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martedì 8 gennaio 2019

SC 301 Commento al Vangelo di domenica 06.01.2019 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

I Magi erano sinceri, umili e buoni


EPIFANIA  DEL  SIGNORE

Siamo venuti dall’Oriente per adorare il Re

+ Dal Vangelo secondo Matteo (2,1-12)
Nato Gesù a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode, ecco, alcuni Magi vennero da oriente a Gerusalemme e dicevano: «Dov’è Colui che è nato, il Re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo». All’udire questo, il re Erode restò turbato e con lui tutta Gerusalemme. Riuniti tutti i capi dei sacerdoti e gli scribi del popolo, si informava da loro sul luogo in cui doveva nascere il Cristo. Gli risposero: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del Profeta: “E tu, Betlemme, terra di Giuda, non sei davvero l’ultima delle città principali di Giuda: da te infatti uscirà un capo che sarà il pastore del mio popolo, Israele”». Allora Erode, chiamati segretamente i Magi, si fece dire da loro con esattezza il tempo in cui era apparsa la stella e li inviò a Betlemme dicendo: «Andate e informatevi accuratamente sul bambino e, quando l’avrete trovato, fatemelo sapere, perché anch’io venga ad adorarlo». Udito il re, essi partirono. Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il Bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il Bambino con Maria sua Madre, si prostrarono e Lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. Avvertiti in sogno di non tornare da Erode, per un’altra strada fecero ritorno al loro paese. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La stella guidava i Magi, tre uomini che scrutavano i corpi celesti e per una Fede che non comprendevano ma che suscitava in loro un vivo desiderio di mettersi in viaggio dalle lontane Indie, sospinti da uno spirito umile e desideroso di adorare il Salvatore del mondo. Gesù rivelò a Maria Valtorta il 28 febbraio 1944 che per Indie vuol dire l’Asia meridionale, dove ora è Turchestan, Afganistan e Persia.
La ragione della chiamata di questi tre eminenti studiosi da tre Nazioni diverse e sconosciuti tra loro, la conosce solo Dio, noi contempliamo il loro misterioso cammino come quello che deve compiere il peccatore di oggi, desideroso di lasciare se stesso per trovare il Signore.
La loro festa liturgica si festeggia il 24 luglio, giorno della traslazione delle reliquie dei tre Magi d’Oriente adoratori di Cristo da Milano a Colonia in Germania, avvenuta nel 1162 per volere di Federico I Barbarossa. Nel 1247, visto il grande culto instauratosi, Papa Innocenzo IV concesse speciali indulgenze per i pellegrini.
Nel racconto evangelico di Matteo, indica nella parola «Magi» una categoria di persone pie e venerabili: erano sapienti e studiosi di astrologia.
I nomi dei tre comparvero in un manoscritto di Parigi del secolo VII, essi erano Bithisarea, Melchior, Gathaspa; il Prete cronista Agnello, nel secolo IX scrisse che i Magi si chiamavano Gaspare, Melchiorre e Baldassarre, nomi divenuti poi comuni in Occidente.
Questi tre pagani erano onesti intellettualmente, umili, sinceri ricercatori della Verità e studiosi degli astri per scoprire l’esistenza di Dio. Erano anche ignari della rivelazione di Dio agli ebrei, e fu la loro sete di conoscere il vero Dio a spingerli contemporaneamente e da Nazioni diverse verso Israele.
Erano tre come le tre Persone divine; pagani perché quel Bambino era nato per tutti e non solo per gli ebrei; ricchi per donare al Re Bambino tanto oro e altri beni, che sarebbero serviti per il sostentamento della Sacra Famiglia in Egitto dopo la fuga a causa di Erode.
I Magi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra. I doni più preziosi dell’Oriente, quanto esiste di più prezioso, per Dio. Gli offrono oro, simbolo di regalità; l’incenso, il profumo che, bruciato ogni sera sull’altare, simboleggiava la speranza del Messia; la mirra, perché Dio incarnato prenderà su di sé le nostre miserie, si farà carico dei nostri dolori.
La mirra è il sacrificio, che non deve mai mancare nella nostra vita cristiana. Sacrifici offerti a Gesù, non solo per i personali interessi.
La visita dei tre Magi partita da molto lontano, sembra organizzata dal più rinomato staff presidenziale moderno, invece è stato sufficiente lo Spirito di Dio. Egli si è manifestato nei loro cuori ed essi hanno avvertito autonomamente il grande desiderio di partire seguendo la stella per conoscere il Re Salvatore del mondo e prostrarsi davanti a Lui in adorazione.
