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venerdì 8 aprile 2011

929 - Omelia del 10/4/2011 5^ domenica quaresima

il ritorno alla vita di Lazzaro

Il testo di questa domenica quinta di quaresima è denso.

Si parla di risurrezione di Lazzaro, ma sarebbe meglio dire rianimazione o ritorno alla vita.
Solo Gesù è sempre in scena.
In sequenza incontra i discepoli, Marta, Maria e i Giudei.
Infine vi è il dialogo tra Gesù e il Padre e la presenza di Lazzaro ritornato alla vita.
Nella prima parte, Gesù viene a sapere della grave malattia dell'amico Lazzaro.
Però non interviene. Aspetta due giorni.
Poi, nonostante l'opposizione dei discepoli preoccupati per la sua sorte, decide di tornare in Giudea o, meglio, di tornare da Lazzaro. Appena arrivato al villaggio, Gesù incontra Marta. Gesù la invita a credere nella risurrezione dei morti, che non avverrà solo alla fine dei tempi, ma anche ora.
Chi crede in Gesù vivrà per sempre.
Marta, così, riconosce in Gesù il Figlio di Dio che viene nel mondo.
Poi Gesù, prima di andare al sepolcro, incontra anche Maria.
Maria si getta ai suoi piedi. Gesù freme, si turba e versa lacrime.
Freme perchè è sconfortato di fronte alla tragica morte dell'amico.
Si turba interiormente, come nella passione quando dice che la sua anima è turbata.
E' un atteggiamento interiore, mentre a livello esteriore i giudei constatano le lacrime.
Sono le lacrime di Dio dinanzi alla morte che separa gli esseri.
Di fronte a un tale modo di agire, alcuni giudei reagiscono riconoscendo il grande amore che Gesù nutriva per Lazzaro.
Altri invece lo rimproverano poichè poteva agire prima, come nel caso del cieco nato.
Gesù giunge al sepolcro. Invita Marta a confidare nella gloria di Dio che è la fede.
Gesù si rivolge al Padre, poichè sa che sarà esaudito. Grida con voce forte e chiama Lazzaro. Il morto esce con le bende e coperto da un sudario.
Quando risorgerà Gesù, avverrà esattamente il contrario.
Lazzaro esce, ma è muto. Non dice nulla di ciò che ha vissuto.
Il centro di questo testo è il cammino di Gesù verso la morte e risurrezione.
Gli stessi giudei appaiono come i testimoni del prodigio che Gesù ha operato.
In questo testo, traspare la profonda umanità di Gesù.
Piange per la morte di una persona cara come faremmo noi.
Gesù nella fedeltà al progetto del Padre, sa che Dio è più grande della morte e può far tornare alla vita, almeno per un po' di tempo, Lazzaro.
Per Gesù, la vita è un continuo appello alla fede, a credere e convertirsi, mentre la morte è apertura al compimento della vita.
La vita vissuta in pienezza non è un possesso geloso delle cose, ma è vivere nella fede un'esistenza nel dono e nella condivisione.
La comunità cristiana è proprio il luogo in cui vive o dovrebbe vivere l'uomo nuovo e dove si indica all'uomo che la morte non è la fine, ma è il compimento della nostra esistenza verso la vita eterna.
Don Luigi-------------

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