In quel momento i discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me. Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli». (Mt 18,1-5.10)
Gli angeli e i bambini si assomigliano.
Gli uni e gli altri si incantano a guardare: gli angeli guardano il volto del Padre, i bambini guardano il volto della madre e del padre e spalancano gli occhi davanti ad ogni cosa. Gli uni e gli altri vivono per quello che li fa vivere da fuori di sé.
Come una foglia o un frutto attaccato alla pianta, come una semente che germoglia dal seno della terra. Vivono perché appartengono, perché sono di qualcuno, perché sono amati.
Per questo gli angeli proteggono i bambini, anche quando essi crescono e diventano uomini. Per questo i bambini evocano gli angeli.
E insieme – angeli e bambini – ci fanno alzare gli occhi verso Dio, Creatore e Padre.
Angelo Busetto
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