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domenica 23 dicembre 2018

SC 292 Commento al Vangelo di sabato 08.12.2018 (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (1,26-38)
In quel tempo, l’Angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nazaret, a una Vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La Vergine si chiamava Maria. Entrando da Lei, disse: «Ti saluto, o piena di Grazia: il Signore è con Te». A queste parole Ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. L’Angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato Grazia presso Dio. Ed ecco, concepirai un Figlio, Lo darai alla luce e Lo chiamerai Gesù. Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo Regno non avrà fine». Allora Maria disse all’Angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». Le rispose l’Angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di Te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò Colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: nulla è impossibile a Dio». Allora Maria disse: «Ecco la Serva del Signore: avvenga in Me secondo la tua parola». E l’Angelo si allontanò da lei. 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Tutto quello che si può dire di bello e di grande di una creatura, lo cantiamo oggi alla nostra Madre del Cielo. Nella solennità più importante e commovente per i devoti mariani, lascia sgomenti l’attacco contro la Madonna da parte di predicatori e teologi, impegnati ad appiattire la sana dottrina della Chiesa, eliminando dalla liturgia il soprannaturale che non percepiscono più.
Quando viene presentata l’Annunciazione dal Vangelo di San Luca, ci sono due adattamenti che ci amareggiano, presenti nella traduzione della Bibbia.
La nuova traduzione, nella risposta che la Vergine Maria dà all’Arcangelo Gabriele ha sostituito“di Me” con “per Me”, manipolazione che ho evidenziato più volte in passato e ritorno a farla per dare all’Immacolata il ruolo che Le spetta.
Il testo della Bibbia come è stato tradotto nel 2008, minimizza la figura della Madre di Dio e questa è un’ulteriore prova della poca devozione e di un piano per emarginare la Madonna dal contesto evangelico per permettere la comunione con i protestanti...
Il testo tradotto del 2008 riporta “per Me”, ma così suscita dubbi che l’opera dello Spirito Santo sia passata attraverso la giovane Maria senza compiere altro in Lei se non la fecondazione del Figlio di Dio.
Già questo evento da solo Le avrebbe dato una gloria quasi infinita, aspetto che non è accettato dai cattolici nemici dell’Immacolata.
I dogmi mariani e le grandezze della Madonna arrecano grande fastidio anche ai Prelati, evidentemente non hanno adeguata Fede per capire...
L’assenza di amore verso l’Immacolata manifesta nei cattolici una Fede immatura, un cammino spirituale diverso da quello compiuto da tutti i Santi innamorati della Madonna, una spiritualità distante dalla Sacra Tradizione della Chiesa.
Tutti i Santi hanno amato la Vergine Maria con una intensità non comune, ed è l’azione dello Spirito Santo ad infondere nei buoni questo amore gioioso e devoto che non si spiega con termini appropriati.
Non si può amare veramente Gesù Cristo senza l’aiuto della Madre, questa asserzione è una costante in tutti i Santi, Loro hanno seguito la Madre!
La santità dell’Immacolata non può essere inficiata dalla cattiva traduzione della Bibbia.
L’utilizzo della preposizione “per” in questo caso è una vera provocazione, il termine intende il moto attraverso un luogo, un movimento, un mezzo. Spiegato così la Madonna sarebbe stata quasi una incubatrice, una culla chiusa per dare Corpo e Sangue al Figlio di Dio e qui terminava la sua collaborazione.
Invece la preposizione “di” esprime un altro significato, indica normalmente una proprietà, sia nel senso di possesso e appartenenza (la macchina di Anna) sia nel senso di una caratteristica specifica, propria di qualcuno o qualcosa (Francesca è una persona di venticinque anni). Nella terminologia grammaticale tradizionale è indicata come la preposizione che introduce il complemento di specificazione, corrispondente al caso genitivo latino.
Per abbreviare, “per Me” nella risposta della Madonna all’Angelo come è stata tradotta la Bibbia del 2008, mostra la giovane Maria come un mero strumento e di conseguenza i «nemici interni»suggeriscono di non parlare di Lei nelle omelie né in tutte le catechesi. Così rallegrano i protestanti e non Gesù Cristo.
“Di Me”, invece manifesta che il progetto del Padre di inviare nel mondo suo Figlio incarnandosi e nascendo da una Donna, si realizza per la perfetta corrispondenza della Donna, la quale diventa Corredentrice del genere umano, subordinata all’unico Redentore.
“Di” si usa per precisare e specificare meglio la parola da cui dipende, che altrimenti avrebbe un significato più generico.
«Allora Maria disse: “Ecco la Serva del Signore: avvenga di Me secondo la tua parola”. E l’Angelo si allontanò da Lei».
L’utilizzo della preposizione “di” rende all’Immacolata la dignità di cui L’ha rivestita Dio ma che gli uomini cercano di eliminare.
In Maria il Figlio eterno di Dio si incarna e diventa Uomo, Dio ha chiesto il permesso a Ella e con il suo consenso è avvenuta l’Incarnazione.
La Vergine si rese pienamente disponibile e rispose che “di” Lei, Dio poteva disporre come voleva, anche perché la sua volontà l’aveva eliminata fin dal seno materno.
Se veramente la Madonna avesse risposto “per me”, il significato sarebbe stato diverso, l’azione di Dio si sarebbe fermata in Lei e non sarebbe avvenuto null’altro nella sua Persona, non sarebbe diventata Mediatrice di tutte le Grazie, non avrebbe gli onori che merita e non si festeggerebbe in nessuna circostanza. Proprio come avviene tra i protestanti...
Molti nella Chiesa, Consacrati e laici, pronunciano spesso il nome della Madonna e nei loro discorsi intercalano sempre un accenno rivolto alla Vergine. Purtroppo non approfondiscono le grandezze dell’Avvocata del Cielo e si comprende dal disinteresse che mostrano.
Non hanno scoperta «l’Onnipotenza per Grazia» di Colei che con un sospiro fa tremare tutto l’inferno e i diavoli cercano di rintanarsi nelle caverne di fuoco per non avvertire il sospiro della Madre di Dio. San Michele Arcangelo è il suo primo servitore e miriadi di Angeli La servono con entusiasmo.
Nelle tentazioni recitate almeno tre Ave Maria e chiedete con umiltà aiuto all’Immacolata, Ella vi verrà in soccorso e l’attacco svanirà. Se non è una tentazione ma un pensiero che nasce dal cuore, controllatevi, fermatevi e riflettete sul danno che ne verrà, quindi pregate sul momento e chiedete protezione a Colei che portò nel suo grembo il Figlio di Dio, il Verbo eterno.
Oggi che è la solennità dell’Immacolata, dobbiamo dedicare maggiore tempo nella recita del Rosario, magari recitandone più di uno, di sicuro dobbiamo metterci davanti una sua immagine e ripetere queste parole che scrivo di getto:
“Madre, fa che io ti conosca bene e conosca le mie miserie.
Io mi consacro incondizionatamente a Te,
ti dono tutto di me ma Tu salvami l’anima,
salva i miei familiari e le persone per cui prego ogni giorno.
Guariscimi e liberami da ogni male, da ogni negatività.
Ti prometto che dedicherò ogni giorno più tempo a Te
perché Tu tutto il tuo tempo lo dedichi a me,
ingrato/a ma sempre figlio/a tuo/a”.
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