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domenica 30 dicembre 2018

SC 297 Commento al Vangelo di domenica 30.12.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

SANTA FAMIGLIA DI GESÙ, MARIA E GIUSEPPE

+ Dal Vangelo secondo Luca (2,41-52)
I genitori di Gesù si recavano ogni anno a Gerusalemme per la festa di Pasqua. Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo la consuetudine della festa. Ma, trascorsi i giorni, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero. Credendo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti; non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme. Dopo tre giorni lo trovarono nel tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava. E tutti quelli che l’udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte. Al vederlo restarono stupiti, e sua madre gli disse: «Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo». Ed egli rispose loro: «Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?». Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro. Scese dunque con loro e venne a Nazaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutte queste cose nel suo cuore. E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Questa festa mobile cade la prima domenica dopo Natale, abbastanza vicina al mistero dell’incarnazione del Figlio di Dio e alla sua nascita nella natura umana con un Corpo simile al nostro ma immacolato, innocente.
Sappiamo che ogni decisione di Dio è perfetta, ma l’uomo spesso non comprende e si pone domande superflue. Era necessario incarnarsi e morire in croce perché lo ha stabilito il Padre e chi ha Fede, anche se debole, arriva a comprendere che tutto quanto avvenuto nella vita di Gesù è stato opportuno, indispensabile per ogni essere umano.
Il Figlio di Dio non viene sulla terra solamente per parlare del Padre e allo stesso tempo svelare la Santissima Trinità. È venuto in mezzo a noi anche per indicarci la via del Cielo, per donarci la sua Grazia istituendo i Sacramenti, per fare una nuova Alleanza con l’umanità.
Quella antica non è conciliabile con la Persona di Gesù, e Lui in molte circostanze precisa che è vento per dare compimento all’Antico Testamento. Infatti in molte occasioni prima di esprimere un pensiero o precisare un insegnamento, afferma: “È stato detto…” (Lc 4,12). “Ma Io vi dico…” (Mt 5,22).
L’invisibile e Spirito puro non avendo un corpo umano ha dovuto scegliere una donna, Dio Padre dall'eternità ha pensato a Maria di Nazareth, associò Lei al Figlio, non poteva esserci l’uno senza l’altra. Potendo scegliere, Dio concesse alla Vergine Maria tutte le sublimi Grazie iniziando con la sua Immacolata Concezione per poi diventare Madre di Dio.
Lei aveva bisogno di aiuto per la crescita di Gesù, soprattutto Giuseppe era indispensabile per dare un Padre putativo al Bambino, senza far sorgere nei paesani cattivi pensieri sulla Vergine. Sarebbe stato naturale condannarla, vedendola con un Bambino senza marito. E Dio scelse l’Uomo più puro della storia, il più buono e umile.
Giuseppe è stato un grande Uomo, non solo per la bontà. Grande per la sua capacità di attendere gli eventi quando si accorse che Maria era incinta e non vivevano ancora insieme, rispettando la legge ebraica. Il suo comprensibile turbamento non Lo spinsero ad agire con spirito di vendetta e scelse di allontanarla in silenzio, senza comprometterla con accuse pubbliche.
Questi comportamenti di Maria e Giuseppe devono far riflettere tutti gli sposi per agire in tutte le circostanze e in particolare nei casi delicati, senza impulsività ma dopo avere pregato. La preghiera calma gli spiriti agitati e frena i propositi di vendetta e di ribellione.
Giuseppe venne premiato anche nel suo tormentoso dubbio e fu Lui a ricevere il messaggio circa il Nome da porre a al Bambino: “Tu Lo chiamerai Gesù”. Anche gli avvisi riguardanti la protezione del Figlio: “Alzati, prendi con te il Bambino e sua Madre e fuggi in Egitto”. “Alzati, prendi con te il Bambino e sua Madre e và nel paese d’Israele”.
