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martedì 12 novembre 2019

3S 35 - Catechismo Pio X - 9

(a cura di Pierfrancesco Nardini)   IX
Dio sa tutto? Dio sa tutto, anche i nostri pensieri: Egli è l’Onnisciente
La Treccani online ci dice che onnisciente significa «che sa tutto, che possiede la scienza di tutte le cose» e aggiunge che è «detto della divinità».
Questa caratteristica di Dio, come le altre di cui parleremo, è l’effetto del suo essere perfettissimo: è Colui che ha tutte le qualità e tutte le virtù allo stato massimo, in sommo grado (che non sarà comunque mai veramente comprensibile dalla mente umana; attenzione!, non irragionevole, ma non del tutto comprensibile).
Dio solo conosce tutte le cose, ma realmente tutte. Dio conosce anche quanti capelli ha in testa ogni uomo sulla terra, di quante gocce d’acqua è formato ogni mare o di quanti granelli di sabbia è composto ogni deserto.
È verità insegnata dalla Sacra Scrittura e quindi rivelata e da credere[1].
L’uomo potrà solamente passare da uno stato in cui non sa nulla (neonato) ad uno in cui le sue conoscenze si saranno ampliate di molto (adulto). Non potrà però mai realmente conoscere ogni cosa, ogni singola cosa.
La maggior o minor sapienza di un uomo è data dai suoi studi, dalla famiglia, dalle esperienze e da tanti altri fattori che lo rendono consapevole di molte o poche cose a seconda delle situazioni.
Ci sono, sì, uomini e donne che hanno una sapienza davvero grande, conoscono moltissime cose, hanno una cultura formidabile. Anche questi però non conoscono tutto, non conoscono ogni singola cosa.
Solo Dio la conosce.
Quando diciamo che Dio conosce tutto, come possiamo fare per cercare di capire, almeno approssimativamente quante e quali cose sono le cose che conosce?
Il Dragone risponde in modo così esaustivo che riportarlo testualmente sembra la cosa più utile da fare per il lettore.
«Dio conosce: 1) Se stesso – Egli infatti è infinito nell’intelletto (Conc. Vat. I, Sess. 3, c. 1) e in tutte le perfezioni. Quindi Egli solo può conoscere perfettamente se stesso. Nessuno conosce il Figlio tranne il Padre, e nessuno conosce il Padre tranne il Figlio (Mt 11, 27); 2) tutto ciò che è distinto da Lui. – Se non conoscesse tutte le cose, come potrebbe creare? Egli conosce anche i nostri pensieri e i desideri più intimi. Infatti non possiamo né pensare né volere la minima cosa senza il concorso divino; 3) le cose future che saranno e quelle puramente possibili che non saranno mai. – Gesù Cristo predisse la sua passione, morte e resurrezione, la distruzione di Gerusalemme, le persecuzioni contro i suoi discepoli e la Chiesa… Tutto si è avverato e si avvera. Egli, come Dio, conosceva tutti gli eventi futuri, compresi quelli dipendenti dalla libera volontà umana, come il rinnegamento di Pietro e il tradimento di Giuda. Non solo Dio conosce le cose future che saranno realmente, ma anche quelle puramente possibili e che non esisteranno mai» (commento al n. 9).
L’onniscienza di Dio, e quindi di Gesù, è testimoniata molte volte nella Sacra Scrittura, come ad esempio quando conosceva i pensieri degli scribi (Mt 9, 4) o come quando predice il tradimento di Giuda di cui conosceva evidentemente i pensieri e, di conseguenza, le intenzioni. E come in tanti altri episodi in cui sa quel che ha nel cuore il suo interlocutore.
Santa Teresa d’Avila, in merito all’onniscienza divina, ebbe una visione che descrisse nel seguente magnifico modo: «La divinità è come un diamante di una trasparenza sovranamente limpida e assai più grande del mondo. Ciascuna delle nostre azioni si vede in questo diamante, perché nulla può esistere fuori dell’immensità che contiene in sé ogni cosa».
C’è poco da stupirsi dell’onniscienza di Dio o, addirittura, da ironizzare. Come tutte le cose che Lo riguardano, è perfettamente ragionevole. Chi crea qualcosa sa cosa fa e cosa farà la sua creatura. È insito nella conoscenza minuziosa di ogni parte che ha della stessa. Nessuno si stupisce di questo, nessuno si stupisce ad esempio se uno scienziato “predice” l’evoluzione di una sua invenzione.
Molti però si stupiscono e, si ripete, ironizzano della possibilità di Dio di conoscere tutto, ma proprio tutto.
Se non stupisce che il creatore di un oggetto sappia e conosca cosa fa e cosa farà la sua creazione, a maggior ragione perché stupisce che Dio, infinito e perfettissimo, creatore di tutto, sia onnisciente?
Questa virtù di Dio dovrebbe fungere fortemente da deterrente a peccare: conoscendo e sapendo tutto, Egli conosce anche i nostri pensieri, i nostri desideri e le nostre debolezze. Anche quelle più nascoste.
Dovremmo sempre avere a mente questa cosa, così da non cadere più nel tranello del maligno che ci porta a pensare, anche sentendoci furbi, che certi peccati (pensieri, omissioni) Dio non può vederli e conoscerli.

[1] Ad esempio, «Non vi è cosa creata invisibile nel cospetto di Lui e tutte le cose sono nude e svelate agli occhi di Colui, del quale parliamo» (Eb 4, 13)

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