+ Dal Vangelo secondo Matteo (23,1-12)
In quel tempo, Gesù si rivolse alla folla e ai suoi discepoli dicendo: «Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei. Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito. Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente: allargano i loro filattèri e allungano le frange; si compiacciono dei posti d’onore nei banchetti, dei primi seggi nelle sinagoghe, dei saluti nelle piazze, come anche di essere chiamati “rabbì” dalla gente. Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli. E non chiamate “padre” nessuno di voi sulla terra, perché uno solo è il Padre vostro, quello celeste. E non fatevi chiamare “guide”, perché uno solo è la vostra Guida, il Cristo. Chi tra voi è più grande, sarà vostro servo; chi invece si esalterà, sarà umiliato e chi si umilierà sarà esaltato».
Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
Nell'Antico Testamento Dio inviava i suoi Profeti per riportare il popolo di Israele all'osservanza stabilita nel patto di Alleanza stipulato con Mosè sul Sinai. Anche quello era un popolo duro di cervice e molto spesso ritornava agli idoli del mondo, trascurando la preghiera e l'Alleanza. Per avere un quadro chiaro di quanto era avvenuto sul Sinai, quando Dio parlò a Mosè, rileggiamo alcuni versetti dall'Esodo:
«Poi il Signore disse a Mosè: "Taglia due tavole di pietra come le prime. Io scriverò su queste tavole le parole che erano sulle tavole di prima, che hai spezzate. Tieniti pronto per domani mattina: domani mattina salirai sul monte Sinai e rimarrai lassù per me in cima al monte. Nessuno salga con te, nessuno si trovi sulla cima del monte e lungo tutto il monte; neppure armenti o greggi vengano a pascolare davanti a questo monte".
Mosè tagliò due tavole di pietra come le prime; si alzò di buon mattino e salì sul monte Sinai, come il Signore gli aveva comandato, con le due tavole di pietra in mano. Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. Il Signore passò davanti a lui proclamando: "Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di grazia e di fedeltà, che conserva il suo favore per mille generazioni, che perdona la colpa, la trasgressione e il peccato, ma non lascia senza punizione, che castiga la colpa dei padri nei figli e nei figli dei figli fino alla terza e alla quarta generazione".
Mosè si curvò in fretta fino a terra e si prostrò. Disse: "Se ho trovato Grazia ai tuoi occhi, mio Signore, che il Signore cammini in mezzo a noi. Sì, è un popolo di dura cervice, ma tu perdona la nostra colpa e il nostro peccato: fa di noi la tua eredità".
Il Signore disse: "Ecco Io stabilisco un'alleanza: in presenza di tutto il tuo popolo Io farò meraviglie, quali non furono mai compiute in nessun paese e in nessuna nazione: tutto il popolo in mezzo al quale ti trovi vedrà l'opera del Signore, perché terribile è quanto io sto per fare con te» (Es 34,1-10).
Ogni alleanza che Dio stabilisce con un popolo o con una persona è cosa assai seria, un patto di amore in cui Lui promette tanti vantaggi e benedizioni a quanti l'osservano. Dio non dimentica neanche per un istante il patto stabilito e attende che l'altra parte sia fedele, mentre Lui non viene mai meno a quanto stabilito. Rimane deluso quando non avviene una risposta adeguata, quando non si rispetta l'alleanza.
Oggi il Vangelo ci parla proprio del falso insegnamento di scribi, farisei, sacerdoti, teologi, maestri, dottori, questa è la vera piaga di Israele, una deriva sotto ogni aspetto, un progressivo allontanamento da Dio e dalla sua Legge. Mentre il popolo è in agonia spirituale, Dio sempre paterno e fedele all'alleanza, invia i suoi Profeti a risvegliare il loro torpore. Anche la fede degli israeliti è aggredita da molti nemici, in essi però è assente la risposta, non esercitano più un interesse che i loro padri avevano difeso anche con la vita.
Quindi, Gesù si rivolge al popolo di Israele e ricorda il traviamento di quanti si sono seduti sulla cattedra di Mosè, ed intende gli scribi e i farisei. Ma lancia un insegnamento che sorprende i presenti e continua a sorprendere anche adesso. Divide le opere dalle parole, spiega che i maestri possono parlare bene ma operare malissimo. Qual è il metro di valutazione? I loro frutti. Le loro scelte di vita, i comportamenti in ogni circostanza, il buon esempio anche nelle piccole cose.
