Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

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CIAO A TE !!

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sabato 5 marzo 2011

897 - Omelia del 6/3/2011 9^ domenica t.ord.

In un mondo che non ci vuole più il mio canto libero sei tu...
Sei tu Gesù il nostro canto libero, tu che ci fai camminare sulle ali della libertà, tu che ci conduci a vivere un mondo nuovo.
Siamo al termine del discorso della montagna.
Dei tre capitoli, dal quinto al settimo di Matteo, non abbiamo letto tutto in modo consecutivo, ma ci siamo fatti un'idea piuttosto chiara! Eccome.
Non ci sono giri di parole, non c'è spazio per grandi interpretazioni.
Non si può barare con il discorso della montagna. Prendere o lasciare.
Le beatitudini, il sale della terra e la luce del mondo, la riconciliazione prima dell'offerta, l'amore per il nemico.
Eccoci giunti alla nona domenica del tempo ordinario, la prossima settimana ci incammineremo nel percorso della quaresima, uno dei tempi forti dell'anno liturgico.
Talvolta di domando se noi non facciamo indigestione di Parola di Dio.
Se non esageriamo e, paradossalmente, non ci facciamo nutrire da essa.
Al termine di questo discorso della montagna sarei tentato di fermarmi.
Stop.
Ora lo riprendo, con calma, giorno dopo giorno.
Anzi, ora lo vivo, mi decido, faccio quello che ho ascoltato.
Oltre i miei pensieri, oltre le mie fantasie mi accorgo comunque di aver bisogno di calma.
Non so voi, ma a me le pagine delle scorse settimane hanno scosso parecchio.
Sarà il periodo, sarà il confronto sulla concretezza del vangelo anche tramite questi canali da internauti, sarà... che il vangelo lo trovo sempre più autenticamente vero.
Semplicemente vero.
Uh uh uh mi piaci tu, Gesù!
Mi sento condotto in un mondo nuovo e percepisco che questo mondo mi appartiene, è proprio per me.
Non voglio commentare, non voglio fare parole, infilare vocaboli uno dietro l'altro.
Ho voglia di farla questa parola, di farla con la mia vita. Di farla a modo mio.
Ed è quello che mi trasmette il vangelo questa settimana:
"Non chi mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma chi FA la volontà del Padre mio che è nei cieli".
Questa parola Gesù la rivolge, viene detto, ai suoi discepoli, non più generalmente alla folla.
A coloro che lo stanno riconoscendo come Signore, come Messia.
La rivolge questa parola a me che lo riconosco, e da tempo, come Signore della mia vita e della storia tutta.
Non basta riconoscerlo!
No! Non basta che io sia iscritto sul libro paga della chiesa, non basta che il mio nome sia sul registro dei Battesimi, non basta che io abbia ricevuto l'ordinazione sacerdotale,
non basta che io commenti la sua Parola.
Non basta, se non c'è una vita. Vera. Genuina. Costantemente in ricerca ed in cammino.
Non basta se non mi svuoto del mio io, se non mi faccio povero per farmi riempire della ricchezza di Cristo.
Non basta se la mia vita non insaporisce un pochino anche la tua, fratello che incontro.
Non basta se la luce della fede la svelo solo quando sono in chiesa.
Non basta se non ho il coraggio di lasciare la mia offerta nella Messa per andarmi, prima, a riconciliare.
Non basta se non porgo anche l'altra guancia.
Non basta se l'amore non è tutto per me.
Non basta punto e a capo.
Eppure nel vangelo si citano persone che scacciano demoni nel nome di Gesù, che predicano, che guariscono, che compiono prodigi.
Ma Gesù è durissimo con loro.
Il testo in realtà non dice che compiono tutto questo nel suo nome, quanto "al" suo nome, con il suo nome.
Non c'è una vera identificazione di quegli uomini con Gesù, non c'è vera somiglianza con il Maestro.
No, si può usare il nome di Gesù, senza fare la sua volontà.
Possiamo usare il suo messaggio senza farlo veramente nella nostra vita.
Oh sì, io posso tranquillamente commentare il vangelo ogni domenica, senza che entri veramente nel mio vivere. Posso essere sacerdote, catechista, animatore, vescovo e papa... senza che Cristo sia tutto per me!
E' come costruire la mia casa sulla sabbia.
La storia non ci insegna anche questo?
Ecco perché avrei voglia di fermarmi, di fermare tutto.
Di mettermi di fronte allo specchio domandandomi: non è l'ora di viverlo questo discorso della montagna? Non è suonata l'ora in cui osare queste parole nella nostra vita quotidiana? Di gridarlo sui tetti! Di scendere nelle piazze, di viverlo nelle riunioni condominiali, negli uffici, nelle scuole e, udite udite!, anche nelle nostre parrocchie?!
Il regno dei cieli è un mondo alternativo, c'è poco da dire.
Se non lo è, allora lo abbiamo annacquato.
Ammettiamolo. Che c'è di straordinario nelle nostre vite, se facciamo tutto come gli altri?
Se nelle nostre comunità cristiane il rapporto con l'altro è gestito nel sospetto e nelle gelosie, nelle invidie e nelle piccinerie... ma cosa abbiamo di diverso da tutto il resto del mondo?Nulla. Appunto.
Eh invece no!
E invece Gesù Cristo è venuto a portare il fuoco sulla terra, non i compromessi!
Gesù si è fatto notare piuttosto bene. Perché ha amato. E' stato amore. Anche per il nemico.
Cari amici, non c'è alternativa.
Questo ci ha domandato Gesù... vogliamo rispondere si o no?!?
La somiglianza con Gesù noi ce la portiamo dentro, c'è poco da fare!
E' che dobbiamo realizzarla fuori, nella nostra vita.
Tu, caro amico, dirai Cristo in modo totalmente nuovo ed inaspettato. Coraggio!
Ho cambiato idea.
Non ho voglio più fermarmi. Ma vivere.Il Regno, l'inaudito. L'amore.
Non pensarlo. No, viverlo.
Don Carlo Occelli

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