IL GRANELLINO🌱
(Lc 14,25-33)
(Lc 14,25-33)
Se avessi amato mio padre, mia madre, i miei fratelli, le mie sorelle e il mio paese più del Signore, non sarei andato in seminario all'età di 12 anni. Certo, il mio distacco da loro fu doloroso.
Fino all'età di 21 anni dovetti superare molte difficoltà di ogni genere per rimanere in seminario. All'età di 21 anni i miei superiori mi chiesero di andare negli USA per continuare gli studi. Anche questo distacco fu molto doloroso. Nel ‘66 gli Usa erano un paese ancora molto lontano. Nonostante siano passati molti anni, sento ancora nel mio cuore il grido lancinante e drammatico che mia madre, morbosamente legata a me, diede nel salutarmi. Se non avessi amato il Signore più degli affetti familiari, non avrei obbedito ai miei superiori.
Dieci anni trascorsi negli USA. I primi anni furono difficili: nuova lingua, nuovo stile di vita e nuovo modo di pensare. Dopo 4 anni ritornai in Italia da prete, solo per vacanza. Al ritorno negli Stati Uniti d'America, dai miei superiori mi fu affidato il compito di svolgere il mio ministero sacerdotale in una parrocchia di lingua inglese.
Spesi sei anni in parrocchia. Furono anni di gioia, ma anche di delusioni. Nonostante le molteplici tentazioni, amavo il mio sacerdozio più di ogni altra cosa. Secondo la mentalità umana ero diventato un prete di successo, ma, secondo Dio, ero ancora pieno di me stesso.
Non essendo in sintonia con la mentalità dei miei superiori, decisi di ritornare in Italia.
Venuto a Napoli, vissi i primi anni nella povertà di qualsiasi genere. Il Signore, però, mi è stato sempre vicino, dandomi la forza e la sapienza di superare molte difficoltà e di portare la mia croce quasi sempre con umiltà e mitezza. Non sono mai diventato depresso.
Il mio relazionarmi con il prossimo è stato sempre fondato sul perdono.
Ora, se Dio vuole, il 30 maggio dell'anno prossimo celebrerò
il cinquantesimo anno della mia ordinazione sacerdotale. Ma sento che il Signore mi sta chiamando a sacrificare la cosa che più amo: il mio Isacco. Pregate per me. Amen ALLELUIA.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
Fino all'età di 21 anni dovetti superare molte difficoltà di ogni genere per rimanere in seminario. All'età di 21 anni i miei superiori mi chiesero di andare negli USA per continuare gli studi. Anche questo distacco fu molto doloroso. Nel ‘66 gli Usa erano un paese ancora molto lontano. Nonostante siano passati molti anni, sento ancora nel mio cuore il grido lancinante e drammatico che mia madre, morbosamente legata a me, diede nel salutarmi. Se non avessi amato il Signore più degli affetti familiari, non avrei obbedito ai miei superiori.
Dieci anni trascorsi negli USA. I primi anni furono difficili: nuova lingua, nuovo stile di vita e nuovo modo di pensare. Dopo 4 anni ritornai in Italia da prete, solo per vacanza. Al ritorno negli Stati Uniti d'America, dai miei superiori mi fu affidato il compito di svolgere il mio ministero sacerdotale in una parrocchia di lingua inglese.
Spesi sei anni in parrocchia. Furono anni di gioia, ma anche di delusioni. Nonostante le molteplici tentazioni, amavo il mio sacerdozio più di ogni altra cosa. Secondo la mentalità umana ero diventato un prete di successo, ma, secondo Dio, ero ancora pieno di me stesso.
Non essendo in sintonia con la mentalità dei miei superiori, decisi di ritornare in Italia.
Venuto a Napoli, vissi i primi anni nella povertà di qualsiasi genere. Il Signore, però, mi è stato sempre vicino, dandomi la forza e la sapienza di superare molte difficoltà e di portare la mia croce quasi sempre con umiltà e mitezza. Non sono mai diventato depresso.
Il mio relazionarmi con il prossimo è stato sempre fondato sul perdono.
Ora, se Dio vuole, il 30 maggio dell'anno prossimo celebrerò
il cinquantesimo anno della mia ordinazione sacerdotale. Ma sento che il Signore mi sta chiamando a sacrificare la cosa che più amo: il mio Isacco. Pregate per me. Amen ALLELUIA.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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