+ Dal Vangelo secondo Matteo (21,33-43)
In quel tempo, Gesù disse ai capi dei sacerdoti e agli anziani del popolo: «Ascoltate un’altra parabola: c’era un uomo, che possedeva un terreno e vi piantò una vigna. La circondò con una siepe, vi scavò una buca per il torchio e costruì una torre. La diede in affitto a dei contadini e se ne andò lontano. Quando arrivò il tempo di raccogliere i frutti, mandò i suoi servi dai contadini a ritirare il raccolto. Ma i contadini presero i servi e uno lo bastonarono, un altro lo uccisero, un altro lo lapidarono. Mandò di nuovo altri servi, più numerosi dei primi, ma li trattarono allo stesso modo. Da ultimo mandò loro il proprio figlio dicendo: “Avranno rispetto per mio figlio!”. Ma i contadini, visto il figlio, dissero tra loro: “Costui è l’erede. Su, uccidiamolo e avremo noi la sua eredità!”. Lo presero, lo cacciarono fuori dalla vigna e lo uccisero. Quando verrà dunque il padrone della vigna, che cosa farà a quei contadini?». Gli risposero: «Quei malvagi, li farà morire miseramente e darà in affitto la vigna ad altri contadini, che gli consegneranno i frutti a suo tempo». E Gesù disse loro: «Non avete mai letto nelle Scritture: “La pietra che i costruttori hanno scartato è diventata la pietra d’angolo; questo è stato fatto dal Signore ed è una meraviglia ai nostri occhi”? Perciò Io vi dico: a voi sarà tolto il regno di Dio e sarà dato a un popolo che ne produca i frutti».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Nella Bibbia la vigna citata da Gesù è l'immagine del popolo di Dio, il quale l'ha affidata a qualcuno per farla fruttificare ma non divenirne un padrone. Il popolo di Dio a cui è stata affidata la Vigna è quello cristiano, un popolo guidato dai Pastori i quali molto spesso trasformano il loro ruolo di servi in quello di proprietari.
È una confusione di ruoli, Dio viene nuovamente escluso dalla sua Vigna, non gli si dà conto di nulla e non ci sono buoni frutti.
Lo vediamo in moltissime parrocchie e lo notiamo senza voler giudicare, costatiamo che rimangono chiuse quasi tutto il giorno oppure non c'è la spiritualità insegnata dalla Chiesa. Molti credenti fanno fatica a trovare le parrocchie fervorose, dove lo Spirito aleggia all'interno della Chiesa e se ne percepiscono gli effetti spirituali, proprio per la vita santa che conducono quei parroci.
La Vigna è di Dio, non c'è spazio in questa Regalità per i Consacrati che dimenticano il proprietario e regnano con dispotismo.
Il riferimento non è assolutamente al Sinodo straordinario che si è aperto oggi e che già si presenta travagliato per le diverse posizioni che hanno mostrato molti Prelati. Fino al 19 ottobre saranno giorni di discussioni accese. Preghiamo perché la Chiesa ne esca rafforzata e si cominci a riparare le numerose ferite inferte dagli uomini di Chiesa.
La Vigna del Signore come vediamo è ridotta in rovina, è stata devastata in molte parti e i nemici vi entrano senza controllo per macchiarla ancora di più di diffamazioni e di scandali. Il popolo cristiano è in molte parti del mondo abbandonato dai Pastori, perseguitato dai nemici perversi, ingiustamente emarginato dai settari.
Per mezzo del Profeta Isaia il Signore diceva all'antico popolo dell'Alleanza: "Che cosa dovevo fare ancora alla mia vigna che Io non abbia fatto? Perché, mentre attendevo che producesse uva, essa ha fatto uva selvatica?"(Is 5,4).
La chiama selvatica per intendere che non è docile ai suoi richiami, è indisponente, incivile, trasandata e lasciata in abbandono. La vigna selvatica si è espansa sempre più in questi ultimi secoli e la raccolta dei buoni frutti è sempre più infrequente.
Il motivo del travisamento del ruolo in molti Consacrati nella Chiesa, è il distacco da Dio.
Come un servo che si allontana dal suo padrone e non segue più gli ordini per indisciplina e superbia, così il Consacrato che perde la comunione con Gesù, non ha più alcun desiderio di coltivare quella parte di Vigna che Dio gli ha affidato.
Questo è il concetto che molti Consacrati devono comprendere: non sono proprietari delle strutture ecclesiali e non possono disporre a loro piacimento del ruolo autorevole, ma rimangono sempre e solo servi che lavorano nella Vigna di Dio, servi che devono presentare i buoni frutti a Colui che li ha inviati.
Ancora per mezzo del Profeta Isaia, Dio manifesta cosa farà anche in questi tempi di ribellione quasi totale contro la Chiesa:"Ora voglio farvi conoscere ciò che sto per fare alla mia vigna: toglierò la sua siepe e si trasformerà in pascolo; demolirò il suo muro di cinta e verrà calpestata" (Is 5,4).
Un uomo non agisce così notando l'uva selvatica nella sua vigna, Dio invece lo fa perché la sua Vigna è il popolo cristiano che si è voltato altrove e ha dimenticato i Comandamenti. Questo è il dramma nella Chiesa e nel mondo, perché la mancanza di preghiere favorisce gli interminabili e micidiali attacchi dei diavoli contro tutti, contro ogni essere umano.
Voi fate l'esperienza della preghiera e quando pregate vi sentite più forti sotto ogni aspetto, siete maggiormente vigilanti e pronti a vincere ogni tentazione. La preghiera nel mondo è scomparsa e questo facilita i diavoli nella distruzione di vite e della pace nei cuori.
Lascia operare liberamente i diavoli e ispirano tutto ciò che porta alla morte: suicidio, droga, sesso libero, alcool, immoralità, corruzione.
Vi invito a guardare la vigna che portate nell'anima, bisogna coltivarla con amore e strappare le erbacce che inevitabilmente si formano. Non possono svilupparsi i buoni frutti con la presenza dell'odio, della vendetta, del giudizio, dell'ira, della pigrizia spirituale, dell'orgoglio.
Chiediamo alla Madonna ogni giorno e numerose volte di visitare la nostra anima ed elargirci i suoi doni. Sia Lei a far crescere i buoni frutti.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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