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martedì 9 ottobre 2018

SC 265 Commento al Vangelo di martedì 09.10.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (10,38-42)
In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, Lo ospitò. Ella aveva una sorella, di nome Maria, la quale, seduta ai piedi del Signore, ascoltava la sua parola. Marta invece era distolta per i molti servizi. Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Le parole scambiate in questo incontro nella casa di Betania, vengono riprese in molte circostanze anche non religiose. Marta viene identificata come la donna che si preoccupa eccessivamente dei lavori domestici o del lavoro in sé, mentre Maria è la contemplativa, e qui gli accusatori neanche comprendono che adorare Gesù è il momento più importante della vita di ognuno.
È probabile che Marta dinanzi all'urgenza dei preparativi che si aggiungevano al normale lavoro domestico, fosse assorbita da questi e prestasse più attenzione alle faccende che al Signore. Inoltre pare quasi che Maria, seduta ai piedi di Gesù, la infastidisca.
Vediamo come bisogna fare per riuscire a svolgere le normali occupazioni lavorative in casa o all'esterno, e rimanere in comunione con Gesù.
Tutto inizia dall'amore per il Signore, poi dal desiderio di non dispiacerlo mai.
Determinante rimane la conoscenza di Gesù, senza la quale non può esistere un amore intenso verso Lui né si ricorderà o adorerà durante la giornata. Si penserà e ci si preoccuperà di tutto, tranne che di Lui.
In Marta non era così, ella adorava il Signore e si lasciò prendere dalla premura di preparare il cibo migliore, ma il vero Cibo era Gesù.
Con Gesù bisogna avere la rispettosa confidenza di parlargli di tutto, così come facevano i suoi amici di Betania e soprattutto gli Apostoli. Raccontavano al Maestro i piccoli casi della loro vita quotidiana, gli chiedevano spiegazioni su quel che non capivano.
Qualche dialogo di Gesù con i suoi più intimi discepoli è rimasto documentato nel Vangelo. Così dobbiamo fare anche noi.
E, nello stesso tempo, la preghiera deve impreziosire tutte le circostanze della nostra vita. Accanto a Gesù impareremo a essere amici migliori dei nostri amici, a vivere fino in fondo la giustizia e la lealtà in ogni lavoro che si svolge, a essere più umani, a essere attenti e disposti a soccorrere le necessità altrui.
Questo episodio di Betania fotografa perfettamente l’atteggiamento di quanti partecipano alla Santa Messa senza particolare interesse o con distrazioni che non allontanano dalla mente. Come Marta, anche molti cristiani non comprendono che Gesù nella Santa Messa viene a trovarli e loro rimangono con la mente occupata da pensieri inutili.
La meditazione centrale del Vangelo di oggi è questa: Gesù viene a trovarci a casa nostra e noi rimaniamo indifferenti oppure ci affatichiamo per tante cose che riteniamo opportune, dimenticando «la parte migliore, che non sarà tolta».
Anche il lavoro, l’attività professionale, le normali difficoltà che comporta ogni esistenza, le nobili speranze, le preoccupazioni, devono alimentare il nostro colloquio quotidiano con Gesù. Se così non fosse, di che altro parleremmo con Lui?
Non è sufficiente accogliere nella propria vita e credere in Gesù, anche Marta fece questo ma poi si preoccupò del lavoro. «Marta invece era distolta per i molti servizi». Eppure Gesù si era recato a casa di Lazzaro non per ricevere qualcosa ma per dare la sua Grazia, purtroppo Marta era troppo presa dai suoi impegni e non colse l’occasione migliore.
In altre circostanze Marta era rimasta ad ascoltare e adorare Gesù, in questa visita è presa da occupazioni non importanti in quel momento. Aveva la servitù che lavorava anche in casa, poteva lasciare ad altri il compito di preparare.
Invece scelse l’attività all’adorazione di Gesù, nel momento in cui era opportuno contemplare il Signore come fece Maria.
Le due sorelle appaiono in questo episodio come simboli della vita attiva e della vita di preghiera.
Noi dobbiamo cercare di compiere entrambe le cose quando siamo impegnati in qualsiasi lavoro, perché se l’amore verso Gesù è intenso e sincero, ogni opera sarà compiuta per amore suo, per dargli gloria, offrendola a Lui.
Nel lavoro si rimane in comunione con Gesù per il proposito che si fa ogni mattina e anche molte volte nella giornata di fare tutto e bene per Lui.
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