(a cura di Pierfrancesco Nardini)
Dio ha corpo come noi? Dio non ha corpo come noi, ma è purissimo spirito
È proprio Cristo che spiega che Dio è spirito, quando parla con la Samaritana (Gv 4, 25). Lui, che è Verità assoluta, certifica questa realtà. Dobbiamo quindi crederla, perché ce l’ha detta Dio stesso.
Ma che vuol dire che Dio “è spirito”? Come lo si può spiegare? Si premette che questo rientra in quell’impossibilità per la mente umana di comprendere appieno, alla perfezione, Dio e tutti i suoi attributi.
Quindi si andrà per spiegazioni basate sul principio dell’analogia, con quel che conosciamo. Si sottolinea intanto che anche su questo punto la Chiesa si è espressa infallibilmente definendo che Dio è «una sola unica sostanza spirituale, assolutamente semplice e immutabile» (Concilio Vaticano I).
L’esempio più semplice e immediato è quello del paragone con il corpo umano e, in generale, con tutta la materia del creato (piante, montagne, mari, ecc…). Questi sono misurabili, perché sono finiti. “Quell’uomo è alto 1,80 metri”, “Quella montagna è alta tot metri”, ecc… Che sia in lunghezza, in profondità, in larghezza, in spessore ed, anche in età, non si può trovare nel creato qualcosa che non sia possibile misurare. Lo stesso Universo, oramai si sa, non è infinito, ma finito. Le cose non sono infinite solo perché sono talmente grandi da non poterne vedere l’inizio e/o la fine. Solo Dio è infinito.
Tutto ciò che esiste è stato da Lui creato e quindi ha un inizio e ha una fine. Dio, invece, è semplicissimo, ossia non è composto da parti come le cose create. È esclusa da Dio qualsiasi tipo di composizione (fisica, metafisica, logica). Non ha dunque un corpo materiale. Tutto ciò che non è corpo è per forza di cose spirito.
Dio si distingue però anche dalle cose spirituali che fanno parte della Creazione: l’anima e gli angeli. L’anima è spirito unito ad un corpo. Gli angeli sono puro spirito, separato e indipendente da qualsiasi materia. Quale differenza c’è con Dio? Gli angeli, pur più perfetti dell’uomo, perché, staccati dal corpo, non ne subiscono le limitazioni, non si avvicinano in alcun modo alla perfezione assoluta di Dio. E questo vale anche per l’anima quando si stacca dalla materia. La differenza è in quel superlativo, “purissimo”, usato sapientemente da San Pio X nella risposta. Dio è tutte le perfezioni alla massima potenza, è perfettissimo. Così è anche purissimo, rispetto anche al più puro degli esseri creati in spirito.
Per “purissimo” deve intendersi una purezza assoluta, senza limiti e difetti. Non si deve cadere nella trappola di pensare che nella Scrittura spesso Dio è descritto con fisionomie umane (la mano di Dio, il cuore di Dio, l’occhio di Dio, ecc…) e che quindi non è vero che è purissimo spirito. «Quando si parla della mano, del cuore, dell’occhio di Dio, ecc., non si vuol dire che abbia un corpo, ma solo indicare la sua potenza, il suo amore, la sua scienza, ecc.» (Dragone, commento al n. 6). Questo perché, data la limitatezza della mente umana, non siamo in grado di descrivere i Suoi attributi spirituali se non con analogie materiali, che, però, non si possono avvicinare nemmeno lontanamente ad una perfetta descrizione di Nostro Signore.
Anche in questo caso, come per i precedenti, si può anche solo con la ragione capire la semplicità dell’essere di Dio ed il suo essere spirituale. La materia, infatti, è sinonimo di imperfezione e non è ragionevole, in nessun caso e con nessun esempio, pensare a qualcosa di imperfetto in relazione a Dio. La mancanza di un corpo non è assolutamente sinonimo di limite, anzi. Nonostante non abbia corpo, il Signore ha il potere di agire su di noi, in tutti i modi descritti nella S.Scrittura
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