Fra Giuseppe e Maria c’era un santo affetto, spirito di servizio, comprensione e desiderio di rendersi felici reciprocamente.
Gesù da Giuseppe imparò il mestiere, il modo di guadagnarsi la vita. E non avrà certo mancato di contraccambiarlo con l’ammirazione e l’affetto. Da Maria apprese la lingua, la cadenza e quei detti popolari pieni di saggezza che più tardi userà nella predicazione.
Questa è la Famiglia ideale, il modello per ogni famiglia cristiana, e se si cominciano ad imitare le Loro virtù, diventa benedetta.
Bisogna conoscere i componenti della Santa Famiglia, ognuno è chiamato a meditare ogni giorno sul ruolo che deve svolgere, se padre, madre, figlio/a, e fissare lo sguardo interiore sul modello di riferimento e studiare le sue virtù, come parlava, come fare per rendere soprannaturale ogni opera.
Così è la Famiglia di Gesù: sacra, santa, esemplare, modello di virtù umane, disposta a compiere con perfezione la Volontà di Dio.
Ogni casa cristiana deve essere a misura di quella di Nazareth: un luogo dove Dio possa essere presente, al centro dell’amore che tutti hanno l’uno verso l’altro. È così la nostra famiglia? Le riserviamo il tempo e l’attenzione che merita? Gesù è al centro? Ci dedichiamo generosamente agli altri?
Potendo scegliere, Dio Padre stabilì una Famiglia Santa, una Trinità terrena con suo Figlio che era anche Figlio di Maria.
Gesù volle iniziare la Redenzione del mondo nel seno di una famiglia semplice, normale. La prima realtà che Gesù ha santificato con la sua presenza è stata una famiglia. Nulla di straordinario accadde in quegli anni a Nazaret, dove Gesù trascorse la maggior parte della vita.
L’episodio del Vangelo di oggi bisogna valutarlo con attenzione e con un ragionamento che considera le consuetudini osservate durante il pellegrinaggio a Gerusalemme. Si dividevano in tre gruppi: uomini, donne e bambini. Questa la ragione dell’allontanamento indisturbato di Gesù appena dodicenne, senza avvisare nessuno.
Valutiamo adesso alcune parole nel loro reale significato. La prima osservazione è la domanda della Madre: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e Io, angosciati, Ti cercavamo”. Si comprende che la Vergine è impressionata e commossa perché Gesù mai aveva preso iniziative personali e l’allontanamento senza avvisarla è stata una sorpresa.
“…perché ci hai fatto questo?”. Qui c’è il quasi infinito amore della Madre di Dio verso l’unico interesse della sua vita: Dio!
La risposta di Gesù non viene interpretata correttamente da molti teologi, in essa vi trovano argomenti per sminuire la Maternità divina della Madonna e minimizzano il suo ruolo. “Perché mi cercavate? Non sapevate che Io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”.
Maria e Giuseppe sapevano molto bene che Gesù doveva occuparsi delle cose di suo Padre, ma non sapevano del suo allontanamento e la ricerca per alcuni giorni Li aveva afflitti. Gesù vuole anche tranquillizzarli con la domanda “Perché mi cercavate?”.
Secondo Lui non occorreva preoccuparsi del suo allontanamento perché non era solo un dodicenne, era l’Eterno in un Corpo di un dodicenne.
 Se in questa risposta si nota una certa autonomia di Gesù dodicenne, subito dopo leggiamo che“scese dunque con Loro e venne a Nazareth e stava Loro sottomesso”.  Questo grande equilibrio di Gesù, l’autonomia per volere del Padre e l’obbedienza alla Madre e a Giuseppe, ci deve far riflettere sulle opere che compiamo.
Lui agiva perfettamente perché era Dio, noi dobbiamo imitarlo nelle opere umane che ha compiuto e in ogni virtù praticata da Lui.
Chiediamo a Lui il suo Spirito Divino per compiere ogni opera nel modo e nei tempi giusti.
È molto importante il discernimento, la Luce interiore, quella che indirizza verso la scelta migliore per compiere sempre la Volontà di Dio.
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