Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

CIAO A TE !!

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sabato 26 marzo 2011

917 - Omelia del 27/3/2011 3^ domenica quaresima

HO SETE: DAMMI DA BERE
Comunità Missionaria Villaregia

Benvenuti a questo nuovo appuntamento con la Parola di Dio. Vi preghiamo di accomodarvi. Fra pochi istanti si spegneranno le luci e inizierà la proiezione di una bellissima storia. Un cast eccezionale, una regia "divina", una trama che ci offre la possibilità, non indifferente, di sentirci protagonisti e non solo spettatori della storia.
Si spengono le luci in sala, le persone smettono di parlare, compaiono sullo schermo i primi nomi dei protagonisti:
Gesù di Nazareth
la Samaritana, una donna,
Altri attori:
i Discepoli e i Samaritani

Prima inquadratura: Con alle spalle le montagne della Giudea, un gruppo di uomini, Gesù e i discepoli, si avvic
inano alla città in Samaria, precisamente a Sicar.
La giornata è calda, dopo il deserto hanno sete, si avvicinano al pozzo, i discepoli decidono di andare a comperare qualcosa da mangiare. Gesù rimane lì, seduto sul pozzo, solo.
Gesù appare particolarmente stanco, finora ha incoraggiato ciascuno, ha dato forza a tutti, ma ora è stanco. Entriamo lentamente in questa stanchezza. E' il Figlio di Dio, il Verbo, attraverso il quale tutto ciò che esiste è stato fatto, tutto senza fatica. Ora è debole, è il Verbo che si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi. Mostra il suo volto di uomo, siamo nel cuore della debolezza...
(primo piano su Gesù).


Seconda scena: Sopraggiunge una donna. Le donne normalmente vanno al pozzo nella prima mattinata, questa donna va al pozzo a quest'ora del giorno, l'ora più calda, l'ora in cui nessuno esce di casa; va in quest'ora proprio perché non vuole incontrare nessuno. Si avvicina lentamente, diffidente: "Chi è quest'uomo appoggiato al pozzo?"


