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lunedì 17 settembre 2018

SC 252 Commento al Vangelo di lunedì 17.09.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (7,1-10)
In quel tempo, Gesù, quando ebbe terminato di rivolgere tutte le sue parole al popolo che stava in ascolto, entrò in Cafàrnao. Il servo di un centurione era ammalato e stava per morire. Il centurione l’aveva molto caro. Perciò, avendo udito parlare di Gesù, gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, Lo supplicavano con insistenza: «Egli merita che Tu gli conceda quello che chiede -dicevano-, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga». Gesù si incamminò con loro. Non era ormai molto distante dalla casa, quando il centurione mandò alcuni amici a dirgli: «Signore, non disturbarti! Io non sono degno che Tu entri sotto il mio tetto; per questo io stesso non mi sono ritenuto degno di venire da Te; ma dì una parola e il mio servo sarà guarito. Anch’io infatti sono nella condizione di subalterno e ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa questo!”, ed egli lo fa». All’udire questo, Gesù lo ammirò e, volgendosi alla folla che Lo seguiva, disse: «Io vi dico che neanche in Israele ho trovato una Fede così grande!». E gli inviati, quando tornarono a casa, trovarono il servo guarito. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il miracolo che compie Gesù a un pagano scaturisce dalla sua grande sorpresa nel constatare una Fede che non trovava in Israele. Era un centurione romano, uno dei gradi della catena di comando nell’Esercito romano, a capo di una centuria, paragonabile ai moderni ufficiali di grado intermedio (come i capitani a capo di una compagnia).
Il beneficio lo ebbe il servo ma la supplica a Gesù la rivolse il centurione, per la sua Fede avvenne il miracolo.
Questo spiega che la preghiera di intercessione è molto gradita al Signore, proprio perché è una supplica rivolta a Lui. Possiamo pregare per persone che vivono vicino a noi o negli Stati Uniti, in Australia o in Mongolia. È sempre una preghiera che si eleva verso il Cielo, accompagnata dalla nostra amatissima Avvocata e viene accolta con Amore da Gesù.
La preghiera non si improvvisa, è un esercizio giornaliero che interessa il cuore e la mente. Se è solo una preghiera meccanica o sempre superficiale, non può mai elevarsi né entrare in dialogo con Gesù e Maria.
Il fondamento della preghiera è l’amore. Per amare Loro è opportuno conoscerli, frequentarli meditando il Vangelo ogni giorno e riflettendo sulle Loro opere, le parole dette, i comportamenti attuati in ogni circostanza. Da questa conoscenza la preghiera si riempie di amore e il credente abbandona la vecchia mentalità per rivestirsi dei doni dello Spirito Santo.
L’azione è sempre di Dio, Egli agisce dove trova le buone disposizioni interiori, dove i cuori sono diventati più umili e buoni.
Quel che colpisce soprattutto Gesù nel miracolo di oggi, è l’umile Fede del pagano centurione. Egli inviò alcuni amici a raccomandarlo, anche in questo gesto si riscontra la sua profonda Fede in Gesù. Era sicuro della potenza di Gesù e che veniva da Dio, ancora da lui non conosciuto, ma ha visto il Figlio di Dio.
«Gli mandò alcuni anziani dei Giudei a pregarlo di venire e di salvare il suo servo. Costoro, giunti da Gesù, Lo supplicavano con insistenza».
Troviamo più persone che agiscono per far intervenire Gesù, ci sono anche alcuni Anziani dei Giudei, non si tratta di Dottori della Legge, ma di patrizi, persone altolocate, indicati dalle fonti come capi del popolo, importanti, nobili. Essi avevano un ruolo predominante nel governo della nazione dopo l’esilio, ma la loro influenza nel Sinedrio al tempo di Gesù era alquanto diminuita.
Questi erano amici di Gesù, Lo ammiravano molto e condannavano i persecutori del Messia. Non possiamo chiamarli effettivamente suoi seguaci come Nicodemo e Giuseppe d’Arimatea che erano dottori delle Legge, farisei e membri del Sinedrio.
Questi Anziani hanno avuto una lodevole premura nell’intercedere per il centurione, e pur non mostrando una Fede solida portano la loro testimonianza accolta e gradita da Gesù. «Egli merita che Tu gli conceda quello che chiede -dicevano-, perché ama il nostro popolo ed è stato lui a costruirci la sinagoga».
In queste parole troviamo uno dei modi per intenerire il Signore quando preghiamo, ricordando il bene fatto da chi vogliamo aiutare.
Non è sufficiente la sola preghiera, anche se la preghiera deve contenere una grande Fede fondata su un’umiltà eccellente, è importante parlare con Gesù quando si chiede una Grazia. Lui conosce tutto ma vuole sentire la nostra richiesta, vuole vederci umili.
Non sono determinanti molte parole, ce lo insegna Gesù nel capitolo 6 di San Matteo. «Pregando, non sprecate parole come i pagani, i quali credono di venire ascoltati a forza di parole. Non siate dunque come loro, perché il Padre vostro sa di quali cose avete bisogno ancor prima che gliele chiediate» (6,7-8).
Questo testo si allinea alla parabola della vedova importuna: «C’era una vedova, che andava da un giudice iniquo e gli diceva: Fammi giustizia contro il mio avversario. Per un certo tempo egli non volle; ma poi disse tra sé: Anche se non temo Dio e non ho rispetto di nessuno, poiché questa vedova è così molesta le farò giustizia, perché non venga continuamente a importunarmi» (Lc 18,4-5).
Gesù afferma che bisogna chiedere le Grazie senza ripetere parole inutili, concentrando il colloquio con Lui solo sugli aspetti più importanti, iniziando con ringraziamenti per quanto ci dona e lodi perché è Dio.
La preghiera deve essere però insistente, ripetuta più che possiamo, con poche parole e molto amore.
La Fede umile farà ottenere tutte le Grazie convenienti che si chiedono!
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