Il Signore ti benedica,ti custodisca e ti mostri il Suo volto misericordioso!

Quando pensi di aver toccato il fondo e che nessuno ti voglia o ti ami più, Dio si fa uomo per incontrarti, Gesù ti viene accanto

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domenica 23 marzo 2014

2967 - Commento al Vangelo del 23/03/2014, 3^ domenica Quaresima "A"

+ Dal Vangelo secondo Giovanni (4,5-42)
In quel tempo, Gesù giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai Tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è Colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a Lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? Sei Tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell’acqua che Io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che Io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». «Signore -gli dice la donna-, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». Gli replica la donna: «Signore, vedo che Tu sei un Profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l’ora -ed è questa- in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che Lo adorano. Dio è spirito, e quelli che Lo adorano devono adorare in spirito e verità». Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». Le dice Gesù: «Sono Io, che parlo con te». In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: «Venite a vedere un Uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia Lui il Cristo?». Uscirono dalla città e andavano da Lui. Intanto i discepoli Lo pregavano: «Rabbì, mangia». Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. Voi non dite forse: ancora quattro mesi e poi viene la mietitura? Ecco, Io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica». Molti Samaritani di quella città credettero in Lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». E quando i Samaritani giunsero da Lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. Molti di più credettero per la sua parola e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il Salvatore del mondo». 
 
