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martedì 4 settembre 2018

SC 243 Commento al Vangelo di lunedì 03.09.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (4,16-30)
In quel tempo, Gesù venne a Nazaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaia; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto: «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di Grazia del Signore». Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di Lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato». Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di Grazia che uscivano dalla sua bocca e dicevano: «Non è costui il Figlio di Giuseppe?». Ma egli rispose loro: «Certamente voi mi citerete questo proverbio: “Medico, cura te stesso. Quanto abbiamo udito che accadde a Cafàrnao, fallo anche qui, nella tua patria!”». Poi aggiunse: «In verità Io vi dico: nessun profeta è bene accetto nella sua patria. Anzi, in verità Io vi dico: c’erano molte vedove in Israele al tempo di Elia, quando il cielo fu chiuso per tre anni e sei mesi e ci fu una grande carestia in tutto il paese; ma a nessuna di esse fu mandato Elia, se non a una vedova a Sarèpta di Sidòne. C’erano molti lebbrosi in Israele al tempo del profeta Elisèo; ma nessuno di loro fu purificato, se non Naamàn, il Siro». All’udire queste cose, tutti nella sinagoga si riempirono di sdegno. Si alzarono e Lo cacciarono fuori della città e Lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù. Ma Egli, passando in mezzo a loro, si mise in cammino. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
In modo evidente abbiamo la chiara rappresentazione della diversa reazione della stessa gente quando ascolta parole che piacciono e parole che invece rimproverano. Quando Gesù parlava di altri eventi, come la profezia di Isaia si meravigliavano e Lo lodavano: «Tutti gli davano testimonianza ed erano meravigliati delle parole di Grazia che uscivano dalla sua bocca».
Quando invece si rivolse ai presenti e li rimproverò per la loro poca Fede e l’inosservanza dei Comandamenti, cominciarono prima a mormorare, poi divennero minacciosi, fino a far uscire Gesù dalla sinagoga con l’intento di ucciderlo: «Si alzarono e Lo cacciarono fuori della città e Lo condussero fin sul ciglio del monte, sul quale era costruita la loro città, per gettarlo giù».
Questo è l’agire del cristiano di oggi che non vuole ascoltare rimproveri e richiami alla piena fedeltà a Gesù Cristo. Il cristiano che è contento di partecipare alla Messa ma che si lamenta non appena le parole dell’omelia toccano i suoi vizi, le fragilità, quei comportamenti non conformi alla Fede.
Molti di questi cristiani superficiali si pentiranno per non avere ascoltato i giusti richiami e sono rimasti nei peccati mai confessati.
Ed è con grande dispiacere che lo scrivo, tutti i peccatori adesso hanno molte possibilità di ricevere il perdono per tutti i peccati commessi nella loro vita, ma devono comprendere che hanno offeso Dio trasgredendo le sue Leggi, devono prima capire che la vita è stata un dono e bisognerà renderne conto a chi l’ha donata.
Gesù vuole usare infinita misericordia verso i peccatori ed attende il loro pentimento, il cambiamento della vita, la richiesta del suo aiuto.
Gli aiuti ai peccatori ognuno di voi può offrirli in tantissime circostanze, non solo imitando la bontà di Gesù quando dialogate o aiutate gli altri, c’è anche la preghiera da considerare per ottenere la conversione di quanti non seguono Gesù e non vogliono ascoltare le parole del Vangelo.
Facciamo comunque attenzione a quanto scritto sopra, ognuno può cadere in questo errore. Molti cadono e anche rovinosamente, la responsabilità maggiore è di chi non predica più il Vangelo e per crearsi un seguito di credenti, predica ciò che piace ad essi. Predica se stesso anche perché si compiace, è più grave però l’intenzionale deriva che fa prendere a chi lo ascolta e lo segue.
È molto facile, soprattutto oggi, ricevere grandi consensi dai parrocchiani quando la predica è rivolta sempre al sociale e non va a toccare tutti gli insegnamenti del Vangelo. Molti parrocchiani apprezzano il parroco in quanto è «uno di noi», «un prete buono che non rimprovera», «un vero uomo di Dio perché non è severo».
Ma intanto il vero insegnamento di Dio questi parrocchiani non lo conoscono, non lo hanno appreso proprio dal loro parroco perché tace.
Questi credenti mostrano di avere poca Fede e non sono interessati ad iniziare un sincero cammino spirituale. Vogliono seguire i loro impulsi, fare quello che piace e non provare alcun rimorso né sentirsi rimproverati dalla coscienza. «Lo ha detto il parroco che non è peccato». «Il parroco non mi ha detto nulla che sbaglio se cambio partner spesso…».
È facile ricevere molti consensi e fragorosi applausi da molti parrocchiani quando non viene predicata la Verità del Vangelo.
Mentre il Sacerdote che ha una viva Fede e obbedisce in tutto alla Volontà di Dio ed insegna solo la Verità di Dio, viene visto dalla maggior parte dei parrocchiani come severo, con un linguaggio duro, un po’ lontano dalle esigenze della società… Ma di questa società pagana e immorale. Lo stesso dicevano contro Gesù.
Dove si trova la sintesi? In un equilibrio tra la predicazione del Vangelo autentico e la vicinanza affettuosa ai parrocchiani, a tutte le persone che incontra. Un affetto che scaturisce dall'amore puro e sincero, un amore rivolto esclusivamente alla salvezza delle loro anime.
Il Sacerdote potrà raggiungere questo equilibrio con molta preghiera e le indispensabili penitenze, una vita improntata sul rinnegamento e una lucida visione della sua missione di Alter Christus. Un uomo sempre umano ma diventato sacro e che deve poter dire con le sue sante opere: «Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me» (Gal 2,20).
Il Sacerdote non abbia mai paura di predicare la Verità del Vangelo, la sana dottrina dell’unica Chiesa di Cristo. Non si preoccupi su chi lo seguirà o non lo seguirà, di questo si preoccupano solo i pagani e non quelli che hanno una Fede forte e sono consapevoli di lottare contro le forze demoniache e gli uomini che odiano il Cristianesimo.
Io scrivo solo per piacere a Gesù e alla Madonna, senza preoccuparmi del giudizio degli altri, senza cercare consensi e indicando sempre la Verità.
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