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domenica 10 marzo 2013

2186 - Commento al Vangelo del 10/3/2013, 4^ domenica Quaresima


+ Dal Vangelo secondo Luca (15,1-3.11-32)
In quel tempo, si avvicinavano a Gesù tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribi mormoravano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». Ed egli disse loro questa parabola: «Un uomo aveva due figli. Il più giovane dei due disse al padre: “Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta”. Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla. Allora ritornò in sé e disse: “Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. Il figlio gli disse: “Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio”. Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, perché questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”. E cominciarono a far festa. Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. Quello gli rispose: “Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo”. Egli si indignò, e non voleva entrare. Suo padre allora uscì a supplicarlo. Ma egli rispose a suo padre: “Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso”. Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Abbiamo studiato giorni fa questa parabola, ogni volta che si medita si colgono nuovi spunti, ad indicare che la Parola di Dio è un tesoro inesauribile, un pozzo senza fondo per indicare il famoso pozzo di San Patrizio a Orvieto. Questa espressione indica che il pozzo contiene una riserva misteriosa e sconfinata di ricchezze. La nostra ricchezza è Gesù Cristo, chi trova Lui diventa ricco di tutto, ovviamente dei beni indispensabili, perché quando si invoca la Provvidenza di Dio, sempre arrivano in modo sorprendente aiuti e cibo.
Oggi mi colpisce della parabola l’amore che il padre ha per i due figli, nonostante le differenze caratteriali e la fedeltà: uno cattivo e l’altro buono. Uno ha bisogno di rimproveri per la sua indisciplina e l’assoluta mancanza di gratitudine verso il padre. Il giovane era benestante e aveva condotto una vita agiata grazie all’intraprendenza del padre e non per le sue scarse capacità. Eppure, non appena intravede l’opportunità di diventare indipendente e di gestire la sua eredità, tradisce il padre e sperpera tutti i beni.
Il giovane della parabola rappresenta quanti abbandonano Gesù perché attratti dalle luci del mondo e dai piaceri viziosi. Essi perdono tutto.
Perdono la Grazia di Dio con i peccati mortali, la dignità e la buona reputazione, la pace interiore e la lucidità intellettuale. Invece acquisiscono una sempre maggiore influenza diabolica prodotta dai numerosi peccati mortali, un’avversione alle cose di Dio anche se non si schierano contro Dio, una instabilità comportamentale, l’aumento degli effetti devastanti dei vizi con l’esplosione di quello più corrotto, ma sempre aumenta l’incidenza dell’orgoglio e della superbia.
Il giovane che diventerà il figliol prodigo rappresenta quei cattolici di ogni grado che sperperano la Grazia di Dio e la propria dignità per cibarsi di potere e piaceri veramente effimeri. La debolezza è comprensibile ma scegliere il male rifiutando il bene non è mai conveniente. Però quel male viene considerato un bene da quanti perdono la comunione con Gesù.
Anche tra i cattolici è presente la mentalità del giovane figlio, essi scelgono di ottenere qualcosa che compiace i sensi e non l’anima.
Dio lascia tutti liberi di andare per la strada che scelgono, per la santità o per la disperazione, nessun cattolico potrà dire di non avere compreso la volontà di Dio perché tutti conoscono il Catechismo e gli insegnamenti del Vangelo. Gesù invita soprattutto i credenti a non sperperare innanzitutto la dignità di figli adottivi del Padre, evitando di compiere tutto ciò che imbruttisce l’anima. Oggi le tentazioni sono numerose in ogni luogo, anche restando a casa ma con la televisione accesa, comunque è sempre possibile vincere ogni tentazione pure quelle violente.
Oltre il giovane figlio sbandato ma poi ravveduto, abbiamo il padre nella parabola, una figura che riproduce molto bene l’amorevolezza del Padre di tutti. Il padre del giovane è indicato da Gesù con tratti di bontà e di benevolenza che commuovono, all’inizio non impedisce al figlio scapestrato di compiere la sua scelta, gli dona perfettamente la metà dei beni proprio perché è un padre giusto. Ama allo stesso modo due figli diversi, uno cattivo e uno buono.
Dopo l’allontanamento del giovane figlio non prova alcun moto di risentimento per il tradimento subito e per i beni perduti che lui aveva raccolto dopo decenni di duro lavoro, non pensa male e non lo condanna. Lo ama sempre. Il figlio non meritava tanta attenzione, ma aveva un padre che inoltre lo attendeva e spesso guardava verso l’orizzonte per scorgere la sua figura. I giorni passavano e il figlio non tornava ma nel frattempo il padre pativa terribilmente la lontananza del giovane figlio.
Dio Padre agisce proprio così, ama sempre i peccatori lontani da Lui e i cristiani che non pregano più, non pensa male di essi e non li abbandona, rimane sempre in attesa del ritorno di tutti i figli e si commuove quando qualcuno ritorna a Lui, si confessa e riceve il suo abbraccio.
“Vi dico, ci sarà più gioia in Cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione” (Lc 15,7).
Ed è molto commovente il momento del ravvedimento del giovane figlio. Arriva al pentimento dopo avere dilapidato tutti i beni e dopo avere conosciuto ogni perversione. Quando oramai non aveva nulla, è rientrato in sé e la luce si è riaccesa. Oltre la bontà del padre colpisce molto anche la contrizione del figlio, il suo rientrare in sé cancella una vita sbandata e umiliante.
«Allora ritornò in sé e disse: “Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati”. Si alzò e tornò da suo padre. (…) Ma il padre disse ai servi: “Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l’anello al dito e i sandali ai piedi. Questo mio figlio era morto ed è tornato in vita, era perduto ed è stato ritrovato”».
Proprio per l’amore che Dio Padre ha verso tutti i suoi figli, ogni uomo e donna, ha permesso molte apparizioni della Madonna in questi decenni, con la rivelazione di innumerevoli messaggi contenenti consigli per condurre una vita santa e la ripetizione degli insegnamenti della Chiesa. Tutte le apparizioni della Madonna manifestano l’infinito Amore del Padre per ognuno di noi, e anche di questo dobbiamo ringraziarlo ogni giorno recitando in onore della Santissima Trinità almeno Gloria al Padre.

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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