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giovedì 4 giugno 2015

3379 - Commento al Vangelo di giovedì 4 giugno 2015 (9^ sett. t.o.)

Non c’è altro Comandamento più grande di questi
 Dal Vangelo secondo Marco (12,28-34)
In quel tempo, si avvicinò a Gesù uno degli scribi e gli domandò: «Qual è il primo di tutti i Comandamenti?». Gesù rispose: «Il primo è: “Ascolta, Israele! Il Signore nostro Dio è l’unico Signore; amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza”. Il secondo è questo: “Amerai il tuo prossimo come te stesso”. Non c’è altro Comandamento più grande di questi». Lo scriba gli disse: «Hai detto bene, Maestro, e secondo verità, che Egli è unico e non vi è altri all'infuori di Lui; amarlo con tutto il cuore, con tutta l’intelligenza e con tutta la forza e amare il prossimo come se stesso vale più di tutti gli olocausti e i sacrifici». Vedendo che egli aveva risposto saggiamente, Gesù gli disse: «Non sei lontano dal Regno di Dio». E nessuno aveva più il coraggio di interrogarlo.

Commento di Padre Giulio Maria Scozzaro
È ricorrente sentire anche dai Sacerdoti che è importante amare tutti e che saremo giudicati sull'amore. Questo è vero perché lo ha detto Gesù, però la mentalità modernista che manipola il Vangelo storico con questa affermazione, intende dire che Dio non fa caso anche ai peccati più gravi se la persona ama il suo prossimo. Dio perdona i peccati nella Confessione, ma qui l’affermazione modernista teorizza un perdono automatico anche senza la Confessione.
È una posizione contraria al Vangelo e alla sana dottrina della Chiesa, chi segue questa teoria si trova in una situazione di grave pericolo spirituale. E sono molti i credenti che seguono in buonafede questa teoria, quando ascoltano questo devastante consiglio, senza comprendere che prendono una via opposta alla salvezza eterna.
La rettifica che faccio all'affermazione di sopra, è che se Dio ci giudicherà sull’amore donato agli altri, si deve trattare di un amore puro, privo dell’affetto verso il peccato e la lotta contro i vizi. Inoltre, occorre il pentimento per ottenere tanta misericordia da parte di Dio.
Gesù è venuto per salvare e non per condannare, è il peccatore incorreggibile a condannarsi e a scegliere l’inferno.
Se noi rimaniamo uniti a Gesù e lottiamo con la forza spirituale che ognuno possiede contro i peccati e le tentazioni, Egli ci ricolma dello Spirito Santo e ci rende sempre più forti nella lotta e nel superamento di ogni forma di debolezza.
Oggi vi invito a riflettere sulla necessità di rimanere fedeli al Vangelo e alla sana dottrina della Chiesa, in caso contrario si rompe la comunione con Gesù e senza accorgersene il cristiano scivola sempre più verso il basso, rimanendo accecato dall'oscurità e incapace di sentire le ispirazioni di Dio perché molto lontano da Lui.
Questa newsletter è assolutamente fedele al Vangelo storico e alla sana dottrina della Chiesa, quindi al Magistero autentico. Questa è la nostra Fede e non vogliamo distaccarci di un millimetro dalla volontà di Dio perché diventeremmo come i pagani che seguono l’istinto e si rotolano nei loro errori, preparandosi così un futuro infelice.
Il primo Comandamento riassume tutta la Legge e i  Profeti, comincia con l’affermare l’esistenza di un unico Dio, e così è stato recepito nel Credo: “Credo in unum Deum”. È una Verità conosciuta con la luce naturale della ragione e il popolo eletto sapeva bene che tutti gli dèi pagani erano falsi.
Oggi nel mondo moltissimi cattolici corrono soprattutto dietro i veggenti falsi, mossi dall'istinto e da una emotività manipolata dalla mente e dalle tentazioni di satana. Non è sufficiente provare un po’ di pace quando ci si reca in un luogo di apparizioni per affermare la sua veridicità, anche la stessa persona può creare nella sua mente una pace illusoria per la convinzione della bontà di quel veggente. Apparentemente santo ma servo e complice di satana!