Terza scena: E' Gesù che prende l'iniziativa, è lui che incomincia il dialogo, si espone al rischio, andando contro la mentalità del tempo parla con una donna, per di più samaritana, presso un pozzo, luogo per cercare moglie. Gesù chiede, si fa bisognoso: "Dammi da bere". Il Signore dell'universo non si rivela per quello che è. Perché? Rivela un bisogno a una donna diffidente, paurosa, peccatrice. Lui che ha creato gli oceani, i fiumi, l'acqua, chiede a una donna: "Dammi da bere".
Inizia un dialogo veloce, più interiore che esteriore, le parole sono più dentro che fuori...
La donna pensa: "Signore perché chiedi a me l'acqua, perché ti fai bisognoso, di me, donna ferita, umiliata, peccatrice, di me che non valgo niente, che non ho nessun peso per la società? Cosa vuoi in realtà? Gesù non hai una brocca, non puoi prendere l'acqua, io sono una donna povera, però ho la mia brocca per attingere l'acqua, anche se tutti i giorni devo venire al pozzo a prendere quest'acqua che non mi disseta, come puoi darmi tu l'acqua per cui non avrò più sete?".
Gesù guarda questa donna: "Se tu sapessi chi sono, tu stessa mi chiederesti l'acqua viva. Io conosco la tua sete, ma per entrare in te, devo farmi assetato. Voglio raggiungerti nella tua vera capacità di amare, non nella tua dispersione di amore, hai cinque mariti, ma in realtà non ami nessuno di loro. Sono qui per darti la possibilità di amare in modo vero, voglio darti la possibilità di amare nella gratuità per far sgorgare in te quella sorgente che diventa vita per gli altri."
La donna resiste ancora: "Come fai tu se non hai neanche un mezzo?
Il pozzo è profondo.... Puoi entrare tu nella mia vita?"
Gesù, da buon pedagogo, conduce il dialogo, stuzzicando la curiosità, il desiderio di un'altra acqua. La donna parla dell'acqua del pozzo, Gesù parla dell'acqua dello Spirito, l'acqua che rinnova, zampilla, dà vita, toglie la sete vera, fa rinascere. E' diversa da quell'acqua a cui la donna si era sempre dissetata in questi anni. La sua sete non si era mai placata. Il suo desiderio di amore non aveva trovato una fonte adatta: "Perché la sete non si estingue? Cosa cerco? C'è qualcosa oltre la mia realtà? Qual'è il senso di tutto questo? Che significato hanno tutti i miei uomini?" In pochi istanti passa nella sua mente la sua vita come soprafatta da un ciclone di appartenenze materiali... E come in un sogno le raggiunge la voce di Gesù: "... Hai detto bene non ho marito, infatti..." ed è come se un'onda altissima di acqua la sommergesse, passasse sopra la sua vita senza trovare nessun campo da irrigare, lasciando dietro di sè un terreno nudo, senza vegetazione senza vita..."
E' il momento centrale: ora le parti si invertono, ora è la donna che chiede: "Dammi di quest'acqua, riempi questo vuoto". Cadono le resistenze, si abbassano gli scudi, l'acqua può scorrere, può nascere la vita. Gesù entra nel cuore, nella profondità del pozzo e mette in luce con estrema delicatezza la verità della vita della donna, Gesù non condanna la sua prostituzione, ma le offre una vita di salvezza.
Il pozzo sembra dissolversi, c'è qualcosa di sacro in quel posto. Diventa naturale per i due stare in quel luogo che sembra prendere una consistenza diversa: è il nuovo Tempio, è l'edificio dell'eternità dell'amore, dove ogni dolore, ogni gioia, tutto acquista il suo vero valore. Davanti ai suoi occhi, questo sconosciuto, prende forma, lo riconosce: "Sei un Profeta". La donna riconosce in lui il volto dell'Amore vero, un amore grande, un amore che parla di eternità, un amore che si dona e non possiede. E' l'amore che aveva sempre cercato, è l'acqua che aveva sempre desiderato. Gesù può rivelarle il suo cuore, le parla del Padre, del suo rapporto con il Padre. Chi sono i veri adoratori? Quelli che amano. La donna rivela l'attesa del suo popolo, rivela l'attesa più profonda del cuore umano, la sede più grande: incontrare Dio.
A questo punto Gesù si rivela: "Sono io che ti parlo". Sono io quella sorgente capace di soddisfare la tua sete profonda. Una volta avvenuta questa rivelazione, la donna lascia la brocca, la sua sicurezza, il suo passato, i suoi mezzi, la sua fragilità, non ha più bisogno di attingere l'acqua, di riempire il suo vuoto di compensazioni, perché ha trovato la sorgente, la vita vera capace di fare di lei un nuova sorgente di vita per gli altri.
L'acqua infatti comincia a zampillare in lei: corre, và a dirlo a tutti: "Ho incontrato il Messia". Non ha più vergogna della sua situazione. La sua ferita è diventata una sorgente: "Venite a vedere uno che mi ha detto tutto quello che ho fatto", quella che prima era la sua vergogna diventa il contenuto del suo annuncio.
L'orizzonte si allarga, c'è un nuovo orizzonte nel cuore di questa donna, c'è una nuova fonte zampillante nel suo cuore, c'è un nuovo domani: nel deserto della sua vita ha iniziato a scorrere l'Acqua Viva, già germoglia la vita.
"Ciò che passa non mi soddisfa', ho sete di eternità,senza questo tutto mi è indifferente.
Senza di essa non c'è più gioia di vivere... E' troppo facile affermare: 'Bisogna vivere,bisogna accontentarsi di questa vità. quelli che non se ne accontentano?" (Miguel de Unamuno).
Sui titoli di coda la luce si riaccende. Ci possiamo alzare, anche noi con una sete nuova, anche noi con la sete dell'Acqua vera:
"O Dio, tu sei il Dio della mia vita, ome terra screpolata dalla siccità è la mia vita nella durezza del quotidiano, per questo ogni mattina cerco in te l'acqua viva dello Spirito" (Sal 63).
Quando si esce da una sala cinematografica si sente il bisogno di commentare il film con gli amici. Forse puoi commentare con gli amici questa Parola, chiedervi qual è la vostra sete, se avete incontrato Gesù, come sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna....
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