L'indicazione che dà Gesù è molto precisa, non ritiene affidabili coloro che parlano di Dio e vivono in opposizione a Lui. Invita a non confidare in chi vive nella trasgressione, e non bisogna mai affidarsi a chi parla benissimo e razzola malissimo. Non c'è da condannare quando si prende visione di atteggiamenti sopra le righe, si agisce con forza d'animo per la protezione della propria Fede.
Non bisogna mai partecipare alle opere ambigue di chi vive scorrettamente. La dissociazione deve essere palese.
"Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno. Legano infatti fardelli pesanti e difficili da portare e li pongono sulle spalle della gente, ma essi non vogliono muoverli neppure con un dito".
Questo avveniva più con scribi e farisei, oggi non c'è quasi più questo comando severo. Però scorgo diversi comportamenti che non vengono da Gesù: l'indifferenza da parte di alcuni Sacerdoti riguardo i peccati gravissimi dei credenti oppure una smisurata elargizione di parole di misericordia, con l'intento di affermare che Gesù perdona tutto anche senza pentimento.
Ci troviamo dinanzi due metodi opposti e sbagliati, il Sacerdote deve avere sicuramente molta misericordia dinanzi ai peccatori, ma non deve ignorare i peccati del penitente che richiedono il pentimento. Non può ridimensionare i comportamenti disonesti e non valutarli tali, però con grande amore deve aiutare e dare speranza a chi agisce per debolezza, deve incoraggiare che si può sempre diventare migliore ed è possibile quando si mette Gesù al centro di tutto.
Il Sacerdote che ama le anime e desidera la salvezza di tutti, non fa nulla per essere ammirato unicamente dagli uomini.
Gesù chiede coerenza tra il dire e il fare, principalmente lo chiede ai Sacerdoti.
I farisei non cercavano l'approvazione di Dio, così mettevano i filatteri, strisce di pergamena sulle quali venivano scritte alcune importanti parole della Legge tratte dall'Esodo e dal Deuteronomio. Queste strisce ripiegate e racchiuse in una specie di scatoletta, venivano poi legate con dei nastri sulla fronte e sul braccio sinistro e portate dai farisei e da altri in certi giorni, specialmente quando pregavano in pubblico.
Mosè aveva detto: "Questi precetti che oggi ti do... te li legherai alla mano come un segno, ti saranno come un pendaglio tra gli occhi...". I farisei avevano preso alla lettera quelle parole che volevano significare un'altra cosa: cercherai di tenere sempre presente la Legge del Signore, ma essi se le erano materialmente legate alla fronte e al braccio. Alcuni ingrandivano questi filatteri per darsi maggiore importanza.
Così pure le frange, erano fiocchi applicati agli angoli del mantello che dovevano far sì che gli ebrei si ricordassero della Legge del Signore, come è scritto nel Libro dei Numeri. Anche qui si è trattato di una falsa e orgogliosa interpretazione della Bibbia.
Si rivolge ad essi quando Gesù dice: "Praticate e osservate tutto ciò che vi dicono, ma non agite secondo le loro opere, perché essi dicono e non fanno". Gesù aggiunge una precisazione che annulla completamente ogni sforzo di chi ostenta spiritualità oppure ha un cuore cattivo: "Tutte le loro opere le fanno per essere ammirati dalla gente". Troppo spesso si sentono insegnamenti per suscitare applausi e consensi da parte di tutti.
Concludo con due spiegazioni. Gesù le ripete senza riferirsi ai Sacerdoti che verranno successivamente e che faranno parte della sua Chiesa, il riferimento non sono essi. "Ma voi non fatevi chiamare “rabbì”, perché uno solo è il vostro Maestro e voi siete tutti fratelli". Scribi e farisei pieni di egoismo e ostentazione, cercano solo l'approvazione del popolo, pretendono di essere maestri, invece per Gesù sono tutt'altro.
Farsi chiamare rabbì o maestro è per Gesù un abuso di autorità perchè solo uno ha diritto d'esser chiamato Padre ed è Dio, e uno solo è il vero Maestro, il Cristo, che è la Parola stessa del Padre.
Nella Chiesa sono chiamati Padri i Religiosi solo perchè, come Sacerdoti, rappresentano il Cristo. Partecipano al suo sacerdozio.
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana, sciogliendo questo nodo oppressivo. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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