, paura: sono le emozioni che possono rendere instabili.
Meglio imparare a controllarli per raggiungere l’equilibrio psico-fisico. Il controllo esclusivamente scientifico non arriva a guarire completamente la persona, occorrono i Sacramenti, la preghiera, la pratica costante dell’onestà, della bontà, della verità e il distacco convinto dalle bugie e dai comportamenti ingannevoli e commedianti.
Guardiamo al Santo Apostolo di oggi, Bartolomeo, per capire quale altezza morale bisogna raggiungere per agire sempre onestamente.
Bartolomeo era una persona esemplare e quelli come Lui sono modelli che seguono i principi etici e li insegnano ai figli, ai dipendenti o sottoposti.
Bartolomeo non credeva inizialmente in Gesù perché arrivava da Nazareth, ma non cercava assolutamente di fuorviare o distogliere Filippo dal Signore: qui viene evidenziata la sua straordinaria onestà intellettuale.
Tra Filippo e Natanaèle troviamo due diversi modi di approcciarsi al Signore: nel primo troviamo una Fede semplice come desidera Dio da ognuno di noi; nel secondo invece c’è la ragione che domina e questa può portare lontano da Dio se non è illuminata dalla Fede.
Per scardinare la razionalità, la logica, la ragionevolezza di Natanaèle, Gesù lo scuote dicendogli due frasi che nessun essere umano poteva conoscere perfettamente. Solo Dio poteva conoscere intimamente l’anima di Natanaèle.
Bartolomeo oggi ci insegna che la rettitudine morale è una ricchezza superiore a tutti i beni materiali, non è paragonabile neanche ai migliori onori che offre il mondo. Nulla può elevare moralmente una persona come la sua preziosa retta intenzione, che rifugge i doppi pensieri.
Chi parla deve curare la purezza dei pensieri, deve vincere l’ambiguità della mente per rimanere con una dignità splendente che deve quasi manifestarsi... Quando si inganna si viene assaliti da una certa compiacenza, essi dimenticano che Dio sempre sente e vede tutto.
È possibile per tutti arrivare a questa integrità morale, ci si può elevare spiritualmente di continuo, cambiando mentalità e stile di vita.
Le parole che rivolse Gesù a Natanaèle incontrandolo, lo sconvolsero, causarono una sua immediata e disorientata replica: «Come mi conosci?».
Natanaèle che diventerà Bartolomeo cercava di ritrarsi dal dialogo che il Signore voleva imbastire, considerando che lo aveva accolto con esplicita ammirazione: «Ecco davvero un Israelita in cui non c’è falsità».
L’affermazione di Gesù come sempre non era casuale, poteva dire anche altre parole ma per Natanaèle solo quelle parole potevano sconvolgerlo completamente e toccare il suo cuore per farlo ricredere sia sulla Persona di Gesù, sia sulla sua provenienza, da quella Nazaret considerata insignificante dall'opinione pubblica.
Gesù ci conosce perfettamente e vede tutto quello che compiamo, questo «piccolo»dettaglio sfugge a molti cristiani e senza una vita spirituale curata e guidata, rimangono sempre impulsivi e inclini alle bugie e all’orgoglio, alle scappatoie inventate per non svelare i loro errori.
La risposta di Gesù disarmò Bartolomeo e accolse il Signore nella sua vita: «Prima che Filippo ti chiamasse, Io ti ho visto quando eri sotto l’albero di fichi”.
Natanaèle pregava sotto l’albero, contemplava Dio e dove si trovava non poteva essere visto da nessuno. Solo Dio poteva vederlo e ascoltare le sue intense preghiere. In pochi istanti Natanaèle eliminò i suoi convincimenti e accolse subito, accettò la Volontà di Dio, fino a diventare un grande Apostolo e venerato come Santo.
«Rabbì, Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il Re d’Israele!».
Bartolomeo divenne vero amico e discepolo di Gesù per il pieno rinnegamento: «Voi siete miei amici, se farete ciò che Io vi comando» (Gv 15,14).
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