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sabato 9 marzo 2013

2184 - Commento al Vangelo del 9/3/2013


+ Dal Vangelo secondo Luca (18,9-14)
In quel tempo, Gesù disse ancora questa parabola per alcuni che avevano l’intima presunzione di essere giusti e disprezzavano gli altri: «Due uomini salirono al tempio a pregare: uno era fariseo e l’altro pubblicano. Il fariseo, stando in piedi, pregava così tra sé: “O Dio, ti ringrazio perché non sono come gli altri uomini, ladri, ingiusti, adulteri, e neppure come questo pubblicano. Digiuno due volte alla settimana e pago le decime di tutto quello che possiedo”. Il pubblicano invece, fermatosi a distanza, non osava nemmeno alzare gli occhi al cielo, ma si batteva il petto dicendo: “O Dio, abbi pietà di me peccatore”. Io vi dico: questi, a differenza dell’altro, tornò a casa sua giustificato, perché chiunque si esalta sarà umiliato, chi invece si umilia sarà esaltato». 

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
È una delle più belle parabole insegnate da Gesù, perché tocca una convinzione spesso avventata e certamente sbagliata di molti cristiani, persuasi di fare tutto bene e che gli errori li commettono solamente gli altri. Tutte le parabole di Gesù sono meravigliose, è difficile indicare la più bella, questa insieme ad altre spinge il lettore a rientrare in sé e a porsi determinate domande.
La parabola spiega in pratica che non tutto quello di cui siamo convinti è veritiero, e questo non si fa per malafede, è una sbagliata interpretazione che si da a qualcosa o a qualcuno. D’altronde, la persona agisce secondo i pensieri che si ritrova nella mente, allora il punto è questo: donde arrivano i pensieri che si formano nella mente e che noi crediamo corretti e migliori?
L’intelletto pensa e crea concetti o idee, pensieri, rappresentazioni mentali, immagini, tutto arriva dallo spirito che possiede la persona, quindi dalla spiritualità che ha coltivato fino a quel momento, l’impulso che agisce dall’interno e la dirige verso determinati pensieri e scelte, a credere o a non credere qualcosa, a formarsi di conseguenza opinioni.
Quando si dice: “Secondo me”, o si parla sottintendendo questa introduzione che indica l’opinione personale, si esprime un pensiero di cui si è pienamente convinti anche se non si posseggono prove dell’autenticità, trattandosi di questioni umane e di cronaca.
È un aspetto delicatissimo della vita spirituale, precisamente è la spinta che viene data alla volontà per agire, parlare bene o male, giudicare. Una persona è buona o cattiva dalla spiritualità che possiede, infatti lo Spirito Santo non dimora in chi commette cattiverie nocive anche per i propri familiari. Dio è presente nelle anime che si confessano, è vero, ma se sono persone cattive la Grazia la perdono dopo alcuni minuti…
Può una persona cattiva diventare buona? Tutto è possibile con la Grazia di Dio, i miracoli più impensabili possono avvenire.
Per persone cattive non intendo chi pecca anche spesso per debolezza, sono quelle persone avvolte nel male e che si compiacciono quando arrecano del male agli altri. La loro vita si riveste di soddisfazione solo quando intenzionalmente cercano di danneggiare in qualche modo il prossimo, familiari, parenti, amici. In pratica, hanno l’imbarazzo della scelta nel compiere opere malvagie.
Non è il vostro caso, voi pregate ogni giorno Gesù e Maria per crescere nella Fede, non volete premeditatamente arrecare danni agli altri, le vostre debolezze sono altra cosa rispetto alle cattiverie e all’inclinazione a fare del male. Non abbattetevi mai quando cadete a causa delle fragilità, dovete rialzarvi presto e proporvi una vigilanza e un’osservazione più attente quando vi trovate nelle occasioni di peccare.
Se si tratta di un peccato mortale ricorrete alla Confessione sacramentale e misticamente ritornate ad abbracciare il Padre, felice del vostro ritorno.
Riprendo il discorso iniziale. La convinzione della verità dei nostri pensieri ci arriva dalla presenza di una pace interiore viva, dalla mancanza di orgoglio (amor proprio) e superbia (arroganza), dalla gioia per il bene degli altri, dalla manifestazione costante della verità, da una preghiera umile e persistente. Occorre però fare attenzione, nonostante queste situazioni interiori abbastanza buone, occorre sempre fare discernimento, bisogna vigilare e non credere mai avventatamente a pensieri ingannevoli che si producono anche in uno stato spirituale mite.
