+ Dal Vangelo secondo Marco (6,30-34)
In quel tempo, gli Apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. Ed egli disse loro: «Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po’». Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare. Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in disparte. Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città accorsero là a piedi e li precedettero. Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare loro molte cose.
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Un gregge di pecore senza il pastore, lasciato in una zona sconosciuta, comincia a vagare e a gironzolare su e giù senza riuscire a trovare la strada di ritorno. Mentre le pecore abituate a fare un percorso, riescono a ritrovare la strada. Lasciare o abbandonare le pecore è un gesto irresponsabile da parte del pastore, perchè nessuno è contento quando perde i propri beni. La mancanza del pastore non si spiega se non per il suo disinteresse.
Le pecore senza il pastore vagano e sono attratte dall'erba fresca, si disperdono nel campo e si perdono dietro il cibo che gradiscono.
Lo stesso avviene ai cristiani senza pastore, senza una guida sicura ognuno va' per la sua strada, segue l'istinto e altri interessi umani. Come quando i giovani non sono guidati dai loro genitori, crescono senza morale e non possono evitare la corruzione del mondo.
Il tema di oggi è molto attuale, tra i credenti molti si ritrovano senza guida e vagano in cerca di una spiritualità corretta. Non si deve cadere nel giudizio preventivo riguardo i Sacerdoti poco attenti alle pecorelle loro affidate, bisogna pregare per coloro che sono distratti e presi dalle cose del mondo. Questa società ha lanciato molte attrazioni anche ai Sacerdoti, se essi non rimangono afferrati all'Eucaristia e legati alla corda della Corona del Rosario, è facile precipitare.
Non si deve condannare nessuno senza alcuna prova veritiera, invece si deve sempre avvisare il Superiore se si conoscono fatti o insegnamenti contro la morale e la dottrina. È un atto di carità mettere al corrente di situazioni gravi, come bisogna avvisare i conoscenti non per condannare ma per indicare gli insegnamenti sbagliati. È un atto di amore pregare per il Sacerdote che sbaglia e che si fa aiutare o correggere dal Superiore.
È una grande conquista evitare i giudizi temerari che sono peccati mortali, valutazioni che si emettono quando si giudica senza alcuna prova morale, quando si accusa qualcuno di fatti gravi senza averne prove nè la conoscenza diretta. Bisogna usare misericordia anche verso quelli che condannano con spietatezza, non si rendono conto delle gravità che commettono e della distruzione sociale di una persona.
Ogni persona è debole ed incline ai giudizi, deve evitare di esaltare qualcuno senza veri motivi e di sminuire chi non ama.
L'equilibrio interiore è un bene prezioso, non è quello studiato e artificiale che mostra esteriormente un controllo per non svelarsi. Intendo l'equilibrio naturale, spontaneo, genuino, quello che scaturisce da una spiritualità matura. La semplicità di una persona si manifesta nella purezza del suo sguardo, nella linearità dei suoi comportamenti, nella chiarezza delle sue parole.
Non si deve scambiare il termine semplicità come viene inteso dalla nostra spiritualità, con l'inesperienza, l'ingenuità o la sprovvedutezza. La semplicità invece è immediatezza e verità. Riporto alcune citazioni di vari autori, non di Santi, anche i laici poco spirituali intuiscono la bellezza della semplicità.
"La verità profonda, per fare qualunque cosa, per scrivere, per dipingere, sta nella semplicità. La vita è profonda nella sua semplicità" (Charles Bukowski, 1989).
"La semplicità è compagna della verità come la modestia è del sapere" (Francesco De Sanctis, Saggi, 1866).
"La semplicità è la forma della vera grandezza" (Francesco De Sanctis, Storia della letteratura italiana, 1870/71).
"L'ovvio è quello che non si vede mai finché qualcuno non lo esprime con la massima semplicità" (Kahlil Gibran, Sabbia e spuma, 1926).
Sono arrivato alla semplicità partendo dai giudizi, comunque è sempre sbagliato essere prevenuti verso qualcuno, l'amore spinge all'accoglienza e all'amicizia, non alla condanna preventiva. Invece di giudicare si deve mettere nel Cuore di Gesù ogni cattivo pensiero, ogni animosità, ogni sentimento ostile verso gli altri. Il Vangelo ci dice che gli Apostoli "riferirono tutto quello che avevano fatto e insegnato".
Gesù vuole parlare a tutti, chiede di andare "in disparte, in un luogo deserto", dove si fanno tacere tutte le voci interiori e ci si concentra in Lui. Quando la mente tace e pensa alle cose del Cielo, il cuore ama Dio e diventa buono. Il cristiano si trasforma in Gesù se Lo frequenta, se rimane molto tempo vicino. Questa vicinanza diventa assimilazione, così il cristiano comincia a parlare con le parole del Vangelo.
Gesù ha compassione di tutti, può aiutare quanti Lo cercano e vogliono ascoltare i suoi insegnamenti.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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