IL GRANELLINO🌱
(Lc 6,6-11)
(Lc 6,6-11)
Chissà da quanti anni l'uomo dalla mano destra paralizzata frequentava la sinagoga senza mai essere guarito! Si vede che la sinagoga non era un luogo ricolmo della potenza dello Spirito Santo. Il rito che si svolgeva era senz'altro vuoto dell'unzione dello Spirito Santo. E, al dire di molti cattolici, è il rito noiosio e glaciale che si sperimenta in molte chiese, purtroppo.
Per me, l'uomo con la mano destra paralizzata cosa rappresenta? Rappresenta il cristiano che è avaro, avaro non solo rispetto a gesti di generosità economica, ma anche a gesti di tenerezza. Come il bambino, l'avaro tiene sempre il pugno chiuso dicendo: "Questo è mio ed è solo mio". L'avaro ti può chiamare anche "tesoro mio", ma in realtà il suo tesoro è quello che possiede e se lo tiene gelosamente stretto nel suo pugno.
Il Cristiano non dice mai "dammi", ma, aprendo il pugno, dice sempre "prendi".
Quanti pugni chiusi nel momento della raccolta delle offerte durante l'offertorio! Molti cattolici ancora non credono nelle parole della Sacra Scrittura: "Dio ama chi dona con gioia e largamente". Non si dona al sacerdote, ma ai poveri. E se il sacerdote amministra la tua offerta in maniera disonesta, peggio per lui! Un giorno dovrà dare conto a Dio per essere stato un amministratore disonesto.
Quando ero parroco, grazie alle catechesi che facevo costantemente, molte mani paralizzate si aprirono alla condivisione.
Per me, la mano paralizzata rappresenta anche colui a colei che non è capace di fare gesti di tenerezza. Siamo fatti per fare e ricevere gesti di tenerezza.
La carezza è vita e lo schiaffo è morte.
Il pugno innalzato verso il cielo in segno di sfida non appartiene ai miti, ma ai violenti
Se dopo anni di preghiera, di rosari e di comunioni hai ancora la mano paralizzata, significa che non hai incontrato Gesù.
Chi veramente ha incontrato Gesù ha un cuore grande nell'amore. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
Per me, l'uomo con la mano destra paralizzata cosa rappresenta? Rappresenta il cristiano che è avaro, avaro non solo rispetto a gesti di generosità economica, ma anche a gesti di tenerezza. Come il bambino, l'avaro tiene sempre il pugno chiuso dicendo: "Questo è mio ed è solo mio". L'avaro ti può chiamare anche "tesoro mio", ma in realtà il suo tesoro è quello che possiede e se lo tiene gelosamente stretto nel suo pugno.
Il Cristiano non dice mai "dammi", ma, aprendo il pugno, dice sempre "prendi".
Quanti pugni chiusi nel momento della raccolta delle offerte durante l'offertorio! Molti cattolici ancora non credono nelle parole della Sacra Scrittura: "Dio ama chi dona con gioia e largamente". Non si dona al sacerdote, ma ai poveri. E se il sacerdote amministra la tua offerta in maniera disonesta, peggio per lui! Un giorno dovrà dare conto a Dio per essere stato un amministratore disonesto.
Quando ero parroco, grazie alle catechesi che facevo costantemente, molte mani paralizzate si aprirono alla condivisione.
Per me, la mano paralizzata rappresenta anche colui a colei che non è capace di fare gesti di tenerezza. Siamo fatti per fare e ricevere gesti di tenerezza.
La carezza è vita e lo schiaffo è morte.
Il pugno innalzato verso il cielo in segno di sfida non appartiene ai miti, ma ai violenti
Se dopo anni di preghiera, di rosari e di comunioni hai ancora la mano paralizzata, significa che non hai incontrato Gesù.
Chi veramente ha incontrato Gesù ha un cuore grande nell'amore. Amen. Alleluia.
(P. Lorenzo Montecalvo dei Padri Vocazionisti)
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