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domenica 23 dicembre 2018

SC 291 Commento al Vangelo di domenica 02.12.2018 I avvvento (Padre Giulio Maria Scozzaro)

+ Dal Vangelo secondo Luca (21,25-28.34-36)
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. Allora vedranno il Figlio dell’Uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina. State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’Uomo». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Oggi inizia il Tempo liturgico forte dell’Avvento, mentre si svolge la Novena all’Immacolata Concezione che noi facciamo per la convinta e profonda devozione verso la Madre di Dio. È anche Madre di ognuno di noi, Madre secondo la Grazia, eletta da Gesù a tale compito e fu una delle sue ultime volontà poco prima di morire: “Ecco la tua Madre!” (Gv 19,27).
E la Vergine Maria si considera pienamente Madre di ogni essere umano, trasportata dal vivo desiderio di condurre tutti ad adorare suo Figlio Gesù, aspirazione che si infrange in incalcolabili cuori induriti, cattivi, atei e vuoti.
Oggi i versetti del Vangelo di San Luca vengono ripetuti nuovamente per coincidenza in alcuni giorni, oggi inizia l’Anno liturgico C, mentre fino a ieri era l’Anno B e le letture riguardavano il Tempo Ordinario.
Con l’Avvento inizia un altro Tempo liturgico e noi che abbiamo compreso l’importanza di restare nel Cuore di Dio, dobbiamo viverlo intensamente, con la convinzione che Gesù e Maria ci vedono sempre e conoscono perfettamente i nostri pensieri, i nostri cuori, il nostro impegno spirituale.
L’Avvento ci invita a vigilare in attesa della venuta del Messia, come anticamente i Profeti spasimavano e ardevano di fervore spirituale nel voler vedere l’Unto di Dio, ma non Lo hanno potuto incontrare almeno nel mondo. L’unico grande Profeta che vide Gesù e Lo indicò come l’Agnello di Dio, fu Giovanni Battista e con Lui si chiude l’Antico Testamento.
Però è accaduto un fatto curioso: quando giunge il Messia pochi Lo aspettavano davvero: “Venne fra la sua gente, ma i suoi non Lo hanno accolto”. Tanti si sono lasciati cogliere dal sonno, proprio quando accadeva il fatto più importante della loro vita e della vita del mondo.
“Vegliate”, ci dice Gesù nel Vangelo della Messa. “È ormai tempo di svegliarvi dal sonno” ci ripete San Paolo. Anche noi possiamo dimenticare per svogliatezza, l’aspetto spirituale fondamentale della nostra esistenza.
La Chiesa ci avverte con quattro settimane di anticipo prima del Natale del Signore, per prepararci a celebrare di nuovo il Natale e, allo stesso tempo, perché, nel ricordo del primo Avvento nel mondo di Dio fatto Uomo, ci prepariamo anche alle prossime venute di Dio, alla fine della vita di ciascuno e alla fine dei tempi.
Per questo l’Avvento è tempo di preparazione e di speranza. Prepariamo la strada al Signore che sta per venire. Se ci accorgiamo che la nostra vista è annebbiata e non vediamo con chiarezza la luce che proviene da Betlemme, da Gesù, è il momento di rimuovere gli ostacoli.
È tempo di dedicare particolare cura all’esame di coscienza e di crescere nella purezza interiore per ricevere Dio più degnamente.
È il momento di individuare ciò che ci separa dal Signore per sradicare le erbacce da noi. Perciò l’esame di coscienza deve andare alla radice stessa dei nostri atti, ai motivi che ispirano le nostre azioni.
In questo tempo abbiamo la possibilità di avvicinarci di più a Dio, ed è il momento di esaminare la nostra anima. È lì che troveremo i veri nemici che ci lottano senza tregua per tenerci lontani dal Signore. Lì, in qualche modo, stanno i principali ostacoli che paralizzano la nostra vita cristiana:“La concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita”.
La concupiscenza della carne non è soltanto la tendenza disordinata dei sensi, non si limita soltanto al disordine della sensualità, ma anche a quello della comodità, della mancanza di interesse spirituale, che inducono a cercare ciò che è più facile e più piacevole, a percorrere il cammino in apparenza più breve, anche a costo di venire meno alla fedeltà a Dio.
L’altro nemico è la concupiscenza degli occhi, un’avarizia di fondo che porta a dar importanza solo a ciò che si può toccare.
  Gli occhi dell’anima si annebbiano, la ragione si crede autosufficiente per comprendere tutto prescindendo da Dio.
È una tentazione sottile, che si nasconde dietro la dignità dell’intelligenza che Dio nostro Padre ha dato all’uomo perché Lo conosca e Lo ami liberamente. Trascinata da questa tentazione, l’intelligenza umana si considera il centro dell’universo, si esalta ancora una volta al «diventerete come Dio», e, tutta piena d’amore per se stessa, volge le spalle all’Amore di Dio.
A questo punto, la nostra vita può capitolare senza condizioni nelle mani del terzo nemico, la superbia della vita. Non si tratta solamente di effimeri pensieri di vanità o di amor proprio, è uno stato di totale presunzione.
Non inganniamoci, questo è il peggiore dei mali, la radice di tutti i traviamenti.
Chiediamo umilmente e ogni giorno all’Immacolata di aiutarci a combattere i nostri nemici interiori, di capire e vincere i punti deboli.
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