Anche un cristiano che prega molto si può ingannare in modo grave, senza rendersene conto e credendo vero tutto ciò che pensa.
Per esempio, le dimissioni di Benedetto XVI sono state considerate giuste da molti cattolici, dovrebbero però dire in base a cosa affermano questo. La maggior parte dice che è stata volontà di Dio, ma come lo hanno saputo? Chi lo ha detto a questi cattolici che lo ha voluto Dio? Lo facciano sapere anche a me… Non hanno prove ma convinzioni personali e vogliono indurre gli altri a credere quanto essi immaginano.
Anche oggi ho risposto a nostri parrocchiani leali e sinceri, spiegando che un Papa non può assolutamente dimettersi da questo incarico che sfiora l’infinito, cascasse il mondo!!! Se Dio vuole toglierlo per un suo disegno, lo fa morire. Mai prima d’ora si era sentito qualcosa del genere, è una novità assoluta che inoltre indebolisce tremendamente la Chiesa!
Dopo le dimissioni abbiamo seguito la premura di qualche Prelato che chiedeva e si attuava per l’anticipo dell’inizio del conclave, così il 22 febbraio è stato promulgato il Motu proprio dell’allora Papa, che prevede appunto anche l’anticipo del conclave. Non vi siete chiesti perché questa premura? Tutti parlano di lotte tra i Prelati, cosa significa questa premura? Da secoli è stabilito che occorre aspettare dai 15 ai 20 giorni dall’inizio della Sede Vacante, questa urgenza di anticiparlo non trova alcuna giustificazione. Almeno per tutti gli altri.
Quindi, molti cattolici dicono che è stato giusto, e lo dicono spinti dal sentimento e dalla ragione, non dalla Fede, perché chi osserva con occhi spirituali vede in modo completo, anche considerando le parole del Vangelo di Gesù.
Non si tratta di giudicare la persona di Benedetto XVI quando annunciò le dimissioni, è opportuno -soprattutto in questa circostanza- chiedersi come mai si è favorevoli alle dimissioni di un Papa quando Gesù ha dato il Primato a Pietro senza limiti di tempo e senza immaginare una rinuncia al suo volere.
C’è chi si rifugia nella convinzione che Dio ha cambiato volontà e lo ha fatto dimettere. E allora chiediamoci perché ha cambiato volontà! Ma anche questa teoria è una interpretazione molto soggettiva, non si può dialogare con il “Secondo me…”. Il Vangelo e la sana dottrina della Chiesa si fondano sulle Verità eterne di Dio, non sulle libere interpretazioni. Rimane ovvio che ognuno esprime liberamente il suo parere, però ognuno dalle parole che afferma, mostra -anche se in buonafede- la sua spiritualità.
Chi è convinto diversamente non deve seguire il mio parere documentato e convalidato dal Vangelo e dalla sana dottrina della Chiesa, ognuno deve sentirsi libero di scegliere e credere quello che vuole. Il libero arbitrio infatti significa proprio questo.
Aggiungo ancora un paragone. Papa Alessandro VI fu il famoso Rofoldo Borgia, è riconosciuto dalla storia come un uomo dedito a qualche pericoloso vizio, soprattutto per un Papa. Dei sette figli avuti prima del papato e (purtroppo) durante il papato, i prediletti furono Cesare chiamato Valentino e Lucrezia. Possiamo immaginare l’inquietudine della cattolicità di quel tempo, la confusione dottrinale e le divisioni interne.
Nonostante gli scandali, tuttavia Dio non indusse quel Papa a dimettersi, ed era veramente opportuno. Dio non chiese di dimettersi!
Lo lasciò al suo libero arbitrio e rimase Papa fino alla morte, dal 1492 al 1503. Dio poteva farlo morire e così fargli lasciare il Trono santo, ma non intervenne assolutamente, quando per la stessa razionalità umana sarebbe stato urgente l’intervento divino e mettere fine ad uno scandalo che i libri di storia descrivono ampiamente.
La parabola di oggi spiega che il fariseo era convinto di essere migliore degli altri ma in realtà non lo era e presumeva di possedere la scienza infusa, mentre il pubblicano, peccatore pubblico, si umiliava nel Tempio e chiedeva profondamente perdono a Dio per i suoi peccati, riconoscendo le sue debolezze e pentendosi degli errori commessi.
Il primo presumeva di conoscere come autentico tutto ciò che pensava ma era in realtà sbagliato, il secondo dubitava dei propri pensieri e non si esprimeva, chiedeva umilmente a Dio la sua luce per capire. Quale è dei due l’atteggiamento migliore che deve osservare un cristiano?

Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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