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sabato 4 dicembre 2010

809 - Omelia del 5/12/2010 domenica II Avvento

Il Vangelo di questa seconda domenica di avvento ci presenta la figura di Giovanni il Battista.

Giovanni predica la conversione e opera un battesimo che prepari la gente ad accogliere il Signore.
Giovanni appare nel deserto.
Il deserto è il luogo della solitudine, ma anche dell'incontro tra Dio e il suo popolo.
Proprio nel deserto in questa "terra di nessuno", Giovanni invita alla conversione perchè il regno dei cieli è vicino.
Giovanni cita anche Isaia e si considera non la Parola che è Gesù, bensì solo la voce.
Giovanni è voce di uno che è Parola: Gesù.
Giovanni, però, non si limita ad un generico invito alla conversione, ma la sua stessa vita esprime tale cammino.
Il suo vestito, il suo mangiare, evoca una persona che si è incarnata nel deserto e vive la dimensione che il deserto stesso offre.
La gente viene a lui in gran numero per farsi battezzare.
Giovanni si scaglia contro i farisei e i saddducei, i potenti del tempo, perchè pensano di sentirsi a posto, di non mettersi in discussione.
Giovanni offre anche a noi oggi questo messaggio.
Anche se appartieni alla Chiesa, anche se frequenti la Messa, non sei automaticamente un salvato, ma sei chiamato a compiere frutti degni di conversione.
Sarebbe importante anche per noi capire quali sono questi frutti.
Più che singoli frutti, sono sintomo di un atteggiamento diverso, di uno stile di vita sobrio, essenziale e di un rapporto fraterno con le persone.
Il giudizio di Dio ormai è alle porte per Giovanni.
Dio smaschera la nostra falsità e l'ipocrisia nei nostri rapporti.
La conversione consiste nell'essere limpidi, onesti, trasparenti, gente che matiene la parola data, fedele ai propri principi, anche se altri li mettono in discussione.
Giovanni stesso, con grande umiltà, si proclama solo un messaggero che battezza con l'acqua per la conversione.
Il più forte, Gesù, deve ancora venire e battezzerà con la potenza dello Spirito Santo e con il fuoco del giudizio in grado di smascherare ogni ipocrisia.
L'immagine del ventilabro ci fa comprendere come Gesù viene a vagliarci, a togliere quella pula che troppe volte ci ritroviamo addosso, per far crescere il buon grano, le nostre potenzialità positive.
La vigilanza diventa la conversione a Gesù, alla Sua Parola, al suo agire, smascherando le nostre cattive intenzioni e comprendendo come solo Gesù valorizza tutto il positivo che è presente in noi.
La misericordia di Dio è la certezza che il vero giudizio di Dio parte dal Suo amore verso ogni uomo.
Giovanni ci invita a svegliarci da ogni torpore e a prendere sul serio la nostra vita per capire verso quale strada vogliamo indirizzarla.
Buona domenica.


don Luigi
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