Discorsi su vari argomenti 5, su Ha ; PL 183,556
Leggiamo nel Vangelo che, mentre il Signore predicava e invitava i suoi discepoli a partecipare alla sua passione nel sacramento conviviale del suo corpo, alcuni dissero: «Questo linguaggio è duro», e da quel momento non andarono più con lui. Gli apostoli, interrogati se avessero voluto andarsene anche loro, risposero: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna» (Gv 6,68).
Così vi dico, fratelli: fino a oggi ci sono persone per le quali è chiaro che le parole di Gesù sono «spirito e vita» perciò lo seguono. Ad altri invece paiono dure e cercano altrove ben magre consolazioni.
«La Sapienza fa sentire la sua voce sulle piazze» (Pr 1,20), vale a dire ammonisce quelli che camminano «per la via larga e spaziosa che conduce alla morte» (Mt 7,13), per richiamare indietro quanti vi camminano. Essa grida: «Per quarant'anni mi disgustai di quella generazione e dissi: sono un popolo dal cuore traviato» (Sal 94,10). In un altro salmo trovi: «Il Signore ha parlato una sola volta» (Sal 61,12). Certo, una sola volta, perché parla sempre. Infatti unico e non interrotto ma continuo e senza fine è il suo parlare. Invita i peccatori a rientrare in sé, perché ivi egli abita e ivi parla...
Se oggi udiamo la sua voce, non induriamo i nostri cuori sono press'a poco le medesime parole che si leggono nel Vangelo... «Le mie pecore ascoltano la mia voce» (Gv 10,27)... Siete il popolo del suo pascolo e il gregge che egli conduce, se oggi ascoltate la sua voce (Sal 94,8).
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