Una delle cose che i falsi veggenti non riescono a fare è di amare il prossimo con piena bontà. Non possono farlo per la menzogna che li guida, non riescono a provare vero amore per il prossimo e ogni loro manifestazione apparentemente buona è frutto di ipocrisia. Se ogni uomo si sente spinto interiormente ad amare il prossimo, a cominciare dai familiari, quanti sono lontani da Gesù non hanno la forza spirituale per riuscirvi.
Gesù spiega ad uno scriba il significato del primo Comandamento e mette alla prova la sua fedeltà, lo scriba rimane contento e conferma le parole del Signore. Nel primo Comandamento Dio ci chiede di amarlo pienamente, mettendolo al primo posto e ricorrendo a Lui in ogni circostanza della vita. Non c’è separazione tra la presenza di Dio in noi e le opere che si compiono. Tutto viene svolto in funzione di Dio.
In questo Comandamento Dio non ci obbliga ad amare, ma ha iscritto nel cuore dell’uomo un naturale desiderio di amare il prossimo e senza questa predisposizione congenita, molti cristiani avrebbero difficoltà ad amare e a perdonare. Poi i Sacramenti, la preghiera umile, la pratica delle virtù estendono la capacità di amare e diventa facile perdonare anche quelli che ci fanno del male.
Con l’Amore di Dio riusciamo a compiere opere grandiose e a praticare le virtù soprannaturali. Invochiamo l’Amore di Dio.
Perché amare il prossimo non è facile, a molti riesce difficile amare anche i propri familiari magari per diatribe serie. Eppure i cristiani sono chiamati a vivere il Comandamento dell’Amore, principalmente verso Dio e poi verso tutte le persone che incontrano o conoscono.
I caratteri difficili e le inclinazioni negative che si ritrovano molti credenti, mettono in essi maggiore difficoltà ad amare Dio sopra ogni cosa e il prossimo con lo stesso amore che provano verso se stessi. Così l’amore che posseggono lo indirizzano verso gli idoli, se ne creano molti perché l’uomo necessita di adorare qualcosa o qualcuno. Diventa facile adorare e donare tutto l’amore che posseggono a cantanti, calciatori, attori, cinema, televisione, spettacolo di ogni genere.
L’importante per i più deboli è trovare idoli da adorare per non restare soli…
Si manca al primo Comandamento del Decalogo quando a Dio si preferiscono altre cose, magari anche buone, poiché le si amano disordinatamente. In questi casi l’uomo perverte l’ordine delle creature, usando di esse per un fine opposto o comunque diverso da quello per il quale sono state create.
Ma l’uomo, sconvolgendo l’ordine divino riflesso nel decalogo, non trova più Dio nella creazione, così si fabbrica un suo dio dietro il quale, radicalmente, si nasconde con il proprio egoismo e con la propria superbia.
Ancora più grande è l’errore quando l’uomo tenta stoltamente di mettersi al posto di Dio, di costituire se stesso in fonte di ciò che è bene e di ciò che è male, cadendo nella stessa tentazione che satana tese ai nostri progenitori: “Diventerete come Dio”, non obbedendo ai suoi Comandamenti.
Le ragioni che ci spingono ad amare Dio sopra ogni cosa sono molte e sono forti. Dio ci ha creato, ci governa, ci nutre, ci fornisce il necessario della vita. Abbiamo un debito con Lui per il semplice fatto di esistere, inoltre si è accresciuto quando ci ha donato la sua Grazia e ci ha liberati dal potere del peccato mediante la Passione e Morte di Gesù, come pure tramite gli innumerevoli benefici e doni che continuamente riceviamo da Lui.
  
Continuiamo le intense preghiere alla Madonna con la recita giornaliera del Santo Rosario per me, per vincere l’attacco portato da satana. Chi mi vuole bene, preghi molto per me.
Vi benedico e prego per tutti voi. Pregate per me ogni giorno nella Messa e nel Rosario.
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