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giovedì 4 ottobre 2018

SC 260 Commento al Vangelo di giovedì 04.10.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

San Francesco d`Assisi

+ Dal Vangelo secondo Matteo (11,25-30)
In quel tempo Gesù disse: «Ti rendo lode, Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dotti e le hai rivelate ai piccoli. Sì, o Padre, perché così hai deciso nella tua benevolenza. Tutto è stato dato a Me dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio vorrà rivelarlo. Venite a Me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e Io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da Me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
È il Santo più famoso nel mondo, è stato il Religioso più simile a Gesù. San Francesco si impone per la sua umiltà, Lui che era stato fino a circa venti anni un giovane vanitoso, sfarzoso e mondano, non solo per il benessere in cui viveva. Viveva come quasi tutti i giovani intenti a soddisfare gli impulsi senza riuscire a controllarli.
La vita di San Francesco si può paragonare a qualche episodio della Bibbia, è così singolare da apparire come un fatto biblico, è simile a quella di alcuni Profeti chiamati da Dio nei modi più insoliti. Dopo la sua conversione il giovane capriccioso e volubile Francesco prese come guida unicamente il Vangelo di Gesù.
Non ci sono Santi paragonabili a San Francesco per avere vissuto in pienezza ogni parola biblica, ed eccelle su tutti per la conformazione a Gesù Crocifisso. Fu il primo stimmatizzato per avere raggiunto uno stato mistico difficile da capire, come neanche Padre Pio raggiunse.
Le mie sono valutazioni amorevoli sui due Santi che scaturiscono da un immenso affetto che nutro per Loro, dalla mia conoscenza profonda ma sempre limitata. Non considero qui San Giuseppe, Lui è davvero biblico e dopo la Madre di Dio è il Religioso più Santo del Cristianesimo. Religioso perché visse come Consacrato prima alla Sposa e Vergine Maria, poi in modo sublime a Gesù Bambino, già da quando Lo vide la prima volta dopo il miracoloso parto.
Su San Francesco c’è molto da scrivere, voglio prima sottolineare che la sua vita rappresenta il perfetto percorso che parte dallo stato di grande peccatore e arriva a quello di Santo. Non fu diverso nel peccato da altri migliaia di Santi che si sono convertiti dopo una lontananza dalla vita di Grazia, fu come gli altri ma la sua risposta fu superiore alle altre.
Ogni Santo ha una sua storia, unica ed eccezionale, ma non si riscontra in altri la corrispondenza piena al Vangelo come San Francesco.
Lui andò oltre le capacità umane, sostenuto dalla Grazia e da un amore ardentissimo verso Gesù Crocifisso. La contemplazione di Gesù sulla Croce dava a Frate Francesco un vigore soprannaturale che non si riscontra neanche tra i grandi Padri del deserto, quei monaci, eremiti, e asceti che nel IVsecolo, abbandonarono le città per vivere in solitudine nei deserti d'Egitto, di Palestina, di Siria.
La storia di San Francesco si presenta come qualcosa di straordinario, anche se tanti Santi hanno fatto penitenze inenarrabili o hanno affrontato pericoli spaventosi per predicare il Nome di Gesù.
Gli stessi Apostoli dopo la Pentecoste cominciarono a vivere con grande impegno il Vangelo ed affrontarono peripezie continue fino al martirio. Sono stati grandi ma per tre anni vissero con il Signore e appresero da Lui quella Parola che gli altri hanno scoperto con moltissime difficoltà.
Dopo la sua conversione, Francesco non ebbe alcun maestro se non il Crocifisso di San Damiano, ma prima di dimorare in questa chiesetta diroccata era andato avanti con uno sforzo incredibile per capire cosa doveva fare. Gli altri Santi, forse tutti, hanno avuto maestri, Padri spirituali o sono entrati in monastero e hanno appreso gradualmente la vera spiritualità.
Il giovane Francesco all’inizio lottò contro tutti per seguire quel santo impulso interiore che Lo guidava verso un completo rinnegamento e a lasciare la vita sfarzosa. È vero che arrivò a questa decisione dopo un lungo travaglio intellettuale, una lotta in cui veniva attratto dalla mondanità ma allo stesso tempo desiderava altro ma non capiva la provenienza.
Per il suo stato di peccatore non riusciva ad avvertire nitidamente la chiamata, così visse almeno tre periodi di tribolazioni che servirono soprattutto alla sua purificazione, prima di intuire a cosa veniva chiamato. Dopo la lunga malattia di due anni, si alzò e camminava sul tetto pieno di gioia: aveva capito ma non era ancora pronto.
Ritornò a cavalcare e a stare con gli amici ma spesso ripeteva che voleva sposarsi con«Madonna Povertà». Era felice ma pensieroso.
Fu quando ascoltò il passo evangelico nel quale Gesù invia i suoi discepoli ad annunciare il Regno, che comprese la voce di Dio che Lo chiamava.
Quelle parole le avverti come rivolte a sé, parole che diventarono la regola della sua vita. Si vestì con un saio e girava per le case di Assisi a chiedere da mangiare e questo gesto per Lui che era stato un giovane ricco, fu l’umiliazione più cocente.
Per anni gli assisani vedendo il suo fervore e sentendo le prediche, Lo considerarono uno stupido, insensato ed esaltato. Tutti poi si pentirono!
Prima l’abbraccio al lebbroso quando ancora frequentava gli amici, poi la scelta di vivere a San Damiano nella chiesetta fatiscente come un uomo insensato, infine si è mostrato a tutti i paesani come un povero mendicante che girava ogni giorno per Assisi, vestito con un saio.
Da questi gesti ricolmi di umiliazione bruciante, Francesco costruì una spiritualità gigantesca, si donò interamente al Vangelo e ha ricevuto la rivelazione di Gesù diventando come un bambino, modificando in poco tempo la mentalità e accogliendo alla lettera tutte le parole del Signore.
Con un cuore di bambino seguì Gesù senza pensare più a nessuna cosa del mondo, divenne piccolo e così rimase fino alla sua crocifissione. Le stimmate furono il segno della sua identificazione con Gesù, non solo un premio ma il sigillo della trasfigurazione in Cristo.
San Francesco portava con gioia il carico dei peccati altrui, trainava la Chiesa con il giogo sulle sue spalle e diventava sempre più preghiera!
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