Lo Spirito di Dio li fece incontrare lungo il cammino, tutti e tre infatti seguivano la stella.
Una stella mai vista in passato nelle loro ricerche, e contemplandola sentivano crescere il desiderio di seguirla fino ad avvertire interiormente che il significato della speciale stella, era la nascita di un Bambino che era Figlio di Dio e Salvatore del mondo.
La mistica Maria Valtorta nella visione del 28 febbraio 1944 la descriveva in questo modo.
«Una stella, di insolita grandezza che la fa parere una piccola luna, si avanza nel cielo di Betlemme. E le altre paiono eclissarsi e farle largo come ancelle al passare della regina, tanto il suo splendore le soverchia e annulla.
Dal globo, che pare un enorme zaffiro pallido, acceso internamente da un sole, parte una scia nella quale, al predominante colore dello zaffiro chiaro, si fondono i biondi dei topazi, i verdi degli smeraldi, gli opalescenti degli opali, i sanguigni bagliori dei rubini e i dolci scintillii delle ametiste. Tutte le pietre preziose della terra sono in quella scia, che spazza il cielo con un moto veloce e ondulante come fosse viva».
L’Epifania è la prima manifestazione di Gesù al mondo intero, anche questo significato aveva la venuta dei tre Magi. Gesù si manifesta anche a noi nell’esistenza quotidiana, nella quale dobbiamo saper recuperare quella luce che permette di rompere la monotonia di giorni sempre uguali e di incontrare il Signore.
Alle volte non ci rendiamo esattamente conto di quanto è vicino Gesù alla nostra vita, perché Dio si presenta a noi sotto l’insignificante presenza di un pezzo di pane, perché non si rivela nella sua gloria, perché non si impone irresistibilmente, perché, infine, passa nella nostra vita come un’ombra, invece di innalzare il vessillo del suo potere su tutte le cose.
Il Figlio di Dio poteva nascere in un palazzo reale o in una casa sontuosa, poteva far apparire dal nulla tutto l’oro necessario per un ottimo sostentamento a Betlemme e in Egitto, poteva avere tutte le migliori condizioni per non patire il freddo e non lasciare nella sofferenza la Madre e il suo Sposo.
Gesù è Bambino che non parla ancora, ma insegna come Dio e dice che dobbiamo guadagnare meriti nella vita con i sacrifici, le rinunce.
La volontaria privazione di qualcosa si chiama rinuncia, senza danneggiare la salute fisica né accentuare disagi inutili. Nell’equilibrio e con molta serenità interiore si riescono a compiere grandi opere spirituali per ottenere il dominio della propria volontà. Solo in questo modo si riescono a praticare le virtù con facilità e si potrà raggiungere una profonda conoscenza personale.
I Magi erano sinceri, umili e buoni. Dio era «nascosto» in un Bambino e i Magi seppero scoprirlo per la loro integrità morale, questa è la condizione per credere in Gesù con grande Fede. L’indifferenza verso Gesù e il Vangelo storico è presente nei cuori conquistati dalla presunzione, dalla falsità esistenziale e da una ottusa concezione di eternità in questa terra.
Oggi Dio è «nascosto» nell’Eucaristia, occorre la Fede per credere e così l’adoratore rimane per lungo tempo dinanzi a Lui in adorazione. I Magi percorsero migliaia di chilometri per adorare Gesù, noi abbiamo a pochi metri lo stesso Gesù in forma sacramentale nel Tabernacolo e magari rimaniamo indifferenti. Qual è la nostra Fede verso l’Eucaristia? Siamo pronti a rinunciare a qualcosa per andare in Chiesa ad adorare Gesù che rimane ad attendere?
Gli effetti che scaturiscono dall’adorazione dell’Eucaristia sono straordinari e si ottengono grandi Grazie. I Santi ogni giorno restavano ore ad adorare.
Da soli non siamo forti nella rinuncia delle vanità, non sapremo cercare Dio per adorarlo con la stessa anelante gioia dei tre Magi. Abbiamo bisogno di una stella, una guida perfetta per trovare Gesù Cristo, restare con Lui e prostrarci in adorazione con la nostra Fede.
La nostra Stella è Maria Santissima, è Lei che ci insegna ad adorare suo Figlio presente nell’Eucaristia e ci fa crescere nella Fede santa e perfetta. Lei è la Maestra di perfezione spirituale e la formatrice dei Santi. Lei è la Condottiera che salverà la Chiesa con il suo esercito di anime umili, buone, pie e coraggiose, che pregano ogni giorno il Santo Rosario per le sue intenzioni.
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