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mercoledì 6 novembre 2019

3S 32 - Catechismo Pio X - 7

(a cura di Pierfrancesco Nardini)
Dov’è Dio? Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo: Egli è l’Immenso
Nel libro di Geremia leggiamo «Io riempio il cielo e la terra» (23, 24).
Questa frase rende bene l’idea dell’immensità di Dio. Immenso è qualcosa «che non ha limiti di spazio, che ha una tale estensione da non poter esser misurato» (Treccani online).
L’immensità di Dio è strettamente collegata al suo essere infinito, che, infatti, in generale è da intendersi come «ciò che non ha nessun limite» (Casali).
Quando parliamo di Dio che non ha alcun limite, «che non ha limiti in nessun modo, diciamo che è infinito in modo assoluto» (Casali).
Come tutti i tentativi umani di descrivere qualche attributo di Dio, pur se ottimi come la scelta di San Pio X della parola “immenso”, anche questo pecca di approssimazione. Si va sempre per via analogica.
Resta però il termine più corretto per chiarire che Dio non è solo in ogni luogo, ovunque, ossia non è solo onnipresente. Se si pensasse solo questo, si rischierebbe di limitare Colui che non ha limiti.
Anche il luogo e lo spazio, per quanto grandi, sono creati, sono limitati. La presenza di Dio non può, quindi, essere circoscritta alla natura creata, alle cose create.
La parola “immenso” indica invece una grandezza e una estensione illimitate ed è più adatto a far capire il concetto di cui parliamo.
Questa verità è stata spiegata più volte nei secoli scorsi dalla Chiesa.
Sottolineiamo una frase di Pier Lombardo, ripresa da San Tommaso d’Aquino nella Summa (I, q. 8, a. 3), Dio è in tutte le cose «per essenza, per presenza e per potenza» (I Sentdist. 37).
«Per essenza in quanto è la causa di essere di tutte le cose; per potenza in quanto colla sua onnipotenza regge e governa tutte le cose; per presenza in quanto nessuna cosa gli è nascosta ed è presente dappertutto» (Casali).
Queste tre parole (essenza, presenza, potenza), usate per significare l’immensità e l’infinità di Dio, permettono di confutare alcuni errori su questo attributo divino. Come ad es. quello dei Sociniani (Dio con la sua sostanza è solo in cielo, raggiunge le cose solo con la sua potenza) o quello di alcuni Razionalisti (Dio è ovunque con la sua forza, ma non con la sua sostanza).
Dio invece è in ogni luogo, è onnipresente, senza però sopportare i limiti che queste cognizioni hanno se riferite ad attributi umani.
Dio non può essere in un posto e non in un altro, non può essere contenuto da una cosa creata. Dio è in cielo, in terra e in ogni luogo nello stesso momento.
Non si deve, però, leggendo questo, cadere nell’errore del Panteismo (identificazione di Dio con il creato: “se Dio è in cielo, in terra, in ogni luogo nello stesso momento, è il mondo stesso che ci circonda”).
“Onnipresenza” e “identificazione” sono due concetti completamente diversi: essere ovunque non significa in alcun modo “essere ogni cosa”.
Come sempre nella S. Scrittura troviamo conferma di ogni cosa: nel Salmo 138 (7-11) leggiamo che il salmista si chiedeva, conscio dell’onnipresenza di Dio, «dove andrò per sfuggire al tuo spirito e dove fuggirò dalla tua presenza? Se salirò in cielo, Tu ci sei; se discenderò nell’inferno, tu sei presente; se al mattino presto prenderò le ali e andrò ad abitare agli estremi confini del mare, anche là mi condurrà la tua mano e mi terrà la tua destra».
È evidente che è impossibile per il cattolico non credere all’immensità e infinità di Dio, salvo a non voler esser cattolico, ovviamente…
È utile sottolineare come Dio è presente ovunque, in modo particolare è presente, in modo molto intimo e sublime, in ogni persona in stato di grazia.
Questo attributo di Dio è molto utile come deterrente a peccare. Come riflette il Dragone, infatti, «ricorda che Dio è presente, sempre e dappertutto, e non peccherai!» (commento al n. 7).
È uno degli argomenti consigliato ai confessori per indurre il fedele a visualizzare la presenza di Dio, così da farlo sentire “osservato” e di conseguenza poco incline a cedere alle tentazioni.
Se teniamo presente che Dio è con noi in ogni momento, proprio perché onnipresente, e che ci guarda sempre, sarà molto più complicato cedere alla tentazione, soprattutto se momentanea.
Riusciremmo, proviamo a pensare, a commettere ad es. un atto impuro se ci fosse nostro padre e potesse vederci?
Ecco, lo stesso con Nostro Signore. Anzi, ancor di più.
Se ci vergogneremmo a commettere un peccato dinanzi a un genitore, perché non dovremmo farlo dinanzi a Dio, che ci ha creati dal nulla? Tanto più che non ci vede solo Lui, ma anche, su tutti, Maria Ss.ma e il nostro angelo custode.
Pensiamo allora che Dio è con noi, ogni giorno della nostra vita, ogni momento, così da crearci una barriera contro le tentazioni.

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