Diventarono sacerdoti e furono inviati dall'imperatore di Bisanzio tra gli slavi del Mar Nero a predicare il Vangelo. Nell'863 vennero inviati nuovamente a predicare il Vangelo tra gli slavi, questa volta della Moravia. Il principe Rotislavo aveva chiesto infatti dei sacerdoti slavofoni, che parlassero cioè la lingua slava. I precedenti predicatori erano o tedeschi o di lingua tedesca, e celebravano la messa in latino. Quelle popolazioni, ancora analfabete, finalmente capivano quello che veniva loro annunziato. Il successo dei due fratelli fu enorme. La grande svolta, frutto di una brillante intuizione, fu quella dell’introduzione, quindi, dell’uso della lingua slava nella liturgia, al posto del latino che il popolo non capiva. Grande merito di Cirillo, fu quello dell’invenzione del cosiddetto (impropriamente) “alfabeto cirillico”, per codificare la lingua slava, fino allora solo parlata. Cirillo viene considerato anche il fondatore della letteratura slava. Intrapresero poi la traduzione della Scrittura in questa lingua.
Purtroppo anche le passioni umane con il loro codazzo di gelosie, di invidia e di accuse non sono estranee ai predicatori del Vangelo. La compresenza di alcuni “missionari” di lingua tedesca negli stessi territori diede origine ad un aspro dissidio di natura politico-religiosa. I due fratelli sono accusati di fomentare un certo nazionalismo, a causa della lingua slava usata nella liturgia.
Nell’869 Cirillo e Metodio dovettero andare a Roma per “discolparsi”. Papa Adriano II (867-872), con decisione saggia e lungimirante, diede sostegno ai due fratelli approvando l’uso della lingua slava nella liturgia. Cirillo, stanco delle molte fatiche, cadde malato e sopportò il proprio male per molti giorni... Dopo aver indossato le sacre vesti, rimase per tutto il giorno ricolmo di gioia e diceva: “Da questo momento non sono più servo né dell’imperatore né di alcun uomo sulla terra, ma solo di Dio onnipotente. Non esistevo, ma ora esisto ed esisterò in eterno. Amen...”. E così all'età di 42 anni si addormentò nel Signore, il 14 febbraio dell’869, a Roma.
Papa Adriano II consacrò vescovo Metodio inviandolo di nuovo, come responsabile pastorale della Pannonia, corrispondente all'odierna Austria orientale, Moravia, parte nord della Serbia e l’Ungheria. Il vescovo di Salisburgo, però, non era d’accordo con questa delimitazione territoriale, giudicandola una indebita intrusione sul proprio territorio. Lo fece addirittura arrestare e mettere in prigione (e la sorpresa di Metodio fu quella di avere come compagno di cella un vescovo filo-imperiale e sabotatore, una spia insomma). Finalmente nell'873 il nuovo papa Giovanni VIII (872-882) lo fece liberare, lo confermò nella carica di arcivescovo e approvò di nuovo l’uso della lingua slava nella liturgia. Metodio morì nell’885 a Velehrad, nella Cekia di oggi.
Nel 1880 Papa Leone XIII (Vincenzo Gioacchino Pecci, 1878-1903) con l'enciclica “Grande Munus” ricordò a tutta la Chiesa gli straordinari meriti dei SS. Cirillo e Metodio per la loro opera di evangelizzazione degli slavi.
Un secolo dopo, il 31 dicembre 1980, con lettera apostolica “Egregiae Virtutis”, il Beato Giovanni Paolo II (primo Papa slavo della storia) proclamò i SS. Cirillo e Metodio compatroni d'Europa assieme a S. Benedetto da Norcia.
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