+ Dal Vangelo secondo Matteo (17,22-27)
In quel tempo, mentre si trovavano insieme in Galilea, Gesù disse ai suoi discepoli: «Il Figlio dell’Uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uomini e Lo uccideranno, ma il terzo giorno risorgerà». Ed essi furono molto rattristati. Quando furono giunti a Cafàrnao, quelli che riscuotevano la tassa per il tempio si avvicinarono a Pietro e gli dissero: «Il vostro Maestro non paga la tassa?». Rispose: «Sì». Mentre entrava in casa, Gesù lo prevenne dicendo: «Che cosa ti pare, Simone? I re della terra da chi riscuotono le tasse e i tributi? Dai propri figli o dagli estranei?». Rispose: «Dagli estranei». E Gesù replicò: «Quindi i figli sono liberi. Ma, per evitare di scandalizzarli, va’ al mare, getta l’amo e prendi il primo pesce che viene su, aprigli la bocca e vi troverai una moneta d’argento. Prendila e consegnala loro per me e per te».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
La prima pianticella del grande orto francescano fu la giovane Chiara d'Assisi, coraggiosa nell'affrontare le ire dei familiari per andare a vivere seguendo le indicazioni di un altro giovane assisano, convertito dalla Madonna in modo portentoso. I progetti di Dio nessuno li può fermare, soprattutto quando riguardano l'elevazione di anime che si devono dedicare interamente al Vangelo e alla salvezza delle anime.
Leggiamo una breve narrazione della sua vita da "Santi e Beati":
«La sera della domenica delle Palme (1211 o 1212) una bella ragazza diciottenne fugge dalla sua casa in Assisi e corre alla Porziuncola, dove l’attendono Francesco e il gruppo dei suoi frati minori. Le fanno indossare un saio da penitente, le tagliano i capelli e poi la ricoverano in due successivi monasteri benedettini, a Bastia e a Sant’Angelo.
Infine Chiara prende dimora nel piccolo fabbricato annesso alla Chiesa di San Damiano, che era stata restaurata da Francesco. Qui Chiara è stata raggiunta dalla sorella Agnese; poi dall’altra, Beatrice, e da gruppi di ragazze e donne: saranno presto una cinquantina. Così incomincia, sotto la spinta di Francesco d’Assisi, l’avventura di Chiara, figlia di nobili che si oppongono anche con la forza alla sua scelta di vita, ma invano.
Anzi, dopo alcuni anni andrà con lei anche sua madre, Ortolana. Chiara però non è fuggita “per andare dalle monache”, ossia per entrare in una comunità nota e stabilita. Affascinata dalla predicazione e dall’esempio di Francesco,la ragazza vuole dare vita a una famiglia di claustrali radicalmente povere, come singole e come monastero, viventi del loro lavoro e di qualche aiuto dei frati minori, immerse nella preghiera per sé e per gli altri, al servizio di tutti, preoccupate per tutti.
Chiamate popolarmente “Damianite” e da Francesco “Povere Dame”, saranno poi per sempre note come “Clarisse”.
Da Francesco, lei ottiene una prima Regola fondata sulla povertà. Francesco consiglia, Francesco ispira sempre, fino alla morte (1226), ma lei è per parte sua una protagonista, anche se sarà faticoso farle accettare l’incarico di abbadessa. In un certo modo essa preannuncia la forte iniziativa femminile che il suo secolo e il successivo vedranno svilupparsi nella Chiesa.
Il cardinale Ugolino, vescovo di Ostia e protettore dei Minori, le dà una nuova Regola che attenua la povertà, ma lei non accetta sconti: così Ugolino, diventato Papa Gregorio IX (1227-41) le concede il “privilegio della povertà”, poi confermato da Innocenzo IV con una solenne bolla del 1253, presentata a Chiara pochi giorni prima della morte.
Austerità sempre. Però "non abbiamo un corpo di bronzo, né la nostra è la robustezza del granito". Così dice una delle lettere ad Agnese di Praga, figlia del re di Boemia, severa badessa di un monastero ispirato all’ideale francescano.
Chiara le manda consigli affettuosi ed espliciti: "Ti supplico di moderarti con saggia discrezione nell’austerità quasi esagerata e impossibile, nella quale ho saputo che ti sei avviata". Agnese dovrebbe vedere come Chiara sa rendere alle consorelle malate i servizi anche più umili e sgradevoli, senza perdere il sorriso e senza farlo perdere. A soli due anni dalla morte, Papa Alessandro IV la proclama Santa.
Chiara si distinse per il culto verso l'Eucarestia. Per due volte Assisi venne minacciata dall'esercito dell'imperatore Federico II che contava, tra i suoi soldati, anche saraceni. Chiara, in quel tempo malata, fu portata alle mura della città con in mano la pisside contenente il Santissimo Sacramento: i suoi biografi raccontano che l'esercito, a quella vista, si dette alla fuga».
Santa Chiara visse nel convento di San Damiano a pochi minuti da Assisi, era l'abbadessa piena di amore e pazienza. Era di una amabilità unica, una gentilezza che contiene una grande prudenza e una grandissima capacità di controllare la propria volontà.
Si arriva a queste vette spirituali rifiutando ogni peccato, vincendo i vizi, assoggettando la propria volontà a quella di Gesù.
In Santa Chiara trionfa un amore totale verso l'Eucaristia da cui le arrivavano tutti i doni spirituali.
Le vocazioni oggi scarseggiano nei seminari mentre nei monasteri c'è un buon risveglio, soprattutto dove c'è la presenza di Dio e questo si denota dallo spirito del Vangelo presente in ogni aspetto della vita monastica. Stranamente in alcuni monasteri ci sono nuove vocazioni ma la vita spirituale è assente mentre è subentrata la mondanità. La condotta religiosa attesta lo stesso livello spirituale di chi vive all'interno e delle nuove vocazioni.
Molti ingannevolmente sono convinti che numerose vocazioni sono il segno della presenza di Dio, nulla di più falso. Esistono diverse motivazioni per spingere un/una giovane ad entrare in Comunità, non c'è solo la chiamata di Dio.
Per questo nelle Comunità serie e seguaci della sana vita religiosa vengono fatti selezionati discernimenti.
Una persona improvvisamente può manifestare un grande desiderio di entrare in convento, ma è una vera chiamata di Dio? Ci sono segni chiari per comprenderlo, soprattutto la preghiera illumina e chiarisce la vera vocazione di quella persona.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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