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lunedì 1 ottobre 2018

SC 257 Commento al Vangelo di lunedì 01.10.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

Santa Teresa di Gesù Bambino

+ Dal Vangelo secondo Luca (9,46-50)
In quel tempo, nacque una discussione tra i discepoli, chi di loro fosse più grande. Allora Gesù, conoscendo il pensiero del loro cuore, prese un bambino, se lo mise vicino e disse loro: «Chi accoglierà questo bambino nel mio Nome, accoglie Me; e chi accoglie Me, accoglie Colui che mi ha mandato. Chi infatti è il più piccolo fra tutti voi, questi è grande». Giovanni prese la parola dicendo: «Maestro, abbiamo visto uno che scacciava demoni nel tuo Nome e glielo abbiamo impedito, perché non ti segue insieme con noi». Ma Gesù gli rispose: «Non lo impedite, perché chi non è contro di voi, è per voi». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
È più conosciuta come Santa Teresina per l’infanzia spirituale che visse da esperta ed insegnò nel silenzio la potenza dell’amore.
Oggi si parla anche troppo e si cercano vantaggi con l’utilizzo di parole non sincere, è un metodo che rende meno dignitosa la persona e la fa sentire interiormente sporca, la avvilisce anche se non ci fa caso per la superficialità in cui vive.
Più che parlare con le altre monache, Santa Teresina le amò in silenzio, sia perché rispettava il silenzio imposto dalla regola, sia per non replicare alle spazientite monache anziane che le mandavano in qualche modo insulti, per la poca accortezza quando doveva aiutarle.
Santa Teresina scoprì in una Lettera di San Paolo l’importanza della carità, intesa come amore, bontà, altruismo. Si propose di vivere seguendo gli insegnamenti di Gesù che portano esclusivamente ad amare tutti, con sincerità e senza falsità, doppiezza, ipocrisia.
In questo amore che si sviluppava in Lei, si trovava bene e gioiosa, perché superava le ripetute prove che le arrivavano in monastero.
Oggi abbiamo l’occasione di esaminare il nostro atteggiamento davanti al Signore quando siamo colpiti, noi o i nostri cari, dalla disgrazia e dal dolore. Dio è sempre Padre, anche quando siamo visitati dall’afflizione e dai dispiaceri.
Nell’abbondanza e nella miseria, nella salute e nella malattia ci comportiamo da figli riconoscenti?
Santa Teresina fu provata dalle malattie e la vita religiosa durata meno di dieci anni, fu molto dolorosa per una ragazzina che riuscì ad ottenere il permesso dal Papa ed entrare in anticipo in monastero. Anche se la foto che conosciamo La immortala sorridente, le prove e i conflitti interiori che visse furono incalcolabili.
Non si diventa migliori senza queste lotte spirituali, senza gli sforzi personali.
La vita è un combattimento invisibile ma reale, soprattutto contro il proprio Io, poi contro i diavoli instancabili e infine contro quelli che non ci amano e ci tormentano con le persecuzioni (anche ipocrite), le cattiverie, le diffamazioni, l’invidia per ciò che siamo e abbiamo.
L’imitazione di Gesù è sufficiente per superare tutte le prove e vivere nell’amore, oggi meditiamo la vita di Santa Teresina. Fu molto brava nel trasformare i maltrattamenti che subiva in monastero in stimoli per migliorarsi, si può quindi affermare che la sua santificazione fu una straordinaria reazione alle dure prove e sofferenze che visse.
Quando riceveva delle offese in cambio donava gioia e sorriso.
Reazioni sante, un agire ancora superiore a quello di molti bambini che si offendono per un innocuo rimprovero e piangono. In questo caso i genitori devono formare i bambini alla fortezza. È la spiritualità a dare contenuto al ruolo dei genitori, altrimenti si agisce per puro egoismo.
La casa di una famiglia non è un monastero, idealmente lo può diventare in parte, per i cristiani che vogliono osservare momenti di preghiera e di contemplazione, anche se devono integrarsi bene con gli altri familiari.
In famiglia si diventa sani moralmente oppure si acquisiscono traviamenti educativi privi di amore anche se apparentemente viene mostrato.
Santa Teresina nel vero monastero fu incompresa e maltrattata dalla superiora, e Lei non reagì in modo ipocrita fingendo un amore che non poteva meritare appunto la superiora. Non finse di amarla, di obbedire con il sorriso e la premura per poi tradirla alle spalle, non fece questo Suor Teresina. Ella amò sempre la superiora.
È diventata una grande Santa perché amava davvero la superiora e non la diffamava, non la tradiva. L’amava senza giudicarla.
Per questa ragione anche Padre Pio disse di Santa Teresina: «In Paradiso è una grande Santa».
Chi legge la sua autobiografia trova un iniziale lamento di Santa Teresina riguardo l’assenza dello spirito religioso che cercava in monastero, ma invece di piangerne la mancanza, lo fece nascere nel suo cuore, così cominciò a vivere interiormente la vera spiritualità che tanto cercava.
Arrivò a far divertire durante la ricreazione anche quelle monache che l’avevano maltrattata, Ella non si chiuse all’amore ma amava tutti senza giudicare né valutare con il misurino i comportamenti sbagliati contro Lei.
I giusti devono per forza soffrire, ma non tutti quelli che soffrono sono giusti.
Riflettiamo sul nostro comportamento e sul tipo di reazione che attuiamo nelle prove e nelle malattie.
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