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Il dialogo tra Gesù e la donna samaritana è sicuramente uno dei più belli del Vangelo. La profondità del dialogo è indiscutibile, contiene una ricchezza spirituale immensa e non si può esporla in poche righe e neanche in molti libri. Ci sono passaggi che meritano una meditazione prolungata, possibilmente personale per interiorizzare e fare proprio il messaggio contenuto.
Mi piace iniziare affermando che il pozzo dove si reca la donna rappresenta la misericordia di Dio, esso è profondo e disseta, tutti gli abitanti vi si recano per prendere quell'acqua, essenziale per l'esistenza. È un pozzo vivo, sorgente di vita, disseta e rianima quanti si avvicinano, compiendo sacrifici notevoli per la distanza e la calura del sole rovente.
La misericordia di Dio si deve cercare ed implorare, arriva dopo il nostro pentimento. Il rinnegamento richiede sacrifici.
Dio è una sorgente di misericordia, questo ci lascia comprendere l'incontro vicino al pozzo di Giacobbe tra Gesù e la donna, però non è possibile addentrarsi nella spiegazione se prima non consideriamo attentamente la condizione della donna. Appartiene al popolo dei Samaritani, nemici giurati dei Giudei, una inimicizia nata al tempo della vittoria degli Assiri nel 721 a. C. quando la città di Samaria venne distrutta e i cittadini deportati in Assiria.
La città semideserta fu occupata da nuovi popoli idolatrici, da pagani e da settari. Da quella data in poi Samaria non venne più considerata appartenente alla Giudea per la divisione e i suoi abitanti eretici, idolatrici, pagani. Nel corso dei secoli l'avversità aumentò di continuo, si arrivò a un distacco pieno di odio quando nel 328 a. C. venne costruito il tempio samaritano sul monte Garizim. Nelle loro intenzioni si contrapponeva al tempio di Gerusalemme dedicato a Yavhè. Il tempio samaritano venne distrutto nel 128 a. C. per opera di Giovanni Ircano.
Come vediamo tra Gesù e la donna il dialogo è impensabile, non c'è alcun presupposto per una serena conversazione, la stessa vicinanza con i Giudei è condannata dai Samaritani e la donna si mostra meravigliata quando Gesù le rivolge la parola:"Dammi da bere".
Il Vangelo di oggi mette in evidenza che Gesù è "stanco del viaggio", questo non ci sorprende, la sua umanità, anche se perfetta, patisce in questa circostanza il grande caldo e i lunghi viaggi. Nel Medio Oriente ci sono luoghi aridi per la calura opprimente del sole. In alcune ore del giorno non si può restare fuori o comunque al sole. La donna si deve recare al pozzo perchè l'acqua necessita, Gesù è in viaggio e si ferma al pozzo.
Tutti e due hanno sete, Gesù non ha solo sete di acqua, è un'altra la sua sete ed è tutta soprannaturale. La sua stanchezza raffigura la sua Passione, anticipa tutte le micidiali sofferenze del Calvario. Gesù, quindi, siede accanto al pozzo e attende qualcuno, non fa nulla per prendere l'acqua, sa di chiederla alla donna che sta per giungere.
La richiesta di bere fatta dal Signore meraviglia la donna, tutto il dialogo è un crescendo di sorprese per lei, è dinanzi a Colui che sa tutto.
Mi piace rilevare che nel dialogo Gesù conosce tutti i pensieri e la vita della donna, nulla gli sfugge e le sue risposte sconvolgono la Samaritana. Sono le parole di Gesù a scuotere la donna, non ha mai incontrato un Profeta che legge dentro e conosce fatti molto personali.
Anche noi, come la donna, dobbiamo meravigliarci per la conoscenza perfetta di Gesù su tutto ciò che ci riguarda, non possiamo fare finta di nulla e illuderci che Lui dimentica le nostre inosservanze.
Dio vede e conosce le più piccole azioni e i nostri pensieri più segreti. Trasgredire la sua Legge significa opporsi alla sua volontà.
La donna non trasgredisce la Legge di Dio per sua scelta, da secoli i suoi antenati si sono volti altrove, però mostra di attendere il Messia, ha sete di sapere chi è. Così Gesù parla di un'acqua che spegne definitivamente ogni forma di sete, sposta il discorso e lo eleva, vuole spiegare che non è l'acqua del pozzo a mettere ordine all'anima e a santificarla, è la sua Persona, la Grazia che Lui emana.
Le sue parole sono forti e rivelatrici, la donna crede che Lui è il Messia, nessuno conosce i pensieri e il futuro se non Dio.
Quando la donna pone la domanda sul Messia ottiene una risposta che la rende felice e corre a comunicarla a tutti i paesani. È una nuova gioia quella della donna, ottiene una risposta imprevista e la sua domanda è priva di grande curiosità: "So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa"Gesù subito replica: "Sono Io, che parlo con te".
Così Gesù mette pure fine alla disputa tra Samaritani e Giudei sulla scelta del tempio dove pregare, se a Garizim o a Gerusalemme. Il Signore esclude entrambi i luoghi e indica se stesso come il nuovo Tempio: "Dio è Spirito, e quelli che Lo adorano devono adorare in Spirito e Verità".
Dice anche qualcosa che si può applicare ai credenti che adorano Gesù senza convinzione, senza la chiara percezione che Lui rimane sempre nel Tabernacolo ad aspettare tutti i suoi adoratori: "Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo. I veri adoratori adoreranno il Padre in Spirito e Verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che Lo adorano".
Dio possiamo adorarlo in qualsiasi luogo, non è più presente solo nel tempio, ci attende in Chiesa dove è presente sacramentalmente nell'Eucaristia, ma Lui è ovunque e in ogni istante della giornata ci ascolta e desidera che gli parliamo a cuore aperto.
Dal dialogo tra Gesù e la samaritana cogliamo l'effetto che scaturisce in lei: diventa assetata della Verità, la scopre in Gesù e lo comunica a tutti, non rimane silenziosa come avviene in molti credenti. È assetata di incontrare il Messia, di conoscere la vera Fede, cerca il consiglio Divino per mettere fine ai suoi tanti peccati. Incontra Gesù e comprende che la vita passata è stata costellata solo di errori, insieme a tanta incapacità.
Il Vangelo ci dice però che è Gesù ad essere assetato del nostro amore, Lui ci cerca e ci aspetta anche dove si cerca altra acqua